
Che fine settimana!
Sabato mattina presto via di corsa al lavoro in divisa, assisto alla posa della prima pietra in un cantiere da parte di autorità della Regione, poi all’inaugurazione della nuova sede degli uffici della navigazione sul lago, buffet con ogni ben di Dio, un paio brindisi e poi meglio scappare a casa altrimenti domani non salgo in bici neppure col paranco.
Tutto pronto, bike in macchina, Elsa che si porta i compiti da fare strada facendo per seguire stà mamma un po’ fuori di testa che gironzola per l’Italia in Mountain bike e dai che si parte per Adria, Rovigo, delta del Po, il padre dei fiumi italiani.
Una zona a me quasi totalmente sconosciuta ed anche per trovare una sistemazione per la notte mi sono affidata ad internet, un B & B dal nome carino tipo Casina Badoer e dalle foto intriganti, due email alla Signora Patrizia che lo gestisce e via per un'altra avventura.
Avevo visto questa gara anche lo scorso anno tra i calendari di Pianeta Mountain bike ma non avevo avuto tempo per venire fin qua, ma stavolta non me la sono lasciata scappare; sono senza “scorta” oggi, i miei compagni di bike di sempre, Dado e Zambo, hanno impegni di lavoro e famiglia per cui affronterò il Delta in solitaria.
Le foto trovate sul web mi rimandano immagini di pianura senza grosse difficoltà tecniche, niente salite spaccagambe a cui abbiamo fatto l’abitudine con le gare lombarde, ma so per esperienza che le gare di pianura sono altrettanto toste per via della velocità e speriamo che il fondo sia asciutto altrimenti ci sarà da tribulare nell’Oasi naturale di Panarella….
Due ore e mezza di macchina con al musica a palla, arriviamo ad Adria giusto in tempo per ritirare il pacco gara ed il numero, non dovrò fare la fila domattina presto: ho il 1009 su fondo rosa… e una bellissima maglia da ciclista con una rana in bicicletta, il simbolo della squadra locale, la mtb Tuttinbici; maglia sequestrata subito da mia figlia che si innamora della ranocchia ed a me resta solo da pedalare!
Ora dobbiamo trovare il nostro B&B.
Il navigatore trova il paesino ma alla fine seguo le indicazioni datemi da Patrizia via email: campagna a perdita d’occhio, terra grassa e nera, qualche cascina qua e la e già in macchina cominciano a dirmi: ma sei sicura che ci sia anima viva da stè parti?
Un lungo rettilineo, due curve e Tana!
Un incanto: sembra la casa delle fate e degli gnomi tra i boschi.
Una casa colonica ristrutturata con materiale naturale con il metodo della bioarchitettura, legno decorato con colori naturali, decori incisi a mano nelle vecchie tavole che ricoprono pavimenti e pareti ed anche soffitti… e le stanze!!
Mia figlia resta con gli occhi sgranati a guardare il soffitto della stanza azzurra destinata a lei: sulla parete di fronte al letto lo zodiaco dipinto che con la luce si illumina; la stanza gialla invece con fiori secchi e vecchi bauli a far da armadi, il profumo di essenze naturali ovunque ed il soffitto del bagno trasparente che lascia vedere le vecchie travi del tetto.
Uno spettacolo !!!!
La cura assoluta dei particolari in ogni loro parte rende l’atmosfera unica; vecchi mobili ristrutturati e decorati, soffitto di travi i legno tra le quali trovi dipinti a carattere campagnolo, animali e fiori e… E non so come descrivere quel piccolo paradiso:
Il sentirti a casa anche se non è casa tua e Patrizia che ci accoglie come vecchi amici, con un sorriso e ci troviamo seduti attorno ad un tavolo a chiacchierare come se ci conoscessimo da sempre.
Bello davvero questo connubio di anime sconosciute che si trovano e si riconoscono.
Ci sistemiamo, preparo Valchiria e faccio un giro per rendermi conto di come è il terreno li attorno e lo trovo secco ed asciutto, sarà una gara veloce domani.
Arriva presto la sera e l’ora di cena e la padrona di casa ci prepara una gigantesca insalata con ogni colore possibile, mangiare colorato fa bene all’umore, poi una pasta al farro con verdure e come dolce della dolcissima ricotta con il miele.
Tutto buonissimo ma mi sa che, con il buffet di stamattina e la cena di stasera sarà ben complicato correre domani.
Presto arriva la notte e mi addormento pensando alla gara ma il profumo delle essenze presenti nella stanza mi rilassano a tal punto che dormo praticamente nove ore ed è la sveglia a destarmi stamattina e non l’agitazione pre-gara.
Colazione presto in compagnia dei gatti di casa ed è ora di abbandonare la tranquillità di questo angolino di mondo incantato e di buttarci nella mischia della gara.
Un saluto a Patrizia con la promessa di tenerci in contatto e via verso il paese per i rituali che mi accompagnano in ogni gara: un giro per scaldare le gambe, ancora un caffè, le borracce ed un bacio da Elsa, il mio porta fortuna preferito.
Le donne sono poche come sempre per cui prima griglia con i mostri sacri della bike, Longo ed altri nomi famosi, visi sconosciuti stavolta, sono cosi lontana da casa.
Bang e via che si parte.
I primi km sono talmente veloci che sembra di volare sul pavè di Adria, si toccano punte ai 40 all’ora, pazzesco.
Si entra nello sterrato lungo un argine e quello che mi colpisce è la polvere sollevata dai ragazzi del gruppo di testa, quasi non vedo chi mi precede.
Da li in poi un susseguirsi di argini sa salire o scendere, praticamente non si passa quasi su asfalto; il tratto dentro l’Oasi naturale mi risulta pesante con i tratti nella sabbia dove arranco a spinta e mi sembra di non andare avanti.
Resto sola ad un certo punto e ho quasi paura di aver sbagliato strada ma poi vedo una macchina dei pompieri che mi rassicurano: sono sul percorso giusto.
Cosi avanti, cercando di non perdere tempo, di non fermarmi ai ristori, di spingere sui pedali e recuperare un pochino di tempo ma 54 km sono tanti e dopo due ore di gara sono cotta: e si kathy, invece di mangiare e bere prima di una gara si fa a meno!!!
Ma la vita è bella anche per quello no???
Ma non mollo e mi avvicino alla fine, riesco anche a superare due ragazzi ed arrivo al traguardo alle 13.05, 54 km in due ore e cinquanta minuti.
Adesso qualcuno starà ridendo della mia media ridicola dei 18,4 all’ora contro i 31 tenuti dal primo arrivato…ma io vado piano, non sono ultima, ho in media 20 anni più di loro e vinco sempre quando arrivo senza danni a me ed a Valchiria.
E sapete quale è stato il premio più bello? Mia figlia che mi mette la sigla di Rocky a manetta quando arrivo alla macchina, a me, alla mamma fuori di testa in mtb che però arriva sempre.
Sono 10° tra le donne ed ho due o tre ometti dietro in classifica ma come sempre questo è poco importante per questa old lady.
Un mega pranzo-party con pasta pollo allo spiedo e torta, vinco anche un paraorecchie per le uscite invernali in bike, c’è un sole splendido e la gara mi è proprio piaciuta.
E’ ora di tornare a casa ora, ci sono quasi 300 km da fare e siamo tutti un po’ stanchi ma mi resterà il ricordo di queste terre basse, del delta cosi maestoso, di quei sentieri tra un canale e l’altro che sembravano non finire mai, dei sistemi di irrigazione artificiale che guardati dai campi sembrano enormi uccelli con le ali spiegate che al posto delle zampe hanno le ruote e quel colore tanto scuro della terra coltivata, cosi poco usuale da noi sulle colline della Franciacorta.
Chissà dove andrò a pedalare la prossima volta….
Kathy Pitton