E sono queste parole che mi sono girate in testa mentre facevo l'iscrizione.
Se vuoi puoi.
Forma fisica? zero assoluto
Km percorsi: forse 15
Infortuni vari: tanti
Eta: troppi anni sul groppone
e con queste premesse mi iscrivo da incosciente alla seconda edizione dell'Ultra Franciacorta, gara su strada di 12h, prova del campionato Italiano Iuta ultra maratone.

Caffe e colazione, scarpette ai piedi e mi avvicino all'arco della partenza dove gia è tutto un fermento. Mi avvicino a Giorgio Boniotti per avere un secondo pettorale che attacco alla maglia sotto il mio numero ufficiale, ovvero il 16.
Ed alle sette del mattino, tra runner veri e campioni vari mi metto in fondo e parto. Al passo come sempre.
12 ore sono tante se le passi girando su di un percorso di gara che, sebbene mai noioso, poco alla volta diventa tanto famigliare che ti accorgi se hanno spostato una foglia dal giardino che fiancheggi; ma il bello è che la testa vaga, i pensieri si accumulano e volano, le idee si accavallano e diventano progetti ed avere tanti visi sorridenti al tuo passaggio, vuoi che siano spettatori o addetti al percorso, aiuta non poco.
Certo, il caldo presto si fa sentire, si toglie la felpa e si va avanti, tra i sorrisi dei compagni di squadra e l'incitamento della gente che, quando passi dal traguardo, ti applaude e spinge con le parole a continuare, non mollare.
Mollare.
Quante volte ci ho pensato.
Dopo l'infortunio dello scorso settembre che mi è costato sei mesi di terapie, stampelle e medicinali vari, il buttarsi in un impresa del genere è decisamente da incoscienti... ma questo combattere con me stessa che vuole andare a tutti i costi fa si che la parte "razionale" cozzi perennemente con la parte "incosciente" di Kathy, una guerra interna che non ha mai un vero vincitore od un perdente, ma una specie di somma dei due lati di me, una somma che porta spesso a giornate sul divano a leccarsi le ferite, le vesciche e le escoriazioni ma con un sorriso ebete e deficiente che disarma.... E lascia interdetta pure me, che ne sono la protagonista!
Quante volte mi sono detta: Kathy piantala!!!!!!
Ma la voglia di provarci vince sempre.
Ed allora ti ritrovi a zoppicare lungo la strada rallentando il passo, salendo sul camper ogni due o tre giri e consumare un vaso intero di arnica che spalmi sulle gambe dolenti e, finita l'arnica, iniziare con Artiglio del diavolo ed altri gel vari per non sentire il male... e togliere le solette dalle scarpe perché hai come l'impressione che facciano scaldare troppo i piedi e continui cosi, invidiando la compagna di avventura che viaggia con un paio di calze/scarpe con le dita, che pare viaggiare molto meglio di tanti altri con mega scarpe iper tecniche.....
avrei pagato oro per viaggiare a piedi nudi e devo dire che solo l'ultimo barlume di buon senso mi hanno fatto desistere dal togliere le scarpe e continuare senza nulla ai piedi.
Quante volte mi è passato accanto Fabio, compagno di squadra che ad ogni giro mi dava il cinque; quante volte Gabry, Simone, Ivan e tanti altri, passando dal traguardo, mi urlavano Vai kathy!
E tutto questo alimenta quella forza che abbiamo dentro, che esce quando pensi di non farcela più e dici B asta!!!!! ma poi non riesci a smettere.
Ammirare la corsa sciolta di Giorgio Calcaterra, il re delle ultra maratone, che pareva volare sull'asfalto mi ha fatto capire che ci sono persone nate per correre ed altre, come me, per camminare, magari ore, senza smettere mai di sorridere.
Ed un po alla volta il tempo è passato e le sette della sera sono arrivate, 12h che mi hanno lasciato tanto.

Ed ho corso anche per Davide, il figlio di Giorgio, che purtroppo di corse non ne farà mai.
Ed è la sua foto che avevo attaccata sulla maglia, quel secondo pettorale che porterò da ora in poi finché riuscirò a correre o camminare in giro per le gare podistiche della zona.
La prossima?
Non lo so, ma prima o poi le scarpe da running o da bike le rimetto di sicuro.