La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 11 febbraio 2008

Un giro tra le vigne.

Chissa cosa mi spinge a fare certe cose, chissà perché, col rischio di far sorridere qualcuno, ogni sacrosanta domenica mattina mi imbarco in qualche situazione più o meno complicata… Bah!!!
Gliso arriva puntualissimo a casa mia alle sette e mezza, tutto pronto, bike smontata e caricata e via, alla volta di Castenedolo.
Si chiacchiere del piu e del meno, M. Grazia oggi non fa il giudice perché la gara la organizza la FCI non il CSi, per cui starà a bordo pista a guardare ed a segnare i tempi di Alberto, i miei no, per favore, niente figuracce…
Sono sempre nelle retrovie, che importa che tempo faccio, mi piace guardare le facce eccitate dei ragazzi pronti a scattare al via come dei cavalli da corsa, sono veloci come il vento.
Hanno gambe allenate e cuori forti e tanti ma tanti anni in meno di me.
Vado a dare un occhiata al giro di lancio, uno zig zag nel campo che mi mette subito nei guai con il cambio, devo aver combinato qualche cosa ieri nello smontare e rimontare tutto, fa un crac croc strano che non mi piace per niente; forse è meglio che mi scaldi un po’ le gambe qua attorno nelle stradine a lato del campo di gara dove l’erba è gelata ma il sole sta arrivando e presto scalderà l’atmosfera.
Mi hanno detto che c’è un vigneto in pendenza da risalire e discendere diverse volte, non lo vedo ma credo sia meglio cosi, mi tengo la sorpresa per dopo e stò tranquilla, mai agitarsi prima dell’uso….
Suona una specie di sirena e si va in griglia.
Le donne davanti ma mi defilo ed entro nell’ultima con un giudice di gara che mi fa segnali con le braccia e mi invita ad andare davanti con le altre.
Naaaa, meglio di no, preferisco stare dietro a tutti cosi non intralcio il traffico.
“ Tu sei Kathy vero? Leggo quello che scrivi di Pianeta Mountain Bike… mi piace, mi fai sorridere ogni volta.”
Non ricordo il suo nome, Armando credo o qualche cosa di simile; so che era in gara nelle retrovie ma che il suo ragazzo stava davanti, una promessa della bike…..
Scusa se non ricordo il tuo nome correttamente ma mi ha fatto piacere sapere che qualche biker legge le mie parole e che riesce a riconoscere questa old lady nelle gare a cui partecipo; spero che il sorriso che affiora alle labbra di queste persone sia quello di qualcuno che sa cosa si prova pedalando, che capisce che in fondo, ad un certo punto della vita di ognuno, la classifica abbia ben poca importanza.
Via che si parte ed il chilometro di lancio fa si che si sgrani il gruppo e non si creino troppi intasamenti all’inizio dei sentieri della vigna.
Una salita subito, il terreno sta mollando e di nuovo quel crac al cambio… Uno spettatore mi dice che sembra il rumore di un carro armato. Mamma che fatica!
E giu nel primo filare ed in fondo su per il secondo e giù nuovamente… mi sembra di essere ubriaca senza bere e di uva non ce né neppure un acino!
Poi via tra i sentieri e le stradine del circondario. Sono cotta alla fine del primo giro e devo farne tre!
Oggi non và ed il cambio in panne non aiuta di certo.
Un po’ a malincuore decido di fermarmi alla fine del giro e quando mi avvicino al giudice per dire “mi fermo” mi è uscito un sospiro dalle labbra.
Stavolta è andata cosi, non sarò neppure l’ultima in classifica ma non sono riuscita a fare di più.
Guardo gli altri arrivare, applaudo ad Alberto al traguardo, smonto la bike, dstribuisco i volantini della Vignalonga e della Rampigolem ed invito i ragazzi li attorno a partecipare alle “nostre” gare di casa.
Torno a casa e passo il pomeriggio a cercare di capire cosa diavolo ha il cambio e trovo un pezzo di legno conficcato tra le ruote dentate: ecco perché non volevano saperne i cambi di entrare ed io non riesco a fare le salite con lo stellone!
Pazienza, ci si vede domenica prossima ragazzi e non spingete, io vado piano.
Kathy Pitton

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