La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 26 febbraio 2016

Tra India e Nepal- Mostra fotografica di un amico

L'invito è arrivato prima di persona e poi via web, sui social, facebook in particolare.
Ho sempre visto le sue fotografie nei vari album pubblicati di viaggio in viaggio ma una proiezione con il racconto di chi ha vissuto questa emozionante avventura è un altra cosa.
iniziata con le foto del viaggio in India, lo spettacolo dei colori sgargianti mentre in sottofondo il racconto indicava i luoghi e le sensazioni, le esperienze vissute e le emozioni assimilate, mi sono trovata immersa in un mondo poco conosciuto.
Certo, le foto dei monumenti le ho gia viste, le reggie principesche dei Maraja a filo dell'acqua, le scultoree costruzioni affioranti dei fiumi fanno pensare ad un mondo che non esiste più, alle vecchie colonie britanniche che, seppur scomparse da anni, restano nelle memorie di quanti, come me, hanno sufficienti anni sulle spalle per averne letto e studiato.
E scorre il racconto di parole a spiegare i luoghi, le conoscenze, i templi.....
E si passa al Nepal.
Sogno di un viaggio mai fatto che guardo con ancor più interesse.
E sorridere vedendo che la fotografia ha colto tutto ciò che di turistico non c'è, cioè l'essenza stessa del viaggio, il sorriso dei bambini, gli occhi tristi di altri, i colori smorzati dalla polvere sulla pelle di quanti camminano per strada.
Pochi i templi ed i palazzi, alcune rovine eredità purtroppo del tremendo terremoto dello scorso anno che ha lasciato delle ferite sulle costruzioni delle città ma che ha reso il popolo dei Nepalesi ancor più forte.
 Mi ha colpito lo sguardo rassegnato dei bambini nell'orfanotrofio visitato da Marco durante il viaggio e qua si vede la sensibilità dell'uomo dietro la macchina fotografica, cioè il saper cogliere tutto ciò che si cela dietro la facciata del turismo, ovvero la vita reale, cruda e triste ma al contempo calda e giocosa di alcuni scolaretti a cui regalare delle penne per la scuola. Un regalo che sarebbe snobbato nel nostro mondo occidentale mentre per loro diventa un possedere qualcosa di prezioso, un valore grande accanto alle matite che in pochi hanno.
Lo sguardo sgomento poi, sull'ospedale, uno scarno angolo in una struttura scadente, un tavolaccio di legno come sala operatoria, medicinali scaduti che sono l'unica risorsa possibile per tentare di curare malattie e malanni che da noi farebbero sorridere ma che in alcuni paesi significano ancora poter morire per una semplice infezione.
Credo che in questa serata si sia visto un viaggiatore e non un turista, un uomo che ha capito come e cosa cogliere di angoli di mondo lontani da noi, sia per la distanza fisica che per la cultura.
Teniamolo d'occhio questo fotografo perché di strada ne farà, ne sono certa, davvero molta.

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