Eccola la sfida 2016
Come dice mia figlia più invecchio più do di matto per cui stavolta ho sfidato la strada, l'asfalto, la fatica, la tenuta di muscoli e scarpette da running.
l'organizza la mia squadra di atletica, L'atletica Fraciacorta appunto, e la sfida mi è parsa subito allettante tant'è che, quando ne ho letto, mando un messaggio a Gabriele e gli chiedo se me la lascerebbero fare anche camminando. Mi risponde che posso farla anche saltellando per cui mi iscrivo e bon... come andrà andrà e non ci penso più... ma il 16 aprile si avvicina sempre di più e comincio a preoccuparmi.
ed eccomi qua alle 6 del mattino, dopo aver dormito poco e male per la preoccupazione, con il baule della macchina con tavolino, sedia, acqua in abbondanza, cibo vario, scarpette e calze di ricambio,
Mi presento alla verifica tessere ritiro pacco gara e gadget vari, porto tutto in macchina e mi siedo, cercando di capire come diavolo farò a camminare 12 ore.
Certo che questi colpi di testa son tipici di un quindicenne, non di certo di chi di quell'età ne ha quasi 4 volte tanto..... comunque son qua tanto vale ballare.
Tanta gente sulla piazza del municipio di Provaglio da dove si parte, tanti gli accompagnatori che guardano e consigliano, l'alba che poco alla volta schiarisce il nero della notte preannunciando una bellissima mattinata ed una giornata di sole.
e via che è ora di partire, dopo un paio di caffè ovviamente.
E via le squadre di 12 persone che , a staffetta, si daranno il cambio durante la giornata; e via i solitari come me che dovranno saper gestire da soli tutta la gara... io penso che sia più o meno come le endurance in bici, parti al tuo passo e gestisci la situazione di ora in ora.
La gente al seguito degli atleti mi guarda stranita come a dire: ma questa perché non corre????
ed io a testa bassa passo e cammino, ripasso e cammino, e poco alla volta vedo le loro espressioni cambiare, da stranite a sorridenti, fino ad arrivare, ore dopo, al sorriso ed all'incitamento.
Il tempo scorre, arriva mia figlia che porta un paio di cambi, mangio qualche cosa con lei e riparto... Il percorso è cittadino, lungo circa 1 chilometro e mezzo e poco alla volta lo assorbo e non lo vedo più.... vai pensando alla musica che mi suona nella testa, vai, pensando al lavoro ed alle tante cose da fare, al convincermi sempre di più che posso farcela a fare tutte le 12 ore.
Ascolto i consigli di un compagno di squadra, Boglioni, che mi dice di bere tanto, un bicchiere a giro, di mangiare poco e spesso per non restare senza benzina sul più bello! e poi arriva Gabry che mi dice: ma on avrai mica intenzione di ritirarti vero? sei messa bene in classifica!
Resto basita, non ho mai capito davvero la storia delle categorie dell'atletica, penso sempre alle due della mtb e scopro che qua, ogni 5 anni, sei in una categoria diversa.....
Un po mi fermo, son stracotta; riparto dopo aver mangiato ancora qualcosa; due parole con Ongaro, coscritto e compagno di corsa, un altro piccolo riposo e la visita in bici di Zamboni, mitico compagno di avventure in bici ed ora Triatleta.
Poco dopo, lungo il percorso, vengo raggiunta da altri due compagni di squadra, di bici stavolta, Dado ed Alberto che prima mi insultano gentilmente sul fatto che li ho traditi per la corsa a piedi e poco dopo mi coccolano facendo il tifo... li adoro questi ragazzi!
Ormai sono stanchissima, i piedi scottano e le vesciche imperano ma se mi fermo ora non parto più. L'ultimo giro è un agonia ed arrivo davanti al traguardo esattamente all'undicesima ora e 57 minuti
Vedo Simone che mi corre incontro e mi ferma... se passo ora, prima dello scadere delle 12 ore devo fare ancora un giro... non ce la faccio più e decido di fare tre passi indietro ed attendere, dietro la linea del traguardo, lo scoccare della 12 esima ora. e cosi sarà----
eppure gli applausi sono per me, una ragazza mi corre incontro e mi da una bottiglia di acqua, un altra mi abbraccia e non ne conosco il motivo.
La mia sfida, solo contro me stessa è vinta. E ne sorrido, ne piango, mi accascio su di una sedia e bevo fin quasi ad annegare, mi tolgo finalmente le scarpe e guardo la desolazione dei miei piedi feriti e gonfi, con le vesciche che tendono la pelle fin quasi a farla scoppiare mentre le unghie degli alluci son nere per il trauma continuo contro la punta della scarpa... che macello! mi incerotto ed infilo, a fatica, un paio di infradito... e con quelle salirò sul podio quando mi chiamano per ritirare il premio che credo di essermi guadagnata.
Ma il premio è poco importante, il mio sorriso al traguardo indica tutto quanto ho dentro me stessa: consapevolezza, determinazione ed una buona dose di incoscienza.
La prossima avventura non ho ancora deciso quale sarà ma gia mi frulla qualche cosa nella testolina.... vedremo..
Alla prossima ragazzi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento