La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 25 maggio 2007

Maglia nera

Maglia nera


Stavolta è mia e l’ho ritirata con un sorriso. Finora son sempre riuscita a mettere qualcuno tra me e l’ultima posizione ma stavolta non è stato cosi. Ma non fa nulla, sono comunque arrivata a dispetto della mia bestia nera…… Il Monte Alto.
In quei 45 km, tanto è lunga la Vignalonga, mi hanno fatto compagnia il beep beep del cardiofrequenzimetro (spesso oltre soglia), il mio respiro ( molto corto a volte) e lo scoppiettio della moto da cross che mi ha accompagnato negli ultimo 10 chilometri fino al traguardo.
Quando si inizia a 40 anni ad andare in bike si mette un po’ tutto in discussione, principalmente se stessi; ti trovi ad affrontare percorsi accidentati, salite che non ti lasciano respirare e discese che il fiato te lo tolgono perché fanno paura.
Ma è li che inizia il bello, quel tener duro fino in fondo per arrivare a tutti i costi perché è una scommessa con te stesso.
I miei compagni di squadra sembrano dei treni in corsa, vanno , vincono…. Quando arrivo io buona parte di loro ha già fatto la doccia….. ma va bene cosi.
Quella piccolissima soddisfazione di sorpassarne alcuni mi fa sorridere perché so che, poco dopo, mi devo fermare per riprendere fiato e loro, passandomi accanto, dicono “dai non fermarti…”.
Oppure salendo per la strada della torre ad Adro e trovare il Signor Gotti che mi urla “ dai, ndom, pedala che te ghe la fet…”. Allora cerchi di pestare sui pedali pensando che poco dopo c’è un pezzo di discesa e posso riprendere fiato.
Ma la cosa piu bella è arrivare al traguardo e non fa niente se non c’è piu nessuno in giro e quelli dell’organizzazione stanno sbaraccando tutto, c’è un dolcissimo musetto da gattina dagli occhi azzurri che mi aspetta e mi grida “Dai ma….”
Per me è il premio più bello, il resto non conta nulla.
Kathy Pitton

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