La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


mercoledì 23 maggio 2007

Rally dell'oglio

25 febbraio, sei del mattino, sveglia che suona e mi ci vuole un attimo per ricordare il perché mi alzo cosi presto di domenica mattina….ah si, il Rally dell’Oglio.
Tra un po’ arriva Dado con il suo furgone, caricheremo le bike e via, cartina in mano, per raggiungere Casalmorano, Cremona…..non ho idea di dove sia.
La bike è pronta da ieri sera, aveva una gomma a terra, ora è ok. La sacca con le scarpe ed il casco, un cambio ed un paio di borracce e, in fondo, tre cioccolatini, quelli fanno bene all’umore.
Si parte.
C’è il blocco del traffico stamattina, le macchine in giro sono poche anche perché è piuttosto presto; si parla del piu e del meno mentre si viaggia e non penso alla gara, ai sentieri che , probabilmente , saranno fangosi…per di più inizia a piovigginare, speriamo smetta almeno un po’.
Si arriva in fretta, 40 minuti circa.
Il ritiro dei pettorali e dei pacchi gara, prepariamo le bici e noi stessi ma c’è tempo per un caffè, per due chiacchiere con quelli che , come noi, hanno rinunciato a dormire una domenica mattina per assecondare una passione, la mountain bike.
Anche se è solo una passione e l’agonismo lo lasciamo a quelli piu giovani, dentro monta una carica, quel qualche cosa che ti fa battere il cuore più velocemente e ti rende il respiro più corto…è la voglia di correre, la voglia di dare tutto ciò che si ha, di sentirsi “grandi” solo perché si arriva al traguardo.
Via, si parte!
Davanti a me un gruppone di ragazzi, quelli che corrono veloci per arrivare tra i primi, poi parto io, con calma, devo dosare le forze altrimenti le gambe non reggono fino alla fine.
Il terreno è duro, uno sterrato veloce e qua e là le pozzanghere da evitare, ma si viaggia, basta pestare sui pedali e non ascoltare il battito del cuore che si fa rapido ed il respiro che si accorcia.
Su e giù dagli argini, dentro e fuori dalla sabbia che sembra inchiodarti lì e non mollarti,poi ancora su e giù da argini ripidi come pareti con la bike in spalla.
Poi arriva il bosco, uno stretto sentiero che si snoda tra gli alberi che non ti lascia un attimo di respiro, non puoi perdere la concentrazione quando di traverso trovi tronchi da scavalcare e rami da evitare. Ma lo sguardo si perde al di là delle piante, va al fiume sottostante che scorre veloce a cui vorresti affidarti per arrivare prima.
Molti mi sorpassano, altri sono dietro a me, ci si passa la voce, ci si incoraggia…” dai che arrivi, dai…”.
E lo dico anche a me stessa “ …dai Ka, non mollare…”.
Mi raggiunge Dado, era nel gruppo successivo al mio e si continua assieme, fino al traguardo.
Lo passiamo assieme e ci diamo due pacche sulle spalle; il tempo? 1 ora e 40 minuti per 30 Km di sterrati. Non ho idea del mio posto in classifica ma non importa. Ancora una volta mi sono divertita, ancora una volta ho sentito il vento sulla pelle del viso e tra i capelli, ancora una volta ho passato qualche ora con i miei pensieri e con me stessa e mi piace cosi.
Forse non varrà nulla ma noi c’eravamo.

Kathy Pitton

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