

Ci sono le strategie di gara adottate dagli atleti forti per vincere o per piazzarsi alla grande, ci sono quelli che vanno a correre in gare scelte da loro dalla società…. Poi ci sono io.
Gironzolo per Internet e scelgo le gare perché hanno un bel nome simpatico oppure perché le fanno in un posto che non conosco e vorrei vedere dov’è; oppure, semplicemente perché la trovo su Pianeta Mountain bike e mi colpisce il fatto che venga organizzata per beneficenza, per una bambina di nome Camilla e sono una mamma anche io e farei qualunque cosa se si trattasse di mia figlia.
Ed allora scatta la voglia di sempre,un email all’organizzazione per l’iscrizione, coinvolgo altri della squadra e via che si parte, Dado passa a prendermi alle cinque del pomeriggio a casa, bike sul furgone, mia figlia al seguito in versione fotografa ufficiale e l’appuntamento con gli altri a Nuvolento per il 1° Trofeo del Convento in un pomeriggio afoso di martedì 29 luglio.
Il ritiro del numero, un caffè e due chiacchiere con gli altri già arrivati; c’è anche Gabriele oggi pomeriggio, capitan Alberto Glisoni e Zambo con tutta la tribu al seguito.
Sento i vari commenti di quanti l’hanno provata: dura da matti!!!
Ah… andiamo bene.
Va beh, ormai siamo qua, facciamo almeno un giretto per scaldare le gambe, le sette arrivano in un attimo e via per il giro di lancio ad “andatura turistica”: 38 all’ora! Alla faccia dell’andatura turistica.
Resto nelle retrovie subito ma so che è meglio cosi, non avrò nessuno dietro e non darò fastidio a quelli che vanno come treni.
Le salite si rivelano subito toste e dure, selettive e tecniche ma siamo in ballo ed allora balliamo:
rock’n roll nelle orecchie e dove arrivo arrivo.
Del resto non c’è storia, io vado piano e non me la prendo più di tanto ma forse è questo che mi distingue: non corro per dimostrare qualche cosa a qualcuno, corro per me stessa ed ormai lo sapete, vinco ogni singola volta passo il traguardo, qualunque sia la posizione in classifica.
In alcuni tratti la salita è talmente ripida che a piedi si fa una fatica bestia ma anche gli altri vanno a spinta e quei pochi che salgono in sella, Arici, Botticini, Fappani, sono quei campioni che guardo con ammirazione ed a cui urlo il mio “vaiii” anche se non ne hanno bisogno.
La mia Elsa la trovo praticamente ovunque sul percorso con la macchina fotografica ad immortalarci.
Dado è poco più avanti di me e gli urlo di andare, di non aspettarmi, e farà bene ad ascoltarmi.
Al ristoro vedo passare Gabriele a tutta manetta, alla faccia del “non vado più, non ho tempo per allenarmi…” e gli leggo sul viso quella determinazione data solo dalla passione pura, l’amore per uno sport di fatica e sudore ma che regala talmente tanto in sensazioni che è impagabile ciò che si sente.
Sfilano poco alla volta tutti gli altri, ed inizia la discesa verso il traguardo: un toboga da affrontare a velocità folle con grinta, se tentenni sei fuori… e poco dopo vedo un ragazzo tentennare, piantare i freni e volare letteralmente nel bosco, una botta pazzesca.
Ho cercato di dare una mano al ragazzo della moto che ci seguiva, lo abbiamo rimesso in piedi mentre altri scendevano a scavezzacollo ma poco dopo l’ho visto ripartire traballando ma sulle sue gambe: avrà dei gran lividi dappertutto per qualche tempo.
In fondo alla discesa una passerella di legno e giù nel fettucciato in un campo e li mi passa Zambo e mi incita come sempre , quel “dai Ka” che mi fa da doping.
E poco dopo una specie di passaggio obbligato sotto delle docce, proprio delle docce, per una rinfrescatina generale….grandi i ragazzi dell’organizzazione a pensare anche al caldo afoso di questa serata d’estate.
Via verso il traguardo, le scale da scendere e poi asfalto, un ultima salita e poi via verso il traguardo; Dado mi aspetta poco prima dello striscione e mi fa da scorta e passo sotto lo striscione Arrivo a braccia alzate, come sempre.
Elsa con un sorriso grandioso che mi aspetta, gli amici di sempre e lo speacker che mi chiede com’è andata: bene, sempre bene.
Le docce, il pacco gara e poi al tendone delle feste dove ci aspetta la cena a base di Porchetta e le premiazioni.
Siamo seduti al tavolo tutti assieme, una piacevole compagnia dopo la corsa e la fatica e poco alla volta il tempo passa tra una battuta e l’altra.
E le premiazioni sono una sorpresa: Dado sul podio come 5° della categoria M5, Alberto Glisoni 3° M5 e la qui presente old Lady 1° categoria femminile.
Cinque Diavoli Rossi del G.C. Iseo presenti in gara, tre di loro sul podio!! Mica male direi.
Rooooooaaaaaaaaarrrrrrrrrr il nostro ruggito di guerra!
Lo speacker si ricorda di me alla gara di Pomponesco, la Gran fondo dei tre Comuni e mi chiede se conosco la novità per il prossimo anno: il Trittico del Po diventerà River Marathon Cup…
Si grazie e ci sarò perché questa old lady ha ancora voglia di gironzolare per l’Italia in mountainn Bike in compagnia di qualche altro Diavolo Rosso per ruggire ancora ma, soprattutto, per ridere ancora.
Kathy Pitton
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