La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 14 giugno 2009

Granfondo dei Colli Piacentini…per il vino devo tornare!

Altro giro altro regalo. Ovvero altra gara ed altro pacco gara ma stavolta sono tornata a mani vuote, la mia bella e buona bottiglia di Gutturnio mi è esplosa in macchina per il caldo cosi sono arrivata a casa mezza ubriaca per le esalazioni senza berne neanche un goccetto!
Avevo letto di questa gran fondo sui vari giornali di settore, dicevano fosse “facile” e nemmeno molto lunga la Classic , l’iscrizione viene automatica e parto alle sei del mattino in solitaria.
Poco prima di uscire dall’autostrada a Fiorenzuola una macchina mi sorpassa e vedo il conducente che mi saluta ma capirò solo più avanti che è Natale Reboldi, anche lui iscritto alla gara ma a quella Marathon pero’….
Ci avviciniamo a Carpaneto assieme, il navigatore mi da strane indicazioni e faccio qualche km in più del previsto con Natale accodato alla macchina; arriviamo comunque e parcheggiamo vicini, poco distanti dalla partenza e dai servizi di gara.
La coda per il numero ed il pacco gara, il chip da noleggiare, tutte quelle cose che ormai facciamo in automatico, scambiando due chiacchiere con gli amici ed i conoscenti ed il tempo scorre veloce e dopo aver litigato con la ruota davanti di Valchiria che non voleva saperne di andare al suo posto e con il gentile aiuto di uno dei ragazzi del Team Bachetti, preso da compassione profonda vista la mia disperazione, sono pronta e faccio un giretto attorno per capire come sarà il percorso.
Tutti mi hanno detto che è facile ma mi sembra strano visto che la gara è inserita in un paio di circuiti importanti, comunque vedremo, affronterò i problemi legati al percorso man mano mi si presenteranno.
Che sono stanca è lampante, non penso di aver mai fatto 14 gare di seguito in cosi poco tempo, ed aver scorrazzato per tutta la Franciacorta un gruppo di turisti Modenesi per cantine ieri non aiuta di certo le mie performances sportive ma cosi è e va bene, avrò tempo per riposare nelle prossime settimane.
Le due parole con Alfio Montagnoli sono una piacevole abitudine ormai ed ecco che lo start arriva puntuale alle 9.30; asfalto veloce per quasi 8 km poi inizia la mia tortura: un continuo saliscendi su sentieri sterrati, single track sia in salita che in discesa, belli ma troppo pesanti per le mie gambe.
Saranno molti i km che farò a piedi in salita e qua vorrei ringraziare due persone, due splendidi ragazzi che hanno sopportato questa old lady che andava solo a spinta: Tiziano ed Andrea, i due motociclisti che si sono alternati a chiudere la gara con me.
Che pazienza devono avere!!
Al primo ristoro c’è anche un Tino…. Voglio un Crodino, che si è offerto di darmi un passaggio sul camioncino…..nooooo dai, qualche km ancora, vediamo fin dove arrivo.
Anche appena prima del secondo ristoro l’addetto dell’ambulanza mi ha chiesto se volevo ritirarmi e devo dire che ci ho pensato per un secondo, ho pensato “ma si dai, fermiamoci” ma subito dopo una sabbia sorda mi ha chiuso lo stomaco ed un “no grazie” mi è uscito da solo dalle labbra e sono risalita in sella ed ho pedalato fino alla cima di quella stramaledetta salita e poi giu per i sentieri nel bosco e quando avevo di fronte altri sentieri che non riuscivo a fare mi mettevo Valchiria in spalla e salivo a piedi e poco alla volta sono arrivata a 10 km dall’arrivo; ovvio che il passaggio alla deviazione della gara corta fosse scontato ma non mi tornavano i conti con il contachilometri e non mi torneranno fino alla fine: mi hanno sempre detto 39 Km ma io ne ho fatti 46,800 ed altri come me avevano piu o meno la stessa distanza alla fine; poco male in fondo, li ho pedalati ( o spinti).
Al cartello dei 5 km all’arrivo sorrido, ho tenuto duro e sono arrivata fin qua ora è questione di poco ed ecco quell’incredibile sentiero stretto e tecnico che ha messo a dura prova la mia capacità di guida della bike: un continuo saliscendi, su e giu, destra sinistra salto….. una specie di ottovolante tra le piante, duro perché stanca da morire ma molto divertente e sembrava non finire più.
Poi la strada e quel ragazzo con la gomma a terra a pochi km dall’arrivo e come fai a non fermarti a dare una mano? Tanto la classifica l’avranno già chiusa o quasi, ultima o penultima non cambia nulla e gli passo il mio fast, sembra funzionare e ripartiamo assieme.
Poco dopo vediamo un ragazzo con una stupenda maglia che riproduceva un capo indiano che pedalava in un modo tanto strano… mezza rotazione avanti dei pedali e poi indietro…… cambio rotto, ruote dentate andate, sta di fatto che erano 20 km che pedalava in quel modo.
Gli abbiamo dato “un passaggio” !!!!
Un po lo abbiamo spinto, un po’ lo abbiamo tirato, sta di fatto che siamo arrivati al traguardo cosi, sembravamo a braccetto, un piccolo gruppo di amici in sella alle loro biciclette.
Mi dispiace solo che ho chiesto i loro nomi per ricordarli ma purtroppo ero cosi stanca e stordita dal calore opprimente che non sono riuscita a memorizzarli, mi sarebbe piaciuto chiamarli per nome la prossima volta.
Devo aver bevuto due litri tra the ed acqua all’arrivo, una doccia fredda mai tanto gradita, il pasta party, uno sguardo alla classifica del corto che non è esposta (la lunga si), mi piacerebbe vederlo scritto il mio nome però… anche se non è importante quanto sono arrivata, tanto se c’è un primo deve esserci anche un ultimo no?
Al ritorno in macchina la sorpresa: avevo parcheggiato all’ombra stamattina ma ora è in pieno sole, ci saranno 50 gradi dentro e non riesco a salire anche perché la mia bellissima bottiglia di vino è esplosa e le esalazioni sono piuttosto “ubriacanti”…forse per questo che in autostrada ho cantato a squarciagola “non saràààààà un avventuraaaaaaaaa” di Battisti, mi avranno presa per matta scatenata sicuramente.
Ora tutto è tornato al suo posto, le divise da ciclista, le scarpe, la mia bike in garage ed io a picchiettare le dita sulla tastiera del pc per raccontare questa domenica che ho passato nel modo che amo di più…..e voi sapete qual è, giusto?
Alla prossima ragazzi.
Kathy Pitton

1 commento:

Val Tidone ha detto...

Tutto degno di nota, e di buon merito. Peccato solo per la bottiglia di gutturnio esplosa