La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


giovedì 4 agosto 2011

In notturna a trovar funghi

2 agosto, un caldo che te lo raccomando e sono qua, alle 4 del pomeriggio , ad attacar fanaleria varia alla mia mtb.
Tra le email arrivate nei giorni scorsi c’era quella di Dario Sbardo che ci invitava a questa notturna, una classica di mezza estate per noi del gruppo ruote grasse G.C.Iseo.
I ragazzi partiranno alle 17.30 da Gabry, altri davanti al negozio Fattore Ciclo di Pilzone alle 19, io è meglio che parta per affari miei altrimenti non riesco a star al loro passo e rallenterei tutti.
La cena è prenotata verso le 20.45, per cui con calma parto da casa alle 17.20 e me ne vado in paese, sosta da Gabriele per comprare le batterie della luce posteriore lampeggiante che non funziona più e via lungo la litoranea fino a Sulzano.
Sosta da Cristina per due parole ( lei oggi lavora io scorrazzo in bike), le rompo un po’ le scatole e riparto verso Sale Marasino.
Un sacco di traffico in giro, d'altronde la gente è in vacanza, ma il mio passo è tranquillo, lo zaino pesa un po’ ma non mi preoccupo più di tanto, piano piano salirò sulla montagna alle spalle del lago ed arrivo al ristorante, eccome se ci arrivo, due salamine sono prenotate a nome mio e guai a che le tocca!
Arrivo alla rotonda con le indicazioni per Località Portole ed inizio a salire.
Su asfalto, un tornante dietro l’altro, un caldo micidiale e la pendenza da matti non aiutano certo le mie gambe a pedalare ma Kathy non mola e salgo, lentamente ma salgo fino a quando un arancione con l’ormone ballerino (olandese per la precisione) decide di iniziare a suonare il clacson a manetta.
Allora cristo!, tu acceleri schiacciando con il piede una tavoletta, a me tocca pedalare e se i tornanti sono stretti e tanto in due non ci si passa, cosa diavolo suoni a fare?
Perfino due tizi a passeggio col cane gli hanno fatto dei gestacci, personalmente l’ho lavato di madonne in olandese visto che lo parlo esattamente come parlo l’italiano! E che cavolo….
En po’ de bromuro magare…..
Ad un certo punto la strada si stringe ulteriormente e sta scendendo un camioncino, preferisco fermarmi che rischiare di finire contro il muro e la scusa è buona per riprendere fiato e chiedere ad una signora seduta sul balcone se mi riempie la borraccia di acqua con la canna del giardino… all’inizio sembrava non volesse farlo….ho chiesto solo dell’acqua mica 50 euro…..alla fine d3ecide che probabilmente non sono pericolosa cosi combinata, in bicicletta e con lo zaino a spalla, sudata fradicia e riempio la borraccia di quel prezioso liquido, un poco caldo ma quando la sete è tanta va bene anche cosi.
Continuo la salita e tornante dopo tornante ecco Portole e l’olandese di prima con il cane a passeggio!
Mi ha vista arrivare ed è scappato verso un cancello, l’ha chiuso ed è fischiato dentro casa…ma te pensa, magari credeva fossi Kathy due la vendetta ma sinceramente quello che dovevo dirgli lo avevo già fatto, non mi mescolo con i cretini prima che mi contagino con la loro stupidità. Semplicemente un senza palle, macchina grossa cervello poco.
Il bello è che c’era li una signora anziana seduta lungo il muretto della strada che ha visto la scena ed ha detto: la madona siura, el gà ciapàt pora…..
Mi sono sbellicata dalle risate.
Nel piazzale di fronte alla Trattoria Portole ci sono due deviazioni, una a destra per Dazze l’altra a sinistra per la Forcella di Sale e Pastina.
Ho seguito la cementata per la Forcella che tanti ricordi porta alla memoria, i miei voli in parapendio lungo la dorsale che scende a lago, quante volte ho volato da lassù fino a bordo acqua di fronte al porto di Sale Marasino, quanti ricordi dolci ed amari, fino a quell’atterraggio controvento che mi ha lasciato una lunga cicatrice sulla schiena…quanti anni sono passati eppure la voglia di volare c’è ancora, mista ad un poco di timore ma la sensazione di onnipotenza che provavo lassù tra le nuvole era unica.
Chissà, forse un giorno ci torno a cacciare il naso tra le nuvole, per vedere se sono ancora fredde ed umide, se possono ancora darmi la sensazione di essere sospesa tra la bambagia ad un chilometro da terra.
Sono riuscita a pedalare fino alla deviazione tra Forcella e Pastina e li, troppo dura per me, ho messo i piedi a terra ed ho continuato camminando.
Un attimo dopo sento una presenza dietro a me in salita e vedo sbucare Michele Canotti, in sella che, a fatica, saliva lungo la rampa in cemento.
Si è fermato un attimo ed è ripartito, ci siamo dati appuntamento in cima.
Sono riuscita a ripartire di fronte alla sorgente Gaionvere o un nome simile dove ho pure riempito la
borraccia, non ho visto cartelli che dicevano non potabile per cui….frescaaaaaaaaaaa buonaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
Quasi mi ci tuffo nella vasca di raccolta.
Da li in poi, un continuo saliscendi lungo una strada di terra battuta e ciottoli, qualche strappo ancora su cemento ma poco dopo mi trovo lungo il sentiero del Cai che viene fatto dai ragazzi della Proai Golem a piedi, la Sky Marathon di quelli duri a morire, quelli che la corsa in montagna la mangiano a merenda.
Vi sono un sacco di case quassù ed il panorama è spettacolare, il lago sembra una pozzanghera piccola e lontana eppure è ad appena mezz’ora di strada un macchina, poco più in bicicletta, bellissimo quassù comunque.
Poco dopo arrivo in uno spiazzo e vedo un gruppo di tende; alcune decine di metri e le tende sono davvero tante ed i ragazzi che le abitano anche, con zaini buttali qua e la, le chitarre appoggiate…un gruppo di scout che passerà la notte in montagna mi guardano passare sorridendo, avran pensato “questa è matta”!
Arrivo finalmente a Pastina, praticamente qua la strada finisce. Mi siedo all’ombra, ordino una coccola gelata e guardo il panorama aspettando che qualcuno del gruppo si faccia vivo.
Michele si era piazzato nel prato a riposare, chiacchieriamo un pezzo di tutto e di più ed ecco che arrivano i primi del gruppo che scende dalla montagna, quelli che hanno fatto Santa Maria-Nistisino-Pastina per single track vari nel bosco.
Venti muniti dopo iniziano ad arrivare quelli partiti alle sette dal negozio di Carlo e verso le otto e mezza siamo inventi seduti al tavolo a cenare, ridere e scherzare.
Ma prima abbiamo ammirato il mega fungo trovato da Ghigo e Thony nel bosco, sette etti di bestia che passeremo alla signora del ristorante da fare in insalata.
Cena a base di tagliatelle con i funghi e maccheroncini agli asparagi, grigliatona, insalata patate e dolce il tutto condito con vino rosso, coca cola ed acqua.
E le risate, da tenersi la pancia.
Al seguito di Andrea due ragazze che ci hanno raggiunto in macchina, forse un poco spaesate all’inizio ma che credo si siano divertite da matti dopo.
Verso le dieci e mezza abbiamo iniziato a preparare uomini e mezzi per la discesa alla luce delle lampade e led sulle bike, qualcuno con dei fari giganteschi sul casco, tutti comunque con le luci segnaletiche lampeggianti, la discesa è tosta e la velocità non sarà da poco per cui occhio…
Decido di partire tra gli ultimi per non intralciare ma poi non mi sembra di andare cosi piano, anzi….
Ghigo mi fa da cavaliere e comunque alla fine di ogni tratto tecnico il gruppo si ferma ad aspettare e le ragazze dietro sono dei tesori perché con i fari della loro macchina rendono la strada più visibile.
Ad un certo punto uno dei miei due fanali si sgancia e rotola lungo la discesa, Ghigo lo prende al volo e si continua fino in fondo dove,, in un attimo lo riattacco e riparto. Strada asfaltata ora fino a Sale Marasino dove metà del gruppo girerà verso casa mentre i restati vanno verso Iseo facendo uno strano sentiero che sinceramente non riuscirei a ritrovare da sola di giorno.
Credo si tratti di alcuni pezzi della Antica Valeriana, ed intravedo dei piccoli strapiombi accanto al sentiero ma la notte aiuta a non vedere il pericolo e farò a piedi un solo pezzetto, credo 50 metri, in compagnia di altri, troppo scosceso, per il resto tutto in sella, salite comprese.
Si arriva Sulzano sbucando dietro la chiesa su di una strana acciottolata che fa saltellare qua e la e da li, sul provinciale e tutta fino ad Iseo.
Mi hanno tirato il collo da matti.
A Pilzone Ghigo è partito ed a Covelo hanno superato i 40 all’ora…io ho mollato ad un certo punto…. Mi veniva un attacco di cuore!
Giù per Via Mirolte e Piazza Garibaldi dove la gente del paese ci gridava “Siete matti”! e sosta al bar in via Campo per una birra finale come brindisi per una bella serata in compagnia.
La gente di Iseo presente ci guarda sorridendo, capisci dal loro sguardo che non capiscono la nostra passione per queste scorribande notturne in sella ma è proprio questo il bello, siamo diversi, siamo istintivi…..e ci divertiamo.
Gli ultimi 3 chilometri li faccio in solitaria verso casa, qualche stella solitaria a rischiarare la strada che passa accanto alla riserva delle torbiere ed a rendere il paesaggio notturno spettacolare.
Una doccia calda, ancora un po’ d’acqua, una carezza alla sella di Valchiria ed a nanna tutte e due, tra poche ore si torna al lavoro ma la testa macina già altri percorsi….
Forse settimana prossima..

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