La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 20 settembre 2011

Go fat en singol trek chel’è ‘n spetacol…..

Cosi parlo Zaratustra…anzi no, il Charly del Pedale Orcheano!
Quando ho sentito questa frase , detta da Benedetti la sera della presentazione della Urcis 6h 2011 non ho potuto che sorridere, perché, conoscendo Charlye, ho immaginato il brillio dei suoi occhi mentre lo diceva ed il sorriso disarmante di questo uomo dai 50 anni e passa che sembra un ragazzino che si diverte a combinarne di tutti i colori.
E la sera stessa ho sentito la descrizione di questa gara nuova di zecca a Pompiano e da li a mandare due righe di e-mail all’organizzazione per iscrivermi è stato un attimo.
E dire che quasi non ci vado la domenica mattina dopo il diluvio nella notte di sabato, vento, pioggia stile idrante, pensavo alle condizioni del terreno che avremmo trovato, al fango….
Ma la sveglia è regolarmente suonata alle sei del mattino, il camper era pronto e molto mogia mi sono avventurata verso la bassa.
Eppure, mentre mi avvicinavo a Trenzano lungo vie alternative, mi accorgevo che il terreno era asciutto, qualche pozzanghera qua e la ma nulla di preoccupante.
Ed eccolo il cartello Pompiano, strada asciutta e la conferma poco dopo che li, la notte precedente, non aveva minimamente piovuto!
Fantastico.
Parcheggio poco lontano dal centro sportivo, il bestione ha bisogno di spazio, due passi fino alla segreteria di gara dove il Gliso e la Grazia fanno le iscrizioni, il 77 da attaccare alla bike e via a prepararmi, mi vesto da ciclista e faccio la mia macchinetta di caffé da bere prima di partire, è un rito a cui non rinuncio.
Due giri in giro li attorno, incontro un sacco di facce conosciute e tra di loro una maglia come la mia, Michele Quaranta, fermo da un po’ nel mondo agonistico ma con una stupenda bike nuova fiammante!
Non provo mai i percorsi di gara, scaramanzia o semplice risparmio energetico, ma giro un po’ tra strada e sentieri; so che c’è un passaggio in una cava, un poco di erba e terra, sabbia… vedremo man mano dai.
Via che si parte!
Obbiettivo? 4 giri e fare il possibile per spingere sui pedali il più possibile, andar piano si ma con stile però!
Anna vola subito via, Morena sta davanti a me e faremo un bel po di tira e molla lungo il percorso ,a il terzo giro lo faccio da sola, mi ha seminato cavolo!
Poco l’asfalto, sul ciglio di cava si viaggia tra sassi e ghiaia ed un po’ di sabbia ed eccolo il famoso single track del Charlye: in 300 metri te ne fa fare 800, a zig zag su e giù e su di nuovo… bello!
Sento parecchie volte un “vai Kathy..” ma non mi ricordo le facce, un grazie lo urlacchio ogni volta ed in un attimo eccolo il traguardo, lo passo e riparto.

Ad un certo punto vengo doppiata da Ale Scotti che mi chiama per nome chiedendo strada… lo sanno che li lascio passare, basta chiedere no?
Eppoi loro lottano per la vittoria, la mia vittoria invece è arrivare in fondo, divertirmi e non farmi del male,.
Un giro dietro l’altro ed ecco la campana dell’ultimo, il quarto appunto;
vedo Morena poco più avanti e faccio di tutto per raggiungerla….ci saranno solo due secondi tra l’una e l’altra ma non riuscirò a superarla… va bene cosi in fondo, è solo un gioco, un gran bel gioco.
Torno al camper serena, so di aver dato tutto quello che avevo nelle gambe ed ora mi aspetta una bella doccia calda; ma sento l’allarme da lontano e corro verso il parcheggio.-.. un cretino ha deciso di andare addosso al mio Indy rompendomi il para urti… ovviamente l’allarme è scattato ma il danno, meglio cosi, è limitato ad un pezzo di plastica rotta.
Va beh pazienza.
Al ristoro poco dopo per due pesche e dissetarmi in attesa delle premiazioni che ci saranno, quasi due ore dopo l’arrivo… Uffa!!!!!
Forse l’unica pecca della mattinata.
Stavo avvisando Alberto chiedendogli se poteva ritirarmi il premio quando mi dice “no fermati, facciamo voi donne adesso”.
Un cesto di fiori che vale tanto come un trofeo grandissimo; è li sul tavolo del salotto in bella mostra ancora oggi.
Devo tornare a casa ora, tra un ora sarò al lavoro.
Ed inizia a piovere scaricando dal cielo tutto quanto trattenuto finora ma noi abbiamo avuto fortuna, abbiamo pedalato all’asciutto.
Al lavoro nel pomeriggio ben poca gente in giro con il diluvio che tiene banco e le mie navi partono vuote verso l’isola ma io sono contenta cosi, un pezzetto di me è ancora la che gira per la cava di ghiaia e su quel single track disegnato dal Charlye.
Alla prossima.

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