La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 15 gennaio 2012

2° Sapori di Malga


Eccomi nuovamente alle prese con i volantini.
Pezzi di carta colorata scaricati da Internet o raccattati in giro che ammiccano dalla scrivania..
Il letargo è durato abbastanza, i rotolini di cicio si accumulano sui fianchi ed io ho voglia di fare qualche cosa di diverso dal leggere, sebbene i libri siano il mio grande amore dopo Valchiria.
Venerdì mattina arrivo ad Iseo, aperitivo con amici al Lume e Barbara mi chiede come stò, cosa stò progettando e le butto li sta cosa, la Sapori di malga a Caregno dove sono stata anche lo scorso anno; in quattro e quattr’otto non sono più una Kate solitaria in giro con ciaspole e racchette e ci si mette d’accordo per la serata di sabato, passa lei con Francesco da casa mia e si parte in compagnia, cagnolini compresi!
Fantastico direi.
Sebbene sia un gatto solitario anzi una gatta mi piace a volte stare in compagnia nelle mie scorribande di qua e di la, con le ciaspole o la mia mountain bike; mi piace la sensazione di essere si sola a camminare o correre ma il fatto di avere qualcuno che mi aspetta al traguardo è comunque una bella sensazione.
Alle 5 di sabato eccoli arrivare con il macchinone di Francesco, cagnolini al seguito tutti eccitati per la nuova avventura di cui credo abbiano sentore; Bella ha tanto pelo ma Kim ha una specie di cappottino per tenerlo al caldo visto che ha il pelo raso!
Per arrivare a Caregno risaliamo il monte di Iseo fino a Polaveno, poi Gardone ed Inzino, da li le indicazioni per Caregno ed il ristoralte La Fabbrica da dove parte l’evento.
Lo scorso anno un poco di neve l’avevo trovata ma quest’anno, visto la carenza di precipitazioni, le ciaspole non le ho neppure portate, gli scarponi da trekking bastano ed avanzano.
La lunga sequela di tornanti fino sul versante triumplino del Guglielmo fa proseguire con prudenza e lentamente ma alle sei e mezza siamo al ritiro pettorali e ci regalano una confezione di salsa allo zenzero e zucca.
Un caffè e due chiacchiere, un salito alle persone note o conosciute, un paio di foto accanto al falò con i cani che diventano irrequieti, lo sparo dei primi fuochi d’artificio e via che parte la lunga camminata per le strade ed i sentieri montani.
Ho la torcia notturna, di quelle che si attaccano al casco della bike o si mette semplicemente sulla testa e devo dire che aiuta parecchio, la luna sembra scomparsa dietro il crinale della montagna nonostante il cielo sia uno spettacolo unico per la stellata che palesa, le costellazioni sono cosi chiare che sembra di poterle toccare.
Il percorso è stupendo e si snoda tra boschi e sentieri su per giù come lo scorso anno; il primo ristoro dopo un paio di chilometri offre the caldo e ci dicono di tenere il bicchiere per il ristoro successivo dove troviamo Vin Brulè, cotognata di mele e cioccolata.
Seguo il sentiero e guardo le stelle, alcune persone mi superano, altre restano indietro, Barbara e Francesco sono più avanti ma io seguo il mio passo, senza ne forzare ne strafare, è troppo bello il silenzio che mi circonda e le stelle stanno a guardare da lassù, come cantava Celentano tanti anni fa.
Mi piace riconoscere il piccolo carro mentre l’orsa maggiore brilla li vicino e sembra diventare gigantesca più mi alzo lungo il percorso; sono nitide contro una notte scura e tersa, un freddo che punge ma che non infastidisce più di tanto anzi sento caldo mentre cammino in salita appoggiandomi sui bastoncini.
In alcuni tratti sono completamente sola ed in un lungo prato decido di fermarmi un attimo e sedermi su di una roccia.
Ogni volta faccio una di queste camminate nella notte, con o senza neve, i pensieri vanno a tempo fa, quando le facevo in compagnia di una persona speciale; chissà perché negli altri giorni della mia vita non ci penso quasi più mentre, ora, qua nel silenzio di questa montagna di casa, ne sento tanto profondamente la mancanza.
Forse perché questi sono i suoi ambienti, sono i luoghi dove lui ama camminare e stare mentre il mio mondo è fatto di rumore, viaggi, aeroporti, fiere all’estero, lingue straniere diverse e quell’essere a casa ovunque senza troppi problemi.
La mancanza di radici profonde che mi spinge spesso a “migrare” senza troppi rimorsi, quell’essere a casa dove appoggio la borsa che molti amici veri ormai conoscono, la perenne voglia di fare qualcosa, qualunque cosa pur di non dover stare ferma non sempre ha aiutato i miei rapporti interpersonali e cosi, ora, qua nel silenzio mi ritrovo a pensare a come avrebbe potuto essere diversa la mia vita se avessi avuto più stabilità ma sul forse e sui ma non si fonda nulla purtroppo.
Mi rialzo e riparto verso valle, seguendo la scia delle luci di quanti come me hanno deciso di passare una serata alternativa al freddo.
Arrivo alla malga successiva ricalcando parte del percorso dell’inizio e trovo uno splendido ristoro a base di crostini con formaggio, lardo, salame, frittata, frittelle, di tutto e di piu…. Ma mi fermo poco, troppo caos e la magia di una notte stellata si perde tra gli schiamazzi della gente presente che sembra fare a botte per un pezzetto di formaggio spingendo e sbraitando lasciando l’educazione a casa come spesso accade.
Riparto per la parte finale del percorso, un lungo prato da discendere, un ultimo ristoro che salto, e via verso il traguardo, un tratto di strada asfaltata al buio.
Lo squillo del telefono rompe il silenzio poco dopo, sono Barbara e Francesco che mi chiedono dove sono e dico loro di voltarsi perché sono a venti passi dalla loro macchina.
Sembra passato un solo attimo e sono due ore che cammino per la montagna; un cambio veloce, i cani in macchina e stiamo già scendendo verso Gardone Valtrompia e casa.
Alle 22 sono a casa, una doccia bollente cancella il sudore e parte della stanchezza ma sto già pensando alla prossima volta, ho trovato un volantino che dice che il 28 gennaio a Pianborno c è una camminata notturna…..
Io non stò ferma, mi piace troppo scorrazzare in giro per il mio mondo fatto di montagne, sentieri e strade bianche, prati d’alta montagna che profumano anche d’inverno…
Quale profumo?
Quello della libertà.

Nessun commento: