Eccola.
A settembre le avevo detto addio quasi con le lacrime agli occhi, chiusa un epoca di lunghe ed estenuanti 24h in sella tra quei paesini diventati quasi casa ogni settembre negli ultimi 10 anni.
Ma poi rinasce, in una formula, diversa, molto diversa.
Una 24h solo per solitari, un percorso nuovo e ben diverso da quello degli anno passati, una location tutta nuova, sul lago Mago di Caderzone Terme.
Ed io non resisto e mi iscrivo sebbene non abbia ancora la certezza di essere libera dal lavoro ma è come se fossi una falena attirata inesorabilmente da quella lucina che brilla lassu…..
E di sabato mattina alle 5 me ne vado verso il lago d’Idro, seguo la strada che porta in Trentino e, due ore dopo, eccomi arrivare a Caderzone Terme e seguire le frecce verso la ciclabile, tribolare non poco per passare con il bestione, parcheggiare accanto alla strada ed andare a chiedere informazioni sul dove ritirare il pacco gara.
Rimango un po’ male quando mi dicono che devo scendere fino a Strembo per ritirare il tutto ed allora monto in sella e ci vado in bicicletta.
Ritiro numero fatto, due saluti, un pit stop al negozietto locale dove per anni ho fatto la spesa durante le 24h, e ritorno al campo gara dove deduco che è meglio che sposti il camper in un parcheggio poco lontano visto che faccio solamente la 6h e me ne andrò ancora in serata.
Per anni in questa manifestazione ci si ritrovava in tantissimi, più di mille a volte ed essere cosi pochi, poco più di 150 fa cosi strano! Ma l’organizzazione ha fatto delle scelte ben precise, solo solitari appunto, per cui poca brigata vita beata!
So che il percorso è duro per via dei post ricevuti dagli amici che hanno avuto l’opportunità di provarlo nei giorni scorsi, non ci penso neppure a provarlo prima della gara, avrò tempo a sufficienza per faticare nelle sei ore che seguiranno dal via in poi pertanto mi preparo un panino e mi guardo attorno, bel posto, mi sa che ci torno con un libro ed una sedia sdraio per riposare un poco.
La partenza verrà data sempre davanti al municipio, una deviazione verso Bocenago per salutare” il paese che ci ha ospitato nelle scorse edizioni ( e non dimentico lo strudel di quella signora che lo passava direttamente dalla finestra della sua cucina ), un passaggio lungo la strada di Strembo e poi via verso il percorso e si inizia davvero….. a tribolare di brutto!
Una cementata dietro l’altra, un piccolo respiro tra l’una e l’altra, lo scollinaere al ristoro e poi giu a scavezza collo lungo la strada cementata in discesa verso la ciclabile, a freni tirati dalla paura facevo i 30 all’ora.
E lungo la ciclabile per rifiatare, il passaggio al traguardo per poi iniziare nuovamente e fare quella salita spacca gambe che arrivava nel bosco dove il sentiero, inesistente fino a pochi giorni prima, si snodava lungo il ciglio di una scarpatella ed a furia di passare le radici affiorano e si scivola tanto è che un ragazzo ci vola giu restando appeso agli arbusti e la sua bike più giù di un pezzo.
Dopo il primo giro no avevo piu parole ma a testa bassa, a piedi, ho continuato.
5 giri, una nullità a confronto di chi ne ha fatti 10 volte tanti ma di più il mio corpo non lo permetteva.
Ed arrivare alla fine delle sei ore tanto stanca da non riuscire quasi a salire a bordo del mio camper, dovermi attaccare ai corrimano laterali.. robe da matti.
Sembra passato tutto cosi velocemente, la premiazione poco dopo, il pasta party con degli amici, i complimenti alla mia “rivale” arrivata prima ma essere felicissima del mio secondo posto, della mia medaglia di legno che metterò con tutte le altre e del cesto pieno di squisitezze, dell’intervista, di tutto quell’essere li insomma che ogni volta mi ripaga di quanto faccio o fatico.
Un saluto agli amici, le battute con i ragazzi, il camper da portare a casa e dover guidare piano piano con tre soste intermedia per via delle ginocchia che sembravano prendere fuoco per lo sforzo….. ma nonostante questo non riesco a smettere.
Si dovrebbe far scarico dopo una gara ma se si lavora 12 ore fai ben poco cosi o rulli o aspetti il giorno di riposo e stamattina, con un vento gelido a farmi compagnia saltare in sella e salire sul monte Alto spingendo con fatica sui pedali ma non fa nulla, ci sono ancora.
E sto gia pensando alla prossima volta…..
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