6h di Lesignano de Bagni
La 6h del Barboj… è cosi che si chiamava prima….
Ora, location cambiata, non ci sono più i vulcani piccolini con il fango termale che sobbollono qua e la lungo il percorso, ricordo che mia figlia ci giocava tutto il tempo; e ricordo la scottata galattica che mi ero presa sulle spalle alla prima edizione fatta a Rivalta di Lesignano, su quelle colline colorate dalla terra strana e calda.
Riesco a farmi dare ferie dal lavoro e me ne vado fin laggiù gia di sabato mattina in camper, con molta calma.
Arrivo a Lesignano, seguo le indicazioni per le piscine Molinazzo, lascio alla mia destra la location dello scorso anno e seguo le indicazioni datemi da Matteo via email ed arrivo al laghetto… cioè a quella pocia grande come un fazzoletto.
Parcheggio accanto all’unico camper presente per il momento e scopro sia quello di Pierino degli Mbo di Brescia; due chiacchiere e detto fatto sono sistemata e pronta per una ricognizione percorso.
La bici è pronta, io pure e via a provare questo nuovo percorso che già dai primi metri si rivela abbastanza duretto per me.
Non amo molto i percorsi su sentieri pieni di radici, sono infide, basta un attimo e sei a terra, il primo pezzo poi presenta una discesina subito con un bell’arco del diavolo, cioè un ramo gigantesco di traverso dove devi stare attendo alla testa…. Testa bassa ovviamente e giu di botto per poi, pochi metri dopo, dover risalire su di una rampa corta ma bella in piedi.
E da li in poi un pò di bosco, sterrato lungo il fiume Parma, sentieri e strade battute, sassi ed un guado… il guado….. il mio disastro tutte le volte.
Praticamente ci ho fatto il bagno ogni volta!
Comunque con il terreno asciutto si va e dopo 40 minuti sono di nuovo alla partenza.
Due chiacchiere con Vania e lo zio Willy, ci si accorda per stasera cioè cena in compagnia e me ne vado al camper per una doccia calda ed un cambio veloce.
Tira vento stasera e devo dire che la felpa non da per nulla fastidio, anzi!
Ed alle otto me ne torno verso il tendone, cerco i ragazzi dell’organizzazione e con loro mi accomodo alla tavolata per cenare.
Torta fritta, che a me sembrano dei ravioloni giganteschi, piatti e piatti di affettato tagliato grippo, pane e birra… cena da atleti davvero direi!!!
E la serata passa cosi, tra due chiacchiere ed un boccale di birra, una risata e gli aneddoti raccontati dallo zio Willy e mi pare passata solo mezz’ora ed è gia notte inoltrata quando me ne tornerò al camper.
Le mie notti in camper sono sempre un mezzo disastro, dormo poco e male ma non per scomodità anzi… quasi quasi il letto è più comodo del mio a casa, ma non so il perché….mi sveglio venti volte, prima ho freddo poi ho caldo, poi ho sete e cosi avanti fino al mattino quando mi devo alzare e naturalmente mi addormento perchè sono stanca.
Meno male che la gara parte a mezzogiorno!
Un caffè, una colazione tardiva cioè mezzo pranzo, preparo tutto quello che reputo necessario per la gara e quando esco dal camper la sorpresa delle nuvole nere non mi piace neppure un po’.
E le prime gocce cadono verso le undici ma sono solo poche e potrebbe andare bene…. Ma appena finisce il breefing capitani ecco che comincia il diluvio vero e proemio, cioè una pioggia insistente e fredda che purtroppo, con qualche piccolo attimo di eccezione, ci accompagnerà per tutte le cinque ore della gara… cinque ore non sei.
Si perché dopo mille scivoloni, cadute più o meno disastrose, ambulanze che correvano di qua e di la, hanno deciso di interrompere l’evento alla quinta ora e di non continuare e devo dire che è stato quasi un sollievo!!
Freddo, tanto freddo ho patito, puoi mettere tutti gli anti acqua che vuoi ma la pioggia ti cola lungo il collo attraverso il casco e ti ritrovi la schiena gelata>; le tre cadute fatte, anche se nel fango, hanno lasciato i segni , ancora ora dopo una settimana ho le gambe ricoperte di graffi e la schiena di ematomi.
Ed i vari passaggi nel guado, la pioggia battente, il fango appiccicato addosso, tutto questo ti lascia un senso di spossatezza addosso che ti porti per alcuni giorni e ci vuole una buona dose di forza di volontà per arrivare in fondo.
L’ultimo gir attorno al laghetto sembrava non finire mai e quando sono passata sulla linea del traguardo con lo zio Willy ( che non è zio di nessuno ma lo chiamano cosi) che mi urla Kathy l’hai finitaaaaaa beh ho fatto un urlo stile gatto incavolato…….liberatorio!
Ma poi, doccia calda fatta e vestiti asciutti addosso, passa tutto e ti pare di essere appena arrivata li e di dover cominciare ancora tutto.
Me ne torno al tendone pulita e lustra per il pranzo e la premiazione, si perché premiano anche me… sono quinta! Ed un bel salame si aggiunge alla bottiglia di Lambrusco ed alla scatola di cosmetici che spetta a d ogni donna, scorta fatta per un anno!
Ma più del premio ciò che resta è quella bella soddisfazione di aver ancora una volta avuto la forza e la voglia di fare qualche cosa di diverso, di unico, di duro ma divertente allo stesso tempo perchè per quanto io faccia non riesco a smettere di pedalare con un numero attaccato alla bike!
Il resto della serata lo passo sul camper in compagnia di un libro, la stanchezza stanotte mi vincerà di sicuro e la mia decisione di partire al mattino dopo si rivelerà vincente.
Dopo una gara cosi non me la sentivo proprio di fare due ore guidando di notte per tornare a casa. Mi sveglio con calma il lunedì mattino, colazione assonnata, partenza verso le nove ed alle 11.30 sono già a casa con il camper già in assetto di viaggio per la prossima volta…
Tra poco c’è la Urcis 6h… non mancherò di certo!
Alla prossima ragazzi!
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