La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 24 agosto 2009

1° Trofeo Memorial Ivan Nember


Le mie povere gambe stavano ancora gridando vendetta per il Parco delle Colline di ieri che già preparo la sacca per un'altra trasferta…..diciamo mezza trasferta, è più corretto cosi.
Pur sapendo che le gare di Cross country non mi sono congeniali, vorrei andare fino su al Colle di San Bernardo a vedere dove è l’osservatorio astronomico; non devono esserci costruzioni attorno per non falsare la luce naturale delle stelle e deve essere in alto, veramente molto in alto.
I ragazzi della squadra Mtb del Lumezzane ne hanno messa in piedi una veramente tosta e gia dalla partenza so che non la porterò a termine ma sapendolo dall’inizio ho il vantaggio fin da subito di non dannarmi più di tanto, è il luogo che mi interessa e, non da meno, la promessa di un pane e salamina alla fine della gara.
Ormai il rumore del furgone di Dado è conosciuto nella mia via, fa parte del colore locale e, quando arriva, tutti sanno che stiamo per partire per una delle nostre sortite in mtb!
Lumezzane non è cosi lontano, 40 minuti di strada, e ce la godiamo chiacchierando del più e del meno come sempre; la mia ragazzina ha preferito stare a casa per finire i compiti delle vacanze visto che l’inizio delle scuole è dietro l’angolo ma mi porto dietro il suo In bocca al lupo Ma!!
Arriviamo al centro sportivo a ritirare il numero di gara e ci indicano una chiesetta in cima alla montagna, da la si parte e si arriva; la strada sale con una pendenza micidiale, tant’è che spesso il furgone fa fatica sia a fare i tornanti che ad arrancare fino alla curva successiva e quando si incrocia un'altra macchina è quasi impossibile farsi da parte.
Alla sommità del monte altre macchine sono già parcheggiate a bordo strada, non si riesce a continuare e decidiamo di fermarci a pochi metri dalla linea di partenza, rigorosamente in salita.
Non siamo in tantissimi ed i volti sono quelli di bikers conosciuti nelle tante gare mtb in giro, le maglie si riconoscono dai colori, Zaina, Agnosie, Mtb Crew, G,C.Iseo, Iseo Racing, Scott e tante altre che, in automatico associ ai nomi di chi le indossa.
Anche i partecipanti e vincitori del Parco delle Colline di ieri sono qua, per loro sarà una passeggiata, per tutti gli altri un pochino meno.
Due chiacchiere con il Chico Mex Giorgio Pasotti e Silvia Pasini, unica altra donna presente e, sicuramente, l’unica vera ciclista delle due.
Due pedalate su e giù e quel che vedo mi spaventa un po’, troppo dura e pericolosa e la stanchezza per la gara di ieri non è certo un valido aiuto per cui quello che avevo dato per scontato diviene una certezza, giro di lancio poi mi fermo, più che altro è che terrei in ballo l’organizzazione un sacco di tempo per nulla, per aspettarmi magari un ora dopo l’arrivo di tutti gli altri e non mi sembra giusto.
Al via partono tutti a razzo e nel giro di un attimo mi ritrovo già in panne sulla salita cementata e non ho neppure iniziato il giro di lancio!
Qualche battuta la sento dai presenti ma se te la prendi allora non dovresti neppure uscire di casa, continuo finchè riesco e poi scendo e spingo. Arrivo in prossimità del fettuciato nel campo accanto all’osservatorio astronomico e già i primi passano dal lato opposto e capisco che non ha senso una gara cosi per me, conosco i miei limiti.
Dado poco avanti a me mi fa segno di continuare ma decido che stop, mi fermo.
E lui che fa? Torna indietro e si ferma anche lui!!!!
Solidarietà credo…. O semplicemente la consapevolezza che anche per lui sarebbe stata durissima.
Ci avviciniamo al traguardo e comunico ai giudici la mia intenzione di fermarmi ed attendiamo gli altri.
Il passaggio dei primi è spettacolare, volano letteralmente ma gli altri hanno il viso contratto dalla stanchezza, grondano sudore e si vede la loro fatica trasparire dall’espressione dei visi.
Dura, durissima dicono, particolarmente in discesa.
Vicino a me qualcuno dell’organizzazione che mi dice che sono in classifica comunque…. Ma siete matti ragazzi?
Ho fatto solo il giro di lancio, non è giusto per principio e non è rispettoso per quanti l’hanno fatta tutta, in particolar modo per i ragazzi che faranno ben due giri arrivando distrutti!
Mi fanno un sorriso e rispondono che ci vuole anche una buona dose di coraggio ad iscriversi ad una gara cosi… coraggio o un bel po di incoscienza dico io, qualche volta mi rendo conto di essere addirittura più fuori di quanto mi abbiano spesso detto!
Mi faccio due risate all’arrivo “tattico” di Alberto: si ferma a 100 metri dall’arrivo per aspettare il passaggio del primo per non fare il secondo giro e, come pensavo io, non fare aspettare tutti mentre magari in solitaria finiva il tracciato.
Passerà il traguardo abbracciato a Betelli con tanto di foto ricordo scattata dalla Grazia.
Il sono un po’ fuori schema ma Alberto mi segue a ruota però….
Siamo un gruppo di pedalatori malati di passione per le ruote grasse ed è un visus che non riusciamo a debellare, nonostante la fatica, il sudore, le cadute ed una serie incredibile di escoriazioni.
Anche Gabriele arriva al traguardo un po’ sacramentato….una caduta nel fosso ed un'altra poco dopo gli lascia dei bei segnacci sulle braccia e sulle gambe, medaglie, sono solo medaglie!!
Ci avviciniamo al tendone delle premiazioni e ci sediamo a mangiare il nostro panino, ascoltando la musica e le persone attorno a noi.
Alla fine mi premiano, un premio che non credo di aver meritato ma che comunque fa piacere.
Scambio quattro chiacchiere con Pasquali e con Giorgio e Silvia e poi si torna verso valle prima in bike e poi col furgone.
Ho un'altra foto ricordo scattata dal Chico Mex alla premiazione ed una montagna di sensazioni positive che mi resteranno addosso ancora per qualche giorno ma di riposo però, devo riordinare le idee in vista di un'altra avventura in Mtb, in Trentino stavolta.
I ragazzi del Lumezzane hanno fatto un gran lavoro per questa gara, gara dura ma in un contesto veramente unico e spettacolare e meritano di certo, per la prossima edizione, di un adesione massiccia di quanti amino questo sport.
Io non ci sarò come ciclista ma, probabilmente, come tifosa!!!
Alla prossima ragazzi
Kathy Pitton

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