La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 7 agosto 2009

Ma il convento dov’è?


Seduta con le zampotte all’aria ed un po di ghiaccio sulla caviglia nel giardino di casa ed il naso infilato in un bicchiere da dove si leva il profumo del vino regalatomi dai ragazzi di Nuvolento, ripenso alla serata di ieri, 6 agosto, ed alla tostissima gara messa assieme da Emanuele Bodei e dai ragazzi dalla Bike and Friends, una cross country spacca gambe alla sua seconda edizione a cui non ho potuto resistere.
Giorno strano per una gara il giovedì ma per quanti come me sono di riposo proprio in quel giorno, un piacevole modo di passare la serata tra amici bikers e profumo di porchetta arrosto, un po di musica e tanta fatica!!
Iscrizione di tutti e quattro i Diavoli Rossi del G.C. Iseo e via alla volta di Nuvolento in una torrida giornata d’agosto: verifica tessere, due battute con molti conoscenti, il numero 126 da attaccare alla bike ed aspettiamo gli altri, Zambo e Gabri, che arriveranno poco dopo.
Riesco a far ridere tutti quando dico che devo scaldare le gambe, lo sanno che se mi danno troppo ora poi non vado più, ma devo pur far finta di essere una ciclista seria qualche volta, oppure no??
I commenti di quanti l’hanno provata fanno venire i brividi: durissima, piu dello scorso anno…..andiam bene allora!
Era già durissima la volta scorsa e sono riusciti scovare un'altra salita con una pendenza tale che quasi mi ribalto indietro e subito dopo un single track da urlo tra pietre e radici affioranti, come prova percorso mica male.
Sarà meglio tornare indietro ed aspettare in griglia, ascolterò un po di musica per rilassarmi.
Accanto a me una ragazza, Lorena Zocca, non avevo mai avuto il piacere di conoscerla personalmente pur avendo letto di lei in molte classifiche e lei che, sentendo il mio nome dice: i diari di Kathy….
E’ bello sapere che qualcuno mi legge, chissà, magari tra qualche anno lo scrivere diverrà il mio lavoro…..bah, ho i miei dubbi però non si sa mai!
Via che si parte e quel veloce tratto pianeggiante sembra sparire inghiottito dalle ruote di Valchiria e la micidiale salita si presenta davanti a me in un attimo e Dado che fermo a meta mi urla: ci ritiriamo?
Ma se non siamo neanche partiti, pedala dai che è meglio.
Certo che pedalare vuol dire stare in sella e se non ci riesci perche non vai su allora si cammina e scopri che la bike pesa un accidenti e la usi come supporto per non cadere; chissà dove sono già i primi la davanti, il mio Angelo di nome e di fatto in sella alla moto da cross mi segue sorridendo, qualche volta incitandomi…Dai signora!!!
Una passerella in legno prima di un fettucciato nel campo e scivolo malamente, la caviglia fa croc ma non stò ad ascoltarla, dai che ora c’è la salitona sterrata nel bosco: io non so come facciano, poco dopo mi doppia Ramon Bianchi, sembra in sella ad una moto ed io non ho neppure fatto metà percorso, poco dopo arrivano Pasquali e Botticini anche loro ad una velocità….
Il ristoro è una specie di miraggio, acqua per calmare la sete, acqua da mettere nella borraccia e poi giu, finalmente un po di discesa, ma che discesa!
Vedo che molti altri la fanno a piedi, il mio Sindaco preferito, l’organizzatore della Sunset mi raggiunge e pure lui commenta che è pericolosa, ma loro vanno giu ad una velocità incredibile.
Anche il Gliso, nonostante abbia bucato, vola verso la fine della discesa, io vado piano tanto non cambia niente, in fondo ci arrivo come sempre.
Avevo dimenticato le scale, quelle da fare poco prima dell’arrivo, un po in sella ed un po a piedi e poi via fino al traguardo dove Emanuele, in versione speacker, mi saluta ed io passo col braccio alzato…ultima donna ma comunque al traguardo.
Mia figlia ad aspettarmi, le foto assieme a Dado e Mauro, un cambio veloce d’abiti ed una doccia sommaria visto che i signori maschietti si sono appropriati di tutte le docce e non ho voglia di aspettare due ore e via al tendone dove la porchetta arrosto spande il suo profumo nell’aria e risveglia l’appetito dei presenti.
Un po’ di musica, le chiacchiere, le classifiche da guardare e le premiazioni che sono una festa per la nostra piccola squadra: Mauro al suo primo podio 5° di categoria M4, Dado 4° della M5 ed io 3° (ed ultima donna) della categoria MW mentre Gabriele è 12° della categoria M2.
Il premio è quel qualche cosa di tangibile che ti porti a casa ma a me resta sempre sulla pelle quel sapore di conquista, quella sensazione di benessere che dura giorni interi e mi fa stare bene a prescindere del posto in classifica, sono cosi tante le maglie nere che ho collezionato in questi anni e le ho tutte addosso come una seconda pelle, perché io ero li e mi sono messa in discussione attaccandomi un numero sulla schiena o sulla bike, mi sono schierata in griglia accanto ai campioni veri senza voler fare nulla di piu’ di quello posso in realtà fare, magari una fatica dell’accidenti che ti fa stringere i denti e qualche volta ti fa anche piangere ma in fondo ti fa stare bene.
Il ghiaccio sulla caviglia si è sciolto ormai ma il livido rimarrà qualche giorno ma lo considero una medaglia alla mia incoscienza, alla mia voglia di volare anche senza le ali per poterlo fare.
E pensandoci bene sono due anni che vado a Nuvolento al Trofeo del Convento ma io, sto convento, non l’ho ancora visto, mi sa che mi tocca tornare anche la prossima volta, un giro solo però per le Old Ladies.
Questo bicchiere di vino rosso è un brindisi a me ed a Voi ragazzi, fino alla prossima volta.
Kathy Pitton

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