La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 23 agosto 2009

Il Parco delle Colline di corsa!


Di ogni gara mi porto a casa qualche cosa, un ricordo, una situazione magari un poco ridicola, qualche escoriazione ma della Mediofondo del Parco delle Colline, organizzata dai ragazzi di Rodendo Saiano porterò a casa due cose in particolare: il caldo ed un angelo in bike che si chiama Riccardo Magni.
Ma cominciamo dall’inizio di questa caldissima giornata.
Una gara che già lo scorso anno mi aveva attirato ma la collocazione estiva la rendeva un poco complicata per quanti, come me, lavorano nel turismo e le domeniche le passa a lavorare di solito… non sempre riesco a “Scappare” chiedendo ferie, non sempre c’è chi mi sostituisce ma quest’anno, una serie di fattori hanno fatto si che potessi tranquillamente iscrivermi e pedalare.
Provata a pezzi sia con Dado che con Zambo nelle scorse settimane e sperando che Giove Pluvio si decidesse a far cadere un po’ della sua acqua su questa torrida estate, alle otto e mezza carico Valchiria sul furgone di Dado ma lo seguo con la mia macchina stamattina, dovrò essere al lavoro verso le 14.30 e dovro correre per arrivare in tempo, le mie performance in bike non sono sempre veloci, anzi!
Parcheggio “tattico”, vicino all’uscita dello stesso per poter scappare verso la tangenziale alla fine della gara, pronti che si parte per bere un caffè e fare due chiacchiere con le decine di persone che già animano il parterre in attesa di Zambo che in un sms mi comunica che è in chiesa………
Veramente lui intendeva “alla chiesa” e già noi a pensare che non sapesse più a che santo votarsi e che tentasse anche quella strada pur di finire la gara…..
Un continuo prendersi in giro anche durante il caffè al bar ma il bello è che ci piace ed è divertente.
La partenza sarà in due gruppi distinti, la Granfondo alle 10 e noi mezzofondisti alle 11, sotto un torrido sole che già ci fa sudare da fermi, figuriamoci dopo pedalando.
Il gruppo dei più forti è gia schierato in griglia, gli altri si accodano poco dopo e noi aspettiamo che partano per poi far passare un po di tempo scaldandoci girando per le strade sterrate che circondano il paese.
Quando Zambo passa con gli altri del primo gruppo gli urliamo di tutto “Dai Mauro, Zambo vaiiiiiiiii che sei forteeee!!!” chissà poi se ci sente con le cuffiette del lettore mp3 nelle orecchie.
Partita la Granfondo sembra non restare nessuno, un silenzio per qualche attimo come se tutto fosse finito e che la gara sia terminata cosi, con il via del giudice di gara, ma ecco che cominciano a vedersi tutti gli altri, quelli come me e Dado che faranno la Mediofondo, quelli che andranno più piano e che se la prenderanno meno.
Perfino due bikers siciliani in griglia di partenza con noi, da Messina precisamente, che trasferta lunga ragazzi, spero sia stata l’occasione per una bella vacanza in Franciacorta!
Pronti via che si parte e l’inizio su strada invoglia spingere forte sui pedali e si toccano punte di 35 km/h e sono tantissimi per me e preferisco rallentare altrimenti non arrivo più.
I chilometri si accumulano sul display del mio computer di bordo e presto, troppo presto forse, inizia la salita della Santissima, un lungo nastro d’asfalto con pendenze veramente a due cifre, metto il rampichino e su, piano piano e qua inizio ad intravedere le ali del mio angelo personale.
Mi supera quasi in cima alla rampa, mi incita quando si accorge che stò mollando e mi aiuta la sua voce, quel “dai non mollare che ci sei quasi”, mi aspetta quando vado più piano di lui.
Mi accorgo che non ha il numero di gara, un infiltrato per cosi dire, ma credo che senza il suo aiuto morale non avrei mai passato il traguardo oggi.
Discesa tecnica e poi via lungo una stradina bianca accanto alla tangenziale, la chiesa vecchia e l’inizio della salita della Tesa, un mezzo calvario che farò a piedi fino alla deviazione del percorso corto dove quasi mi commuovo quando qualcuno del RS Bike mi dice che con i miei racconti trasmetto emozioni.
Nel Dna mi trovo questa capacità di mettere parole in fila con un senso compiuto ed a queste parole lego le mie emozioni e sensazioni ma qualche volta vorrei essere capace di andare anche in bike come scrivo, mentre invece sono un mezzo disastro in sella!
Pazienza, non si può avere tutto dalla vita, sono contenta cosi.
La discesa nel bosco è divertentissima, lascio correre la bike e Riccardo davanti che fa strada e cerco di seguire le sue scie anche se lui è veloce e la mia poca pratica di tecnica di discesa unita ad un po di sana strizza mi frena ma arriviamo in fondo senza danni e via, ora tocca al Berta.
I tornanti in asfalto non sono cosi duri ed è bello vedere anche il mio coach Paolo della palestra che fa lo sbandieratore ma poco dopo inizia lo sterrato e diventa tutto un poco più complicato, minore aderenza delle ruote, il caldo che mi fa sentire una sete pazzesca e sembra sempre che le borracce siano vuote anche se le ho appena riempite, e la polvere che mi si infila negli occhi facendoli lacrimare ma lui è li, vicino a me, e non mi lascia un attimo e non immagina lontanamente l’aiuto che mi sta dando.
Quando poi inizia quel sentiero tecnico in discesa dove le pietre sono instabili e le radici affiorano, sarà lui stesso a dirmi di scendere, di non rischiare, e continueremo assieme a piedi fino a quando non riusciro a vincere la paura e risalire sui pedali.
E la discesa finisce e quel veloce campo che mi porta sul rettilineo e poi al traguardo mi vedrà sorridere e spingere sui pedali con Riccardo accanto che mi spingerà a spremere ogni singolo muscolo fino alla fine, fino al passaggio sotto lo striscione del traguardo dove Alberto mi farà una foto mentre gli faccio le linguacce e Mauro mi urla Brava!!
Non ho salutato il mio angelo in mtb.
Ero talmente di fretta che sono corsa alla macchina, ho buttato la mia bike sul furgone di Dado e sono partita alla volta di casa vestita da ciclista con le scarpette ancora ai piedi, chiamando la mia collega al telefono dicendole che stavo arrivando, di portare pazienza ancora un po’.
Sono arrivata a casa trafelata, doccia al volo e mi sono messa l’uniforme e precipitata al lavoro dove, alle 14.30, ho preso regolarmente servizio… fa nulla se avevo ancora il cuore che batteva a mille.
Guardano le increspature del lago oggi nel pomeriggio ho pensato a come ringraziare quel ragazzo a cui non ho detto neppure ciao ma che ha regalato due ore della sua giornata per aiutare me, un illustre sconosciuta, a finire una gara che lui avrebbe probabilmente fatto in metà del tempo.
Spero di incontrarlo presto in un'altra gara per dirgli Grazie!
Grazie per aver avuto pazienza e per avermi spinta al limite, a provare ad andare oltre ed a non mollare perché oggi, forse, lo avrei fatto e sarei venuta meno al mio codice d’onore personale dove sta’ scritto che non si molla mai.
Alla prossima
Kathy Pitton

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