Vi capita mai di avere un pensiero fisso in mente, una di quelle cose del tipo” io la ci voglio andare…”, ecco quella li!
A me capita di continuo, come se avessi un baco nel cervello che va di qua e di la lasciandomi la voglia di andare a fare questo o quello… e la Caspolada di Fondo in Val di Non era una di queste; migliaia di persone che letteralmente prendono d’assalto il paese di Fondo che, ogni anno, prendono parte a questo evento sportivo divenuto nel tempo prima prova di Coppa Italia di corsa con le racchette da neve, poi prova di Coppa Europa.
Atleti di molte nazionalità diverse che si mescolano ai semplici amatori, anziani a braccetto che cantano e genitori che si trascinano i figli al seguito sulle slitte, una varia e colorata umanità che si mescola per dare vita a questa festa sportiva, ad una gara nella neve.
Erano anni che volevo venir fin quassù e stavolta sono partita addirittura prima, arrivando il mattino precedente; un ottima organizzazione aveva previsto l’arrivo dei camperisti e ci siamo sistemati vicino ad un palazzetto dello sport, poco distante da dove passa il bus navetta che trasporta da un paese all’altro tutte ste’ persone; solo che il giorno prima il pettorale lo consegnano solo a Fondo ed allora decido di andarci a piedi a mò di allenamento… quanto mai! 5 km all’andata ed altrettanti al ritorno con 5 gradi sotto zero! Mamma che freddo.
Sono tornata al camper semi congelata, altro che mamma Terminator come dice Elsa!
Devo dire che ho dormito un gran bene però ed al mattino a parte un leggero doloretto alla schiena, tutto ok e pronta a ciaspolare su e giù per sta valle che non conosco!
Alle otto colazione, pantaloni da fondo e giacchino leggero e sono pronta a raggiungere Romeno da dove si parte….e siccome sono fulminata che di più non si può decido di andarci a piedi tanto per scaldarmi un poco; non ricordavo fosse cosi lunga però!
Mi accorgo che il telefono squilla e mi chiedono dove sono, ovviamente arrivando in bus sono già tutti alla partenza e mi tocca pure correre per arrivare in tempo ma non sono pronta a quanto mi trovo di fronte: un fiume immenso di persone, circa 6000, con ciaspole ai piedi, zaino in spalla, cani al seguito, un rebelot da paura!
Ed io che volevo correre…alla faccia.
Addirittura mi accorgo che sono già partiti mentre decine di autobus stanno ancora scaricando centinaia di partecipanti poco distanti dalla partenza…va beh io parto!
Correre all’inizio è quasi impossibile, una ressa tale non è facile da tagliare ed allora mi metto a lato percorso dove la concentrazione di persone è decisamente meno e via, finalmente riesco a correre un poco, niente di che ma almeno vado abbastanza veloce.
Quello che vedo davanti a me è un immenso serpentone di persone, un sacco di donne vestite da Befana visto la ricorrenza odierna, ma ci sono anche un sacco di ragazzi con le parrucche più incredibili ed i trucchi da clown sui loro visi; certo che han proprio voglia di far festa,altro che gara!
I cartelli dei km si susseguono a lato pista, ed il tempo passa come passa il freddo iniziale ma ho fatto bene a vestirmi poco, è un po’ come in bike, il corpo muovendosi si scalda e meno sei vestito meno ti stanchi… coperti si ma senza esagerare; vedo tante persone che iniziano col togliersi le giacche a vento ed i pile più pesanti ma poco dopo avranno freddo….. non saranno pochi quelli che dovranno essere portati al traguardo con le motoslitte dell’assistenza lungo il percorso.
Quello che mi dispiace è che ad un certo punto la pista disegnava una curva piuttosto lunga ed ampia e molta gente ha tagliato il percorso, guadagnando almeno un paio di km e molti di loro avevano il pettorale da agonista….
Ognuno decide per se stesso come fare le cose ma se decidi di affrontare una sfida, personale o meno che sia, abbi almeno il coraggio di portarla fino in fondo; certo, si fa fatica, è dura e se magari non sei allenato ti fa male la schiena.. ma allora stai a casa! Cosa ti metti in gioco a fare se poi non hai il coraggio di finire ciò che hai iniziato………questo ovviamente è il Kathy-pensiero, ciò che IO reputo giusto, il resto del mondo può fare ciò che vuole.
Al ristoro sidro di mele caldo e qualche biscotto poi via di nuovo e mi piace il freddo sulla faccia mentre le mie gambe scottano per la fatica.
L’ultima salita e si entra in paese tra le strette stradine di Fondo, una folla festante di persone che guardano, applaudono o chiamano chi conoscono o riconoscono tra i corridori.
1h18 minuti ed una manciata di secondi.
Classifica?
Non lo so, anche perché per la categoria non agonisti viene stilata solo in ordine alfabetico ma so’ per certo che alcuni agonisti sono dietro a me… piccole soddisfazioni per una Old Lady.
Ciò che so invece è che due ore dopo arrivava ancora gente, cantando con i bicchieri di Vin Brulè in mano, gruppi di ragazzi che ridendo passavano il traguardo tra gli applausi della gente mano nella mano o a braccetto e diretti di corsa ai banchetti in piazza per un panino con i Kalb-bratwurst cotti li al momento e buoni che mmmmmmmmmm… ne ho mangiati due di panini.
Mi sono fatta stampare il diploma di partecipazione e lo metterò nel mio album dei ricordi con le foto ed il numero di pettorale, come faccio sempre quando torno da uno dei miei “raid” come li chiama mia figlia.
Il bello è che, mentre scendevamo lungo i tornanti che portavano all’autostrada alla volta di casa, nonostante un fastidioso mal di schiena stavo pensando che , magari, l’anno prossimo andrò a fare quella in Val Gardena di ciaspolata, oppure quella di Pragelato in Piemonte ma è meglio che stia zitta con i miei a casa… sssssssssss segreto, altrimenti iniziano a rompere già da ora!!!
Alla prossima ragazzi.
Kathy Pitton
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