La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 14 marzo 2010

Fosbike…….senza fosso!!

Alcune gare le ricordi perché hanno un particolare oppure è il nome che ti affascina ed allora decidi di farla; altre volte ancora sei talmente abituato ad iniziare la stagione con le gare di pianura che ti iscrivi ad un circuito come se fosse un dovere/piacere ed è quello che capita a me ogni anno con la Fosbike.
Terza prova del River Marathon Cup e seconda prova del Prestigio Mtb eccomi in quel di Carpi ieri sera alle sei, camper parcheggiato tra molti altri e due passi fino alla sede della Polisportiva San Marino per vedere se è possibile ritirare già da ora il numero per la gara di domani mattina; mi dicono di no ma l’occasione è buona per far due chiacchiere con Stefano, uno degli organizzatori, e dargli la bottiglia di Franciacorta come omaggio da parte del G.C.Iseo oltre all’invito a partecipare alla nostra Rampigolem del 4 luglio prossimo.
Stò cercando di allargare i confini strettamente regionali della nostra gara, di farla conoscere e, magari, di far conoscere un poco di più anche la nostra zona geografica, conosciuta si per il vino ma c’è molto altro da vedere e scoprire.
Comunque sia, bottiglia consegnata e ritorno alla mia casa viaggiante, un piatto di pasta in solitaria ed un po’ di tempo a far zapping col telecomando, ma è uno sport che non mi piace proprio, spengo tutto e dopo una lunga ed animata discussione con la bombola vuota del gas che non voleva saperne di farsi cambiare, accendo la stufa e vado a dormire non senza aver dato uno sguardo al transatlantico parcheggiato accanto a me, un mastodonte con garage, officina e non so che altro al suo interno!
Chissà perché il mattino sembra sempre corrermi incontro quando sono in giro per gare da sola e mi accorgo che non è stato il suono della sveglia a svegliarmi ma le chiacchiere dei tanti bikers arrivati nel frattempo, il parcheggio è strapieno di gente che va avanti ed indietro, di bike scaricate dalle macchine e numeri da attaccare.
Il mio è il 539 e lo attacco a Valchiria, una controllatina alle gomme ed alla catena ed eccola pronta a partire; preparo la ciclista qua presente e via che si parte, qualche km per scaldare le gambe che fa un freddo dell’accidente.
Nell arrivare ieri la cosa che mi ha colpito di più è stata la neve che da noi è sparita quasi subito ma qua è ben presente sia lungo la strada che sul percorso; mi dicono che fino a mercoledi ne avevano 50 cm e pensavano di dover rimandare tutto.
Quando mi avvicino alla linea di partenza noto una cosa: il famoso fosso da attraversare a piedi 100 metri dopo la partenza stessa è pieno di acqua gelata ed hanno posizionato l’arco gonfiabile a lato del prato… peccato cavolo, era la particolarità di questa gara il dover scendere pochi metri dopo essere partiti per saltare quel fosso e poi via!
Ma credo proprio che con tutta quell’acqua e la neve sarebbe decisamente improponibile rischiare di bagnarsi a pochi metri dal via e dover fare 50 km di gara poi.
In griglia un sacco di facce famigliari, Natale mi chiama e mi saluta mandandomi un bacio ed aspetto il via chiacchierando con Eugenio del più e del meno.
Via che si parte, occhio a non agganciarsi e cadere subito!
Strada asfaltata per i primi chilometri e poi inizia un mare di fango, neve ed acqua gelata!
Giro a destra e la bici va a sinistra, metto i piedi a terra e sprofondo fino alle caviglie in una melma gelata di neve sciolta e fango, esco dal sentiero perché mi pare che l’erba sia meno faticosa e mi trovo nelle pozzanghere sulle quali si stende una crosta di ghiaccio che rompo con le ruote della bici…. Che roba!!!
Ma li, a testa bassa, ad andare avanti.
E quando arrivo sulla strada asfaltata e vedo un gruppo che va a destra mentre le frecce indicano a sinistra un po mi arrabbio ma vado avanti a piedi dove non riesco a pedalare e, porco mondo io non taglio il percorso, faccio un giro solo e quando arrivo arrivo!!!
E sono quasi sulla strada nuovamente quando arriva l’uomo bionico, Fabio Pasquali, sembra Robocop!
Come diavolo faccia a volare sopra il fango non lo so, lo invidio e lo ammiro allo stesso tempo e spingo avanti la mia Valchiria sorridendo a Stefano che fa la staffetta da un incrocio all’altro in moto da cross.
Ed i km scorrono piano sotto le ruote ma scorrono ed ecco il cartello degli ultimi due chilometri e, poco dopo, la linea del traguardo.
Sono stanca e le gambe fanno male ma è bello sentire il proprio nome ed il nome della mia squadra dal microfono dello speaker ed intravedo un viso famigliare, una persona di Iseo che fa foto e mi chiama e facciamo due chiacchiere: sono qua per una manifestazione in un paese poco lontano, hanno visto tutto l’ambaradan della gara ed han deciso di fermarsi a curiosare.
Porto Valchiria al lavaggio ma, dopo aver visto la coda le faccio fare un tuffo nel ruscello li vicino, giusto per togliere il più grosso del fango ed altri seguono l’esempio; non è che si pulisca proprio bene ma almeno la metto nel gavone del camper con un paio di kg di fango in meno sulle ruote, il resto lo farò con calma a casa.
Doccia bollente e via al pasta party che è un polenta party in verita: un piattone di polenta morbida con sugo e formaggio….Buona!!
Guardo le premiazioni, applaudo alle ragazze, un saluto a Naty che torna verso la macchina con me ed è ora di tornare a casa con calma.
I Genesis mi fanno compagnia lungo la strada ed accompagnano i miei pensieri; se potessi tracciare la strada che seguono nel loro vagare sarebbero mille arabeschi, a volte colorati a volte grigi.
Oggi avevano un colore opaco, forse come sono io ultimamente; sorrido certo, parlo con i miei mille amici, scherzo sul fatto che qualche volta le lumache vanno piu veloci di me ma come lascio tutto questo mi sento un po’ sperduta, come se non avessi più le ali per volare.
Vorrei tanto prendere quel raggio di sole lassù e tenerlo stretto ma mi sa che devo raggiungerlo pedalando e Valchiria mi darà una mano.
Kathy Pitton

1 commento:

Monte Cantiere Outdoor ha detto...

Sei un mito Kate, e non sentirti sola quando torni a casa, è la stagione brutta così lunga che mette malinconia... ma sono sicuro che tutti coloro che ti conoscono sono con Te!