domenica 7 marzo 2010
X Bionic con la bora!!!!
Cambiamenti climatici, surriscaldamento terrestre, piogge che si trasformano in tifoni tropicali, uragani improvvisi ed onde anomale che si abbattono sulle navi… i giornali ci hanno abituati a queste notizie e se ci dicono che nevica a marzo mentre dovrebbe esserci un po di primavera brontoliamo un poco, ci arrotoliamo una sciarpa attorno al collo e via.
Ma che la bora di Trieste avesse deciso di cambiar direzione e trasferirsi in Lombardia e per la precisione ad Asola questa domenica proprio non me l’aspettavo.
E dopo questa mise en place un po’ strana veniamo ai fatti della giornata che è meglio vah!
2° edizione della X Bionic, valida come 2° prova del River Marathon Cup e prima prova del Prestigio Mtb ( vale una stella).
Lo scorso anno con Dado era stata divertente, un poco lunga ma bella, classica gara di pianura, argini da salire e scendere e lunghi rettilinei da fare a tutta ed era stata una bella giornata di sole ma stavolta l’inverno che non vuole mollare si è preso una bella rivincita regalandoci si una giornata con qualche raggio di sole ma, a seguito delle piogge dei giorni scorsi ( e qualche inaspettato fiocco di neve), una distesa di fango dove pedalare diventa davvero difficile e faticoso ed un vento tale da far cadere parecchia gente.
Più di una volta mi sono trovata a sbandare di qua e di la facendo parecchia fatica a stare in piedi.
Stavolta con me c’è Zambo, al secolo Mauro Zamboni, che ha deciso praticamente all’ultimo momento di partecipare e, di conseguenza, con un numero piuttosto alto e nelle griglie di coda alla partenza.
Siamo in tantissimi schierati lungo il vialone che da il via alla gara, lo scorso anno poco piu di 600, stavolta i ragazzi dell’Emporio Team hanno fatto l’amplein: 1500 iscritti, un numero davvero notevole per una gara di inizio stagione.
Noi donne siamo tutte assieme in una griglia, siamo in 22 se non ho contato male e rivedo volentieri Marika, Vania e molte altre, ci si scambia qualche frase portafortuna e poco dopo, con la musica nelle orecchie,via lungo la strada per il lunghissimo giro di lancio che sgranerà il gruppo.
Non sarà una gara facile, ho la spalla dolorante a seguito della caduta delle settimana scorsa e, fintanto pedalo in pianura fila tutto liscio, ma come inizia il fango si inizia ad usare anche la forza delle braccia e li iniziano i guai e fa un male dell’accidenti.
Zambo mi supera gridando di avere problemi al cambio ma sembra un missile rispetto a me; non me la prendo, con calma cerco di mantenere un ritmo costante e avanti cosi.
Sono tanti i ragazzi che mi salutano passando, sono anni ormai che giro per i campi di gara di mezza Italia e loro sono abituati a trovarmi un po’ ovunque nei vari percorsi, tipo prezzemolo insomma; cerco sempre di non rompere le scatole a quelli che hanno fretta di passare ma porto a termine le mie gare, tutte, con serenità, sapendo che la mia testardaggine me le farà finire sempre e comunque, prima o poi si arriva in fondo.
Mi piace cosi tanto rivedere ogni domenica i loro volti, Roby l’istruttore di spinning, Super Mario che mi abbraccia e mi solleva per aria nonostante io gli urli di non farlo, Umberto e Marino, i ragazzi degli Slowbikers o gli Mbo, è come se ogni fine settimana mi facessi un regalo da far durare esattamente sei giorni per poi rifarmene un altro la domenica successiva.
Di questa gara ricordo soprattutto il vento, talmente forte che sembrava volermi fermare e mai, dico mai una sola volta è stato a favore! O da destra o da sinistra o dietro, raffiche da paura; ho visto alcuni ragazzi volare letteralmente a terra, senza grossi danni per fortuna ma comunque è un peccato dover interrompere una gara, è come se mancasse il sale alla giornata e tutto diventa insipido.
Poi il fango, quello bello grasso che si appiccica dappertutto e rende davvero difficoltoso pedalare, quello che speri finisca presto e lasci spazio ad una strada bianca seppur piena di pozzanghere ma su di cui puoi pedalare ed andare avanti.
E finalmente sento da lontano la voce di Alfio Montagnoli e so che la gara stà finendo ed il traguardo è la, appena dopo quelle piante ed allora mi sento più leggera e diventa più facile guidare Valchiria fin sotto lo striscione dell’ arrivo.
Due parole con Alfio ed il suo microfono e la stanchezza sembra lasciarmi ed arriva il benessere, quello che mi fa star bene e sorridere; mi avvicino al camper fermo tra decine di altri nel parcheggio, Valchiria nel garage interno ed un dolce calore mi accoglie, mi rilasso un po’ aspettando l’arrivo di Mauro.
Il resto è quella routine che fa parte di ogni singola gara, grande o piccola che sia, il pasta party e le premiazioni, due chiacchiere con gli amici e l’appuntamento alla prossima gara, la prossima domenica sarò di nuovo in terra emiliana.
Un po’ di musica ci accompagna verso casa e siamo entrambi silenziosi, stanchi, ognuno con i propri pensieri; il bello di essere compagni di squadra è che si conoscono le sensazioni l’uno dell’altra e non bisogna spiegare come ci si sente, lo si sa e lo si capisce.
Negli ultimi tempi alcune cose non hanno girato per il verso giusto, lasciandomi un po’ di amarezza e parecchia tristezza da smaltire, ma so anche che , poco alla volta, riuscirò di nuovo ad essere serena perché il dolore passa, restano solo le cicatrici ma quelle le puoi nascondere.
Nel mio modo di vedere e vivere la mtb ho imparato che si deve saper accettare la fatica cosi come il sudore perche’ fanno parte di questo sport; spero di poter vivere ed accettare anche altre situazioni, accettando di pagarne lo scotto se è questo che devo fare, se questo significa poter continuare a sorridere.
Oggi è un giorno cosi.
Kathy Pitton
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1 commento:
Peccato non aver potuto dividere quel sedile con voi , spero ci saranno altre occasioni ,il fatto poi di accettar situazioni che poi ti faranno soffrire può anche nascondere un lato nascosto ma non per questo non piacevole.Sorridi e continua a farlo .
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