lunedì 7 febbraio 2011
9° Giro delle cascine - Winter Trophy
I ragazzi dell Emporio Team sanno inventare ogni anno delle sfide nuove e per questa stagione si parte con il Winter Trophy, tre prove di seguito con il finale a Cavriana per la prova del Campionato Italiano mtb Udace.
La prima prova oggi, domenica 6 febbraio, tra la nebbia ed il freddo della bassa pianura padana, il Po poco lontano ed un sacco di chilometri da macinare da casa mia per arrivare in questo paesino dal nome altisonante di Torricella del Pizzo, provincia di Cremona.
Alle 6 e mezza parto da casa con la mia compagna in macchina, il cielo è ancora scuro e fa proprio freddo.
Questo strano inverno che ci regala pioggia a catinelle e giornate dal sole splendente non mi tiene ferma a casa, la voglia di andare è sempre tanta ed un nuovo circuito mi incuriosisce sempre per cui navigatore puntato verso sud e via.
Il sole si alza piano sulla pianura con un colore rosso sangue tingendo di colore le nuvole prima e l'orizzonte poco dopo e, mentre guido, mando un messaggio ad un amico, gli scrivo che mi manca, in particolare nelle lunghe ore passate a guidare per raggiungere questo o quel campo di gara.
Mi sento sempre piu sola ultimamente, come una vecchia pianta che sta seccando e che non trova modo di alimentarsi, saranno gli anni che passano, saranno le scelte fatte sarà forse questo vecchio cuore sntimentale che si innamorava ogni giorno di un alba o di un tramonto oppure, semplicemente, di parole lette su di un buon libro e fatte mie perchè mi trasmettevano emozioni; ora non trovo emozione guardando un tramonto, vedo solo il mio di tramonto, non provo nulla guardando l'alba perchè le mie credo di avere consumate tutte e sono poche le parole lette in un libro che mi restano provocando emozioni.
Decisamente questo non è un bel periodo per il mio "io", spero che almeno sui pedali io possa ritrovare la mia voglia di sorridere.
Ci metto parecchio tempo per arrivare e ad un certo punto vedo delle macchine con le bike sul tettuccio che vengono in senso opposto al mio, giro la macchina e le seguo, non possono che andare alla partenza di questa gara, non vi è null altro qua attorno ed infatti, poco dopo, ecco l'arco della partenza e le facce sorridenti dei biker ella domenica.
l'iscrizione ed il numero, un saluto alle amiche che non vedevo da tempo, un abbracio con Tiziano Salati del Team Sculazzo che mi ospiterà per la prossima edizione dell'Aironbike e via a preparare la bike e me stessa.
Un circuito classico di pianura, sterrato fangoso e gli argini da salire o scendere sull erba, un giro di 8 chilometri da ripetere tre volte per noi donne e quattro per i ragazzi. Non provo il percorso, avrò tempo di farlo durante la gara e giro li attorno per scaldare mani e piedi che si sono letteralmente congelati dal freddo.
La nebbia si leva ed uno splendente sole comincia a scaldare il terreno e l'atmosfera ed ecco la voce di Alfio che mi chiama, le due domande che mi fa sempre e la mia risposta come da routine: sono qua perchè mi piace.
Si parte per categorie e le donne sono le ultime e troviamo il tempo e la voglia tutta femminile di scambiarci le solite battute e di scherzare sul fatto che tutte ci mettiamo il rossetto prima di partire, come se fosse un gesto scaramantico.
Pronti via.
Il terreno ghiacciato si lascia andare ai primi raggi di sole e non so decidere se è meglio il terreno gelato dove rischi di cadere continuamente o il fango che ti trattiene e fa scivolare e ben presto mi ritrovo con la bike piu pesante di 2 kg per tutto il fango raccattato che fa da freno tra la ruota ed il forcellino.
Mi fermo, lo tolgo e riparto, come fanno quasi tutti del resto.
Il tempo passa, i chilometri anche ed ecco il traguardo e la fine della gara.
Ci metto un bel momento a togliere almeno il grosso del fango accumulato e meno male che ho un vecchio lenzuolo in macchina per coprire i sedili e cercare di non sporcare.
Un cambio veloce perchè la doccia la farò a casa e via al ristoro al caldo.
Mi siedo ad uno dei tanti tavoli predisposti dall organizzazione con un the bollente e della crostata e mi guardo attorno, tirando le somme della giornata: sono parecchie le cose che ricorderò di oggi.
Nulla hanno a che vedere con la gara, quella è una cosa a parte, ma è bello ripensare agli occhioni castani di Denise, piccola campioncina di 15 anni con gli occhi spalancati sul mondo oppure all abbraccio di Nicole, giovane promessa della mtb lombarda che corre con il papà e la sorella e mi abbraccia ogni volta come se cercasse conforto tra le braccia di una madre e mi fa piacere, molto.
La dolcezza della compagna di Fabio Pasquali a cui regalo un libro e lei lo vuole pagare mentre io provo piacere a farle questo piccolissimo presente di racconti dove vi è anche il suo amore.
E Fabio Pasquali stesso con cui parlo sempre volentieri, questo ragazzo campione di onestà e bellezza interiore che guarda le persone con uno sguardo aperto e schietto che mi piace da morire perchè in quegli occhi vedo un raggio di sole ogni volta.
Ed è bello vedere i volti contenti di chi, come me, passa qualche ora sulle ruote della mountain bike per nutrire una passione grande e sincera senza paura di sembrare ridicolo al resto del mondo.
E sorrido ripensando allo sguardo di quel signore alla partenza che ha sussurrato un " son tutti matti" vedendoci passare sporchi ed infangati ma felici come ragazzini con un giocattolo in mano.
Un premio anche per l'ottava donna e mi porto a casa il solito "sacco della spesa" come dice Elsa che vale molto solo per il fatto che ho pedalato con il cuore mettendo in quelle pedalate tutta me stessa, con un sorriso.
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