La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 20 febbraio 2011

Winter Trophy e vai!









Obbiettivo number one del 2011 centrato.
Fare e finire il nuovo circuito di Matteo and Co., il Winter Trophy appunto.
Cominciato per ridere come sempre stamattina ho finito due dei tre giri della gara di Cavriana che, oltre al circuito citato, era inoltre il Campionato Italiano d’Inverno Mtb organizzata dall’Udace.
E dire che non ci volevo venire visto le tre giornate alla Borsa del Turismo di Milano ed il mio rientro ieri sera tardi, perché dopo la fiera ho voluto andare alla presentazione del nuovo libro di Mauro Corona e se dormi si e no quattro ore non sei sicuramente in condizioni perfette, men che meno per affrontare un Campionato Italiano….
Ma siccome la mia testa pensa una cosa ma il mio corpo ne fa un'altra, alle cinque stamattina ero a preparare la sacca e la bike che, poverina, aveva addosso ancora la polvere di domenica scorsa a Leno, il ché fa capire quanto sono uscita in bicicletta questa settimana.
Camper sempre pronto e via verso la bassa, tangenziale per Montichiari e giù di li fino a Cavriana, litigo con la radio che mi fa ascoltare solo Radio Maria e niente altro alchè spengo e canto io…; seguo le indicazioni ed in un attimo sono al campo gara, posto riservato per i camper e via a fare l’iscrizione che mi ero ripromessa di mandare giovedì e che non ho fatto per dimenticanza….
Va bene lo stesso, mi iscrivo al momento, tessera a posto, 353 da appiccicare a Valchiria e pronti..
Circa…
Il terreno è pesante, il cielo è grigio e le prime goccioline cadono piano piano, una qua ed una là….. no dai, non piovere per favore.
Il gruppo degli “Altri enti”parte alle 9 mentre i ragazzi tesserati Udace alle 10.30 per cui in un attimo è già ora di partire.
Il sorriso di Roberta, il saluto di Sandra, il tifo di Laura sono le cose che fanno star bene e che mi fanno pensare: beh sarà dura ma la finiamo, vero Kathy?
Il proposito è quello di fare un giro, vediamo lungo la strada quello che poi effettivamente sarà perché i progetti posso cambiare “in corso d’opera” oppure può capitare quel qualche cosa che ti fa cambiare idea sul momento.
Ecco che Alfio inizia la lunga chiamata dei nomi, categoria per categoria e si parte scaglionati, si sfila lungo un campo delimitato dalle fettucce e poi si inizia il lungo sali scendi per sentieri e strade bianche, il lungo single track nel bosco su di un terreno pesante con al moto dietro a tutti a chiudere la fila.
Partendo nel gruppo di coda hai dietro la moto per forza. A lui basta girare la manetta del gas per accelerare, se poi il motociclista in questione ha l’ormone ballerino per motivi suoi o per carenze di vario genere diciamo, senza entrare troppo nei dettagli, e spara un paio di frasi che ti fanno girare giusto un pochettino le scatole, vedi che sta vecchia gallina qua si inchioda, gira la bike, gli va incontro e lo lava di madonne che ne basterebbero la metà.
E dopo averlo diffidato dall’avvicinarsi più di venti metri altrimenti sarebbe stato a rischio di estinzione in modo piuttosto violento, sono risalita in bici e con calma, ma proprio tanta calma, ho ripreso a pedalare, ho finito il primo giro discese toste comprese, ho avuto il subdolo piacere di vedere il suddetto pinguino cadere a gambe per aria sullo stesso sentiero tecnico, ho passato il traguardo e sono ripartita per il secondo giro con la lingua di fuori, il cuore a 200 ma con un nervoso addosso che se mordevo qualcuno moriva li stecchino in tre secondi.
Il secondo giro è stato durissimo.
Mi sembrava di non andare avanti, di non arrivare mai in cima ed avevo l’impressione che le gambe si stessero consumando per auto combustione.
Mamma che fatica.
Mi sono fermata un paio di volte a parlare con i ragazzi lungo il percorso ma per riprendere fiato perché non ne avevo proprio più e tutti mi hanno detto la stessa cosa: non mollare Kathy.
Io non mollo, faccio una fatica bestia, arrivo sempre al limite ma non mollo, mai!!
Mai!
L’ultimo chilometro è stato il più duro e credo che la gara sia stata per me, per la poca preparazione e perché nell’ultima settimana non ho avuto ne la possibilità di allenarmi ne la possibilità di riposare in modo adeguato dopo il lavoro in fiera, una delle più dure che ho fatto. Che bella però!
Si bella.
Può sembrare un controsenso ma non lo è.
Un percorso da mangiare sui pedali a grandi bocconi, brevi rampe che non lasciano scampo se sbagli il rapporto e discese velocissime e tecniche che non ti danno la possibilità di esitare ne di sbagliare altrimenti sei a terra tra i rami bassi del bosco.
Un bosco i cui rami ti sfiorano il casco mentre le radici delle piante, che affiorano sul sentiero, cercano di frenare la tua corsa ed a volte ci riescono, facendoti sbandare e devi controllarti con tutta te stessa e con tutta la concentrazione che ti è possibile se non vuoi cadere malamente.
Eppure, quando passo il traguardo mentre l’ultimo gruppo dei ragazzi Udace parte per la sua gara, sembra passato solo un attimo dalla partenza; due bicchieri di the caldo, un tramezzino, ritiro le chiavi da Alfio che gentilmente si presta a tenerle mentre gareggio e torno al camper per una doccia veloce.
Stavolta l’acqua che scorre sulla pelle non riesce a portar via anche la stanchezza, è proprio tanta oggi.
Ma poi, cambiata e pulita, mi avvicino alla zona arrivo, riconsegno il numero e vado al pasta party dividendo tavolo e compagnia con Baldassarre e sua moglie, con Natale Bettineschi ed molti altri.
Iniziano a premiare noi “Altri Enti” e mi consegnano un pacco per il quinto posto di categoria e Matteo vorrebbe scusarsi per quando successo lungo il percorso, la mia piccola discussione con il motociclista…. Ma non voglio le sue scuse, non è il caso, non è ne colpa sua ne dell’organizzazione.
E poi io i miei casini me li risolvo sempre da sola, il tipo l’ho ribaltato di mio e per me è finita qua.
Lui continuerà a sparare cavolate sui fondoschiena delle varie “ultime” in gara ed io continuerò ad andare in bike, più piano magari cosi lo faccio tribolare un po’ di più, ci vogliono almeno sei maremoti per fermarmi e non è neppure detto…..
Mi fermo ancora a lungo per vedere le classifiche del circuito, farò anche da “appoggio” al pc per Alfio mentre, dopo la premiazione del Campionato Italiano, metteremo l’Inno di Mameli alla consegna delle maglie tricolore.
Adesso si torna a casa sotto una pioggerella leggera, un ora di strada canticchiando tra me e me mentre il tempo scorre lento ed i miei pensieri vanno alle prossime pedalate, al fango che troverò lungo gli argini e nella golena del Po’ tra una settimana.
Ma quella sarà un'altra avventura.

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