La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 3 aprile 2011

Una tartaruga zoppa alla South Garda Bike


Fa parte di un pacchetto all inclusive che ho sottoscritto a dicembre 2010 e meno male che sono andata a vedere quali erano le gare, ho fogli d’iscrizioni varie sparpagliati sulla scrivania che sbucano da sotto questo o quel libro che devo far mente locale e vedere bene di stendere un calendario altrimenti sono guai.
Comunque dopo il mezzo rataplam della settimana scorsa alla Tre Valli con relativa gamba incerottata e dolorante e gli urli di Paolo il fisioterapista, la ramanzina di Lorena l’amica medico ed il bel Luis che fa da coach che mi ha guardata storta tutta settimana, io sabato pomeriggio sono partita alla volta di Medole e del parcheggio camper indicatomi da Tazio via email.
Cunei sotto le ruote, oscuranti per i vetri messi posto, in quattro e quattr’otto eccomi in paese a ritirare il pacco gara ed il mio numero, 1203, deviazione verso il parco e la relativa gelateria di cui conosco la bontà solo per il fatto che Rosanna Ferrarini ha postato su Facebook una nota in cui ne decantava gusti e squisitezza….
Un nocciola fragola da leccarsi i baffi!
Due passi e me ne torno al camper, uno tra i tanti parcheggiati dai componenti della colorata tribù dei biker che sembra darsi appuntamento ogni fine settimana di qua o di la per l’Italia, nomadi per passione senza essere zingari ma con lo spirito libero che vuole solo correre.
Leggo il mio libro, ascolto un poco di musica e guardo la televisione che mi fa compagnia fino all’ora di cena, due spaghetti in solitaria ancora qualche pagina del libro ed è ora di andare a nanna, ma prima ripenso allo spettacolino hard gratuito offertomi da quel gruppo di ragazzi dei camper accanto che, incuranti del fatto che io fossi sul mio a finestre aperte, hanno fatto uno striptease da urlo…..wow che bel dormire dopo!
E’ il ritmo sincopato della suoneria che ha messo mia figlia sul telefono a svegliarmi e la voce squillante di Lorena che mi da il buon giorno a buttarmi giù dal letto alle sette o poco meno del mattino di questa domenica mattina, un cielo azzurro ed un sole splendido che annuncia una giornata splendida.
Mi vesto ed assieme a lei vado in paese, un caffé tra un saluto e l’altro agli amici, due chiacchiere e due risate ed è ora di darsi una mossa, preparare la bici e noi stesse per questa nuova avventura sui pedali.
Camper chiuso e via alla volta della zona partenza, su e giù dalla strada per scaldare le gambe e cercare di fare una gara decente….certo che i cerotti del taping del fisioterapista fanno una strana impressione sulla mia gamba malandata ed ho quasi paura di forzare, e se poi sento di nuovo quella coltellata al polpaccio che faccio?
Ho deciso di fare una gara al risparmio, partendo piano e vedere le reazioni del muscolo malandato e decidere poi di volta in volta, a sensazione, come pedalare.
Tanto arrivo prima o poi.
Via che si parte, strada asfaltata e strada sterrata poco dopo, la moto che fa avanti ed indietro tra i partecipanti avvisandoci che, se non arriviamo in tempo al cancello del punto di controllo 14 ci deviano e saremo considerati fuori tempo e di conseguenza fuori gara!
Bella sta storia, non lo avevo mica letto nel regolamento però!
A vai alloraaaaaaaaaaaaa, Kathy pedalaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Ed eccola la salita del radar, dura e lunga ma non mollo e non metto i piedi a terra, piano piano arrivo in cima ed all’inizio di quel sentiero in discesa, tutto di traverso ed in contro pendenza ed ecco che quel ragazzo con la barbetta inizia a fare i suoi numeri: sarà caduto almeno sei volte in 200 metri ed ogni volta che chiedevo o chiedevano se aveva bisogno di aiuto si alzava, e serio come mai diceva: va tutto benissimo!
Insomma o che il suo concetto di benissimo è decisamente sfasato oppure cadendo le botte avevano lasciato il segno….
Mi rendo conto che i chilometri corrono sotto le ruote ed il tempo passa e se all’inizio facevo più fatica, ora mi accorgo che pedalo e vado e la fatica sembra non farsi più sentire.
Deviazione tra lungo e corto e la soddisfazione di fare tutto quel sentiero in discesa nel boschetto, con tutto il panettone fuori dietro la sella e scendere a tuta e vedere alcuni che fermi accanto mi lasciano passare… ma te pensa!
Faccio i single track in discesa veloci!
Bella sensazione non avere paura qualche volta, mi faccio anche una risata tutta sola e via lungo la salita che porta al ristoro ed all’inizio di quel sentiero in comune tra lungo e corto negli ultimi chilometri, lasciar passare i primi anticipati dalla moto apri pista, veder passare Marzio Deho alla velocità della luce e seguire poco dopo il gruppo cercando di non intralciare…. Ma se intralciano me mi incavolo anche però.
Chiedo strada ad una ragazza che fa di tutto, lei a piedi ed io in sella, per non farmi andare giù da quel sentiero…..quando finalmente riesco a passare ci pensa il suo compagno a fare altrettanto.. ma dico! Che cavolo vi prende?
State forse lottando per il primo posto o siete dietro con me?
Dal cartello con scritto 5 chilometri all’arrivo in poi è stato un susseguirsi di zig zag, di manfrinate varie che mi hanno fatto andare in bestia… allora! O vai o mi lasci passare!
Che vado piano lo sanno tutti ma non fatemi tirar fuori la lupa arrabbiata altrimenti sono guai e metto il rapportane ed a costo di farmi scoppiare le coronarie e saltare tutti i muscoli grandi e piccoli ed anche quelli che non hanno ancora inventato, io passo il traguardo a 38 all’ora, davanti a quei due a costo di lasciare sul loro casco il segno delle mie ruote.. e cosi ho fatto….quasi non mi fermo dall’onda che avevo preso, e si perchè se sommi velocità più peso più incavolatura salta fuori un bel rebelotto!
Un salto al ristoro ed ecco che spunta Lorena! Cavolo se ha fatto il lungo con lo stesso tempo che ci ho messo io a fare il corto son messa proprio male; invece la mia carissima amica dottoressa ha fatto il suo lavoro lungo il percorso, soccorrendo il ragazzo che le era caduto addosso in bike rompendole in chip; l’ha aiutato bloccandogli l’articolazione danneggiata ed aspettando l’arrivo dell’ambulanza per poi ripartire e fare il corto, passando il traguardo senza chip ed aspettandomi.
Andiamo assieme al camper, facciamo la doccia ed eccoci pronte per il pasta party e le chiacchiere post gara tra in tanti altri che hanno finito la loro fatica.
Chissà perché il tempo ora passa veloce, lei deve tornare a casa ed io anche ma è come se non si avesse voglia di lasciare questo mondo in cui ci troviamo e ritroviamo ogni fine settimana.
Rivedo un amico dopo tanto tempo, Gian, al tavolo con i suoi compagni di squadra, Sonia in una lunghissima fila per arrivare al parta party che noi stiamo abbandonando ma decidiamo di coccolarci ancora un attimo e la poro alla gelateria di ieri, un dolce cono per chiudere in bellezza la giornata.
Lei parte con la macchina, io preparo il camper e poco dopo sono per strada alla volta di casa ed alla vita di ogni giorno.
So che per guarire bene devo stare ferma per un po’ di tempo e che per un mese circa non devo fare gare ed ascolterò il consiglio stavolta, cercherò di allenarmi comunque nei ritagli di tempo, tra lavoro ed i corsi di aggiornamento ed i mille altri impegni che mi si presentano ogni giorno ma facendo attenzione e cercando di “usare la testa”.
Ma maggio non è cosi lontano e, dopo aver visto la nuova divisa dei ragazzi del gatto giallo di Odolo, voglio essere pronta per il loro appuntamento, piano piano arriverò al traguardo, magari ultima ma so che qualcuno di loro sarà ad aspettare anche questa tartaruga che, per allora, spera di non essere più zoppa.
Alla prossima ragazzi.

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