La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


mercoledì 2 novembre 2011

18° Trofeo Cantine Virgili-Mantova



Ultime gare di stagione, ultime pedalate per la pianura Lombarda e non mi importa se devo fare un ora di strada per arrivare a Mantova città, parto alle 6 del mattino e seguo la tangenziale.
La gara di domenica sul Po mi ha stancata ma non mi va di stare a casa sul divano, dopo due ore sarei idrofoba per cui, stanca o no, me ne vado a fare questa garetta passando il 1 di novembre in sella e non a portar fiori ai morti come fanno tutti oggi, come se fosse obbligatorio ricordare le persone trapassate solamente in questa giornata ed andare al cimitero tutti tirati a bigolo con le face di circostanza mentre negli altri giorno dell’anno non si ricorda ne pensa a nessuno…lo trovo ipocrita, fermo restando che ognuno fa quello che gli pare ma nulla può impedirmi di dire ciò che penso.
Arrivo alle sette e 40 alla cantina Virgili, sede e partenza di questa gara che si snoda lungo le campagne mantovane a ridosso della città, parcheggio il bestione in modo da non dar fastidio a nessuno e vado al bancone delle iscrizioni, ritiro il numero e ritorno al caldo.
La nebbia è fastidiosamente umida, il freddo mi entra nelle ossa e sembra che neppure la giacca pesante riesca a tenermi calda; mi cambio con calma sebbene la gara parta alle 9, preparo la bicicletta e via a scaldarmi un poco pedalando qua attorno.
Le facce sono quelle di sempre, le ragazze poche ma i sorrisi sono quelli che ricordo, quelli che esprimono la gioia di poter essere qua, nonostante il freddo e la nebbia.
Dai che si parte.
Alle nove in punto ci chiamano in griglia e si parte a scaglioni per categoria e noi donne siamo le ultime a partire.
Un breve tratto di strada sterrata e poi quello strano tratto che tanto mi ricorda un percorso di Four cross, le gobbe di terra a farti saltare al di la di loro stesse per averne un'altra subito dopo.. e cosi per alcuni tratti….sembra l’ottovolante!
Subito dopo la terra compatta è segnata dal passaggio dei primi e quella curva a destra sembra addirittura in parabolica se segui le scie degli altri ma se non vuoi seguirle e ne esci ti trovi nella terra morbida e sprofondi.. che strana partenza.
Poco dopo il sentierino tra le piante, la salita verso la strada asfaltata, un altro sentiero da fare a tutta perché in salita altrimenti ti pianti e via lungo le strade sterrate e bianche, i campi ed i sentieri al loro lato.
È un percorso molto veloce, sei chilometri a giro per quattro giri ma ecco che se non combino un qualche casino non sarei Ironkate no?
La nebbia e la mancanza delle lenti da vista mi fanno perdere l’orientamento e ad un certo punto mi ritrovo a pedalare contromano rispetto agli altri e devo dire che resto sconcertata non poco da sta cosa ed i ragazzi che incrocio ancora più di me. Mi fermo, giro la bici e li seguo per rendermi conto che da li ero gia passata prima. Va beh avrò fatto 500 metri in più, cambia nulla.
Il secondo giro va meglio, la nebbia si è levata un poco ed io sono un po’ più convinta di fare la ciclista, il bello è che trovo sempre qualcuno che mi chiama per nome e mi dice : daiiiiiiiii
Un giro dopo l’altro e la gara finisce e seppure in pianura, con poche asperità o difficoltà, mi è piaciuta forse appunto per la sua semplicità che a fine stagione, con quasi 40 gare nelle gambe, va bene e non ti stanca da matti.
E poi devo fare i conti con la schiena che, se pedalo non fa male ma nel momento stesso in cui scendo mi fa vedere le stelle….vedrò di risolvere anche sta cosa, con calma e senza fretta… magari un due o tre mesi alle Barbados….
Eh magari.
Doccia caldissima sulla mia casetta su ruote, un cambio veloce per tornare al ristoro e rendere il numero, ritiro la tessera e mi avvicino al ristoro, ho deciso di fermarmi poco e tornare presto a casa oggi.
Voglio salutare le ragazze che credo non vedrò durante la stagione invernale ma Sonia mi ferma e dice: guarda che premiano le prime cinque a differenza di quanto dice il volantino ed essendo quinta mi fermo.
Un cestone enorme che fatico a portare al camper, mi dovrò fermate due volte per la pesantezza.
Poco alla volta il parcheggio si svuota, spengo il gas, chiudo tutto facendo tutte quelle manovre che vengono richieste prima della partenza, accendo un cd che mi terrà compagnia fino a casa, innesto la prima e via verso Brescia ed il mio lago.
La stanchezza di questa lunga stagione si fa sentire ma è come dover lasciare andare un amante per la sua strada, non vuoi oppure non puoi per paura di restare senza stimoli; hai sempre l’impressione che la passione che metti in questo sport possa spegnersi all’improvviso come una fiammella di candela e che non si riaccenda più la prossima primavera…..
Ho sentito tanti ragazzi alla premiazione dire: questa era l’ultima di stagione…..
Ma sono sicura che, domenica prossima vedrò parecchie di quelle facce al Cross di Corte Franca nonostante la lunga stagione, il freddo e la probabile pioggia che danno i meteorologi perché la passione è grande e se è vera non si spegne mai.

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