La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 30 ottobre 2011

Rally dell'Oglio



15° edizione, decisamente longeva come manifestazione sportiva.
Ne ho fatte tre o quattro delle precedenti edizioni e lo scorso anno, sebbene iscritta, mi girai dall’altra parte nel letto sentendo la pioggia battente che cadeva al mattino.
Stavolta no, ho deciso che lo faccio il Rally, bello o brutto che sia, ho voglia di pedalare… e cosi pensando mando l’iscrizione una settimana prima pagando 15 Euro anziché 10 perché come al solito capisco fischi per fiaschi.
Ma se facessi la brava qualche volta però…
Giovedì sera cena in agriturismo con i vecchi compagni di corso, cena a cui non rinuncerei per nulla al mondo e che si ripete a cadenza semestrale dal 2000…….e fin qua nulla da eccepire, era giovedì… però se poi replico il sabato sera a casa di un amico biker in Croce di Marone con altri 14 pedalatori mezzo fulminati come me, pasta al tartufo, tagliata ai ferri, salamine e spiedini e dolci di ogni genere ( quest’ultima parte è colpa mia che ho fatto 5 torte una diversa dall’altra), poi non puoi pensare la domenica mattina alle 5 e mezza di essere sveglia e pimpante nonostante l’ora dormita in più!
Nel sentire la sveglia mi è venuto male!
O mamma è già ora di alzarsi dal letto, ho la testa che gira per il mondo da sola, il the nella tazza di brontolo sembra farmi venire il mal di mare per cui non faccio colazione, butto la sacca sul camper e quasi dimentico la bike, mi infilo le scarpe da ginnastica, imposto il navigatore perché stamattina non sarei in grado di arrivare da nessuna parte e via, verso la bassa e Casalmorano, Cremona.
52 km passano veloci, la radio accesa col volume a tutta per stare sveglia, il pensiero che Lorena è già la ad aspettarmi con le mille cose da raccontare come sempre…insomma in poco più di 50 minuti sono li a cercare un parcheggio per il mio bestione senza dar fastidio a nessuno.
Al controllo tessere mi avvisano che ho pagato di più per cui non devo dare la cauzione per il chip, ho il mio numero in mano e cerco Lory che arriva puntuale con un amico da presentarmi.
La gara parte alle nove e mezza, il tempo scorre veloce per cui meglio non perdere tempo ed andare ad infilare scarpette e casco, tolgo Valchiria dal gavone e me ne vado a gironzolare in giro per scaldarmi un poco.
La nebbia rende tutto strano, soffice… si insomma hai quella sensazione di ovattato che sembra voler cancellare rumori e suoni, perfino i copertoni sulla ghiaia paiono avere un suono diverso.
Mentre me ne torno verso la zona di partenza un signore elegante mi chiama: “Signora dell’Iseo……”. Beh posso essere solo io quella che cercano no? Son qua da sola stavolta.
Mi fermo e chiedo che succede; è un giudice di gara, presente la volta scorsa a Bagnolo Cremasco e gentilissimo, chiede come sta la collega caduta la settimana scorsa, Silvana.
Sta bene grazie, si è ripresa, la botta al ginocchio è migliorata e credo che stamattina sia uscita in bike con degli amici.
È quasi ora di partire.
Noi faremo un giro di lancio di 6 chilometri poi ci immetteremo nel circuito vero e proprio di altri 26 con un totale di 32 km finali ( a me ne risulteranno quasi 4 in più all’arrivo ma tant’è..).
Partiamo al contrario degli altri e per un paio di minuti c’è stato un po’ di caos con bici girare a destra ed a sinistra senza saper bene da che parte girare, alla fine comunque tutto ok, un gruppo parte verso destra ed un altro verso sinistra; ci immettiamo su di un campo di pannocchie tagliate, robe da matti! Un saltellare a destra e sinistra e non andare avanti neppure a spingere e se uscivi dal tracciato delle bici davanti a te sprofondavi nel fango appiccicaticcio, quello che sembra mastice e non ti molla più.
Ciclabile poco dopo e via per strade bianche e sentieri.
L’ho presa con calma oggi, un po’ la nausea per i bagordi della sera prima, un po’ per il fastidioso mal di schiena che mi tormenta da tempo, la tattica di gara è pedalare senza tirare troppo e quel che viene viene.
Ricordo sempre i particolari di ogni percorso e di questo non dimentico di certo il lungo single track nel bosco e neppure quello lungo il fiume, una specie di Urcis lunga quasi il doppio!!
Bello, anche se un po’ “morbido” per il fango formatosi a seguito della nebbia che rende tutto umido e scivoloso.
Una pedalata dietro l’altra mi avvicino alla fine della gara e solo negli ultimi chilometri Fabio bionic man mi doppierà.
Supero alcuni concorrenti, giusto per convincermi che nonostante tutto la gara l’ho fatta bene e non sono arrivata ultima e via verso il traguardo dove mi aspetta una tazza di the bollente.
Quando arrivo è sempre la stessa cosa che penso… ecco, ce l’hai fatta Kate.
La vecchia leonessa ruggisce ancora qualche volta anche se azzoppata dal mal di schiena o dalla nausea per la serata pre-gara.
Il ristoro, le chiacchiere con Lory, il piacere di rivedere Elena Zappa sui campi di gara e sul podio, due parole con la vincitrice, Lorena Zocca, il saluto delle altre ragazze e le chiacchiere con i “ragazzi” bergamaschi dai baffi grigi della Lakota Bike, quello che ai profani di questo mondo sembra magari solo un caos più o meno calmo è il sale della mia attuale vita.
A volte mi dimentico i nomi delle persone che incontro e che mi chiamano e sono in imbarazzo non sapendo come rivolgermi loro ma un sorriso lo faccio volentieri e non è mai forzato, anzi fa stare bene anche me.
Me ne torno al camper dopo aver applaudito le ragazze a premio, le prime dieci, ed il mio 11esimo posto non è altro che un piazzamento ma va bene cosi perché il mio premio l’ho già avuto, l’essere qua, ancora e comunque.
Tornando a casa lungo la tangenziale, guidando con calma, penso che martedì mattina mi alzerò presto e magari una puntatina a Mantova la faccio, c’è l’ultima gara del Trofeo Assindustria di Matteo….
Quasi quasi un giro vado a farlo.

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