La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 3 ottobre 2011

Urcis 6h con variante Charlye alla Gliso Style


Rinuncio a tutto ma alla Urcis no!

Faccio carte false, prendo ferie sei mesi prima, mi do malata, scappo di casa col camper e la bici, qualche cosa mi invento ma non manco di sicuro a Barco a girar per il Parco dell’Oglio.
Iscrizione come solitaria cosi se vado piano non rompo gli schieramenti di squadra, camper pronto da due giorni, sacca a bordo e via, sabato mattina alle 10.30 sono già per strada
Da Rovato via Trenzano in poco più di mezz’ora sono ad Orzinuovi, da li a Barco 5 minuti basta seguire le frecce disseminate lungo la strada tipo briciole di Pollicino ed ecco laggiù l’arco rosso con scritto Arrivo, suono il clacson ad Ivan che, a dorso nudo come se fosse luglio, sta finendo di montare transenne e gonfiabili.
Parcheggio accanto al campo di calcio ed alle docce riservate agli atleti e in dieci minuti son già che cammino verso la zona arrivo e cambio, tutto un fermento di gente che va e viene, profumo di salamine nell’aria ed il camioncino di Charlye in mezzo alla strada e lui che sbuca da dietro un angolo!
“Kathy n’dom!”
Salto sul furgone tra cavi elettrici, sacchi di attrezzature varie, un caos che a confronto la mia machina è in ordine e via che si va verso Ivan ed i suoi gonfiabili… è mezz’ora che aspetta dei cavi e delle spine elettriche, uno scambio più o meno amichevole di “convenevoli” gentilissimi che fan si che le tre croci della Via Crucis li accanto si attorciglino attorno a loro stesse per non sentire….. ( ma sti due qua si amano alla follia lo so lo so) e poi via verso la zona cambio perché Charlye vuole farmi vedere la sua nuova creatura.
Entriamo nel Castel Barco e nel parco di questa vecchia villa padronale ci sono fettucce e transenne, una parte totalmente inedita del percorso, la creatura del Charlye appunto….una discesina di due metri stile parete, curva secca a sinistra e giù tra le piante sulle radici delle stesse, curva a destra e giù di nuovo per due metri da cardiopalma per saltellare poi sui solchi del campo dove è stato tagliato il granoturco da poco…ma non si seguono i solchi, troppo facile, ci si passa sopra di traverso che se mi porto una bottiglia di latte ci faccio il burro prima di sera.
Variante Charlye alla Gliso Style insomma!
Bella storia sta qua, meglio che la provi prima va che è meglio!
Mi dice che ci hanno messo un guado in mezzo al percorso, il ghiaione è stato allungato non poco e si fa un pezzo di bosco in più al ritorno ed allora decido che provo tutto domani, ho sei ore di tempo per memorizzare tutta la strada per cui al camper e mi preparo due forchettate di pasta.
Alle due e mezza c’è la gara dei bambini e non la voglio perdere , mi piace vedere i piccoli all’opera e chissà se alcuni dei miei Diavoletti si farà vedere oggi.
Alle due c’è un assembramento da paura, piccoli con il triciclo, alcuni con le bici con le rotelle altri seri con tanto di abbigliamento tecnico e la bicicletta quasi più bella della mia Valchiria, faccette sorridenti e divertite.
Alle due e mezza parte la prima batteria, un solo giro per i piu piccolini seguiti da genitori e nonni, tantissimi sul triciclo… uno spettacolo, alcuni bambini incitano i nonni a spingerli più velocemente e si arrabbiano pure se non corrono, bella storia ragazzi.
Dopo un ora e mezza sono tutti e 200 ( un gran numero direi) a far merenda al tendone del ristoro con tanto di medaglia al collo e maglietta ricordo; chissà se tra qualche ano saranno anche loro in sella ad una mtb qua a gareggiare nella 6h di domani o se ci porteranno i loro figli, è bello credere che sia cosi e che la tradizione di sport per passione passi di padre in figlio.
Alle quattro tutti in sella per partecipare al giro stile ciclo-pedalata turistica fino a Soncino seguendo le strade del Parco dell’Oglio preceduti da un camioncino delle guardie e seguiti da una macchina dei vigili e da un ambulanza.
A metà strada ci viene in contro il Sindaco di Soncino che ci accompagna fino al castello dove una guida ci farà visitare le sue mura; che bello questo posto, ha mantenuto intatte le mura perimetrali della rocca e della città, il parco ed il ponte levatoio sono stati ricostruiti solo parzialmente…il tutto condito con una serie di cavalli e cavalieri in costume medioevale perché questa sera c’è una rievocazione medioevale, fiaccole pronte per essere accese, catapulte cariche, drappi con gli stemmi delle casate e gualdrappe colorate.
Non me l’aspettavo, è stato coinvolgente.
Quando poi ho visto i vigili che stavano a guardia delle biciclette è stato il massimo… e si perché nessun biker lascerebbe la propria cavalcatura senza guardiano e vi erano delle bici nel gruppo che costavano tanto quanto un anno di stipendio, telai in titanio fatti a mano negli Stati Uniti, carbonio italiano fatto artigianalmente, le sospensioni più esclusive, ruote in carbonio che da sole costano più di una vacanza al mare per un mese….
Un bel assortimento di cavallini non c’è che dire.
Poco dopo siamo ripartiti alla volta della chiesa di santa Maria; io centro poco con le chiese in verità ma devo dire che non mi aspettavo di certo una bellezza del genere.
Fuori quasi anonima, solo una piccola statua sopra il portone d’ingresso ma dentro mi si è aperto un mondo di storia dell’arte incredibile! Non c’era un angolo senza un affresco e sebbene la mia conoscenza in materia sia piuttosto limitata mi sono seduta a guardare le pareti a volta e le nicchie a lato, un trionfo di colore tanto intenso da sembrare vivo; l’unica atipicità erano le seggiole di plastica al posto dei banchi tradizionali in legno, sembravano stonare nella grandiosità del contesto in cui erano inserite.
Dopo una ventina di minuti siamo ripartiti verso Orzinuovi per una strada diversa dalla precedente, sempre scortati dalle auto di servizio siamo passati di fronte al castello e poi verso la piazza dove ci attendeva la sorpresa della giornata: la banda schierata al completo e una serie infinita di tavoli imbanditi dalle associazioni di volontariato del paese, vi si poteva trovare di tutto!
Panini imbottiti di salumi, cioccolatini, dolci fatti in casa, crostate e torte salate dai sapori più disparati, biscotti e frutta e, naturalmente, da bere a volontà.
Certo che quando ci si mettono i ragazzi del Pedale Orceano e della Croce Verde le fanno in grande le cose!
Il ritorno verso Barco è stato moooooooooolto rilassato ed alle sei e mezza ero al camper a riporre Valchiria nel gavone ed a farmi una doccia.
Stasera c’è festa al tendone del ristoro, musica e cena in compagnia dei ragazzi dell’organizzazione, hanno preparato 200 porzioni di spiedo e c’è di tutto tra cui scegliere.
La serata passa che è un spasso tra risate e birra alla spina, la luce che salta in continuazione perché gli strumenti musicali succhiano più del dovuto ed allora si canta senza musica e c’è mancato poco che io e Charlye facessimo due giri di valzer sotto lo sguardo attonito di sua figlia Chiara e della moglie.
Certo che riescono sempre a farmi sentire a casa anche se non faccio parte della loro famiglia e per questo devo ringraziare le Signore, mi coinvolgono con le loro chiacchiere ed è piacevole passare del tempo con loro.
Mi raccontano anche che un mio raccontino è stato letto da Benedetti ai mondiali di Copenagen e, sinceramente, resto basita, non credevo che un qualche cosa scritto da me potesse essere letto in un contesto come quello, mi fa piacere davvero.
Alle 23 me ne vado a dormire anche perché io dovrei fare una gara endurance la domenica….
Chissà comè ma la domenica mattina arriva sempre troppo velocemente, le macchine vanno avanti ed indietro ed il parcheggio si riempie di bici e persone; arrivano le ragazze del trio Iseo’s women che partecipano alla gara e poco dopo vedo Michele Quaranta, altra maglia del G.C.Iseo… mi piace quando vedo i miei colori attorno, mi sento meno only rider anche se la mia gara sarà comunque in solitaria ma è quello spirito di squadra, quel legame invisibile che ci lega come gruppo di amici ed anche se nel mondo “di fuori” ci si vede poco all’interno di un evento che ci accomuna per passione ci sentiamo una grande famiglia.
Colazione con calma e la vestizione poco dopo, chip alla caviglia ancor prima dei pantaloncini per non dimenticarlo sul tavolino, casco in testa e borraccia piena da mettere su Valchiria ed eccomi pronta; mi sono posta uno obbiettivo, pedalare sei ore senza fermarmi se non per le pause pipì visto che bevo come un cammello assetato nel deserto e se poi sarà diverso beh vedrò lungo il percorso.
Rivedere Margherita Beltramolli dopo quasi due anni mi fa piacere, conoscere Denise di persona dopo anni su Facebook a condividere passione per la bike e pensieri e rivedere Morena in sella è una bella sensazione; le facce amiche sono tante ma molte sono quelle sconosciute, siamo in 513 oggi e non son pochi per una gara in pianura.
Il tempo scorre veloce, le undici e mezza si avvicinano ed è ora di partire; stile Le mans su quel terreno dove lo scorso anno presi una storta per cui a piedi e che corrano gli altri, non cambia nulla alla mia posizione in classifica.
Quando io inforco la bicicletta i primi stanno già sfrecciando lungo la strada bianca del percorso, ed al mio passaggio sotto lo striscione della partenza Ilario mi manda i saluti via microfono mentre la sfortuna ha abbracciato Eugenio facendogli rompere la catena a venti metri dal via.. certo che la sfiga è proprio sempre in agguato! Meno male che l’assistenza meccanica è efficiente e poco dopo riprenderà la sua gara a tutta.
Il percorso è leggermente diverso dallo scorso anno, un poco più lungo e la parte sulla ghiaia di fiume sembra non finire mai, la bicicletta che va dove vuole ed è sempre una bella battaglia lo stare in piedi senza cadere ma passerò sempre indenne da quel tratto.
I cartelli disseminati lungo il percorso sono ormai un must della gara, la ragazza con il posteriore in bella mostra mentre pedala mette in guardia che nel single track non si deve superare e star dietro a lei… se fosse reale ben pochi supererebbero, neppure io in verità se fossi un maschietto con tempesta ormonale in atto!
Il cartello successivo mostra sempre un bel fondoschiena in perizoma mentre pedala ma stavolta occhio alla sorpresa…..e si, perché appena dopo il ristoro con la festa della birra in corso dove al posto del the freddo e dei Sali trovi un bel boccale schiumoso servito da un ragazzone vestito stile ocktober fest ( e per inciso il fondoschiena nella foto era di un maschietto), trovi il guado… il guado!!!!!!!
Al primo giro l’ho fatto a piedi e nel mentre sopraggiungeva uno dei ragazzi che lo ha fatto a manetta col risultato di lavare me da capo a piedi e Matteo il fotografo con macchine fotografiche al completo!
A dir il vero non è che sia stato fastidioso più di tanto visto il caldo ma per le macchine fotografiche non so come sia stata….
Al giro successivo mi sono lanciata prendendo male le misure con il risultato di fare un doppio carpiato con bike al seguito, tuffo e bon!
Ma che mi sia successo anche al terzo giro, beh allora sono proprio impedita ma devo dire che ogni volta mi sono lavata via la polvere appiccicata addosso e poi cosi male non era in fondo.
Giro dopo giro mi sono divertita nel sentiero nel bosco che mi piace da sempre ed i ragazzi sono stati cosi bravi da riuscire a farcene fare un pezzo anche al ritorno; l’unica cosa che all’inizio è sempre filata liscia e stata la variante Charlye ma poi, complice la stanchezza ed il caldo, ho iniziato a non controllare bene in discesa ed ho preferito farla a piedi, tanto i due minuti in più non cambiavano la situazione.

All’ultimo giro, in compagnia di Reboldi Junior ( la fotocopia di nonno volante Naty senza barba), mi sono fermata ed una mezza alla spina me la sono bevuta anche io, tanto ormai ero arrivata, stanca morta ed accaldata da matti ma decisamente sorridente.
Parte di quel sorriso deriva dalle persone lungo il percorso che mi hanno incitato e chiamato per nome facendomi un tifo che mai avrei immaginato tantè che lo speaker ad uncerto punto mi ha chiesto, mentre passavo sulla linea di cambio, se avevo un Kathy fans club….ed una ragazza ha risposto per me… si si!
A me scappava da ridere, probabilmente sono talmente abituati a vedermi tribolare sui pedali che il tifo me lo fanno per solidarietà ma sinceramente mi fa tanto ma tanto piacere.
Perfino Sergio, a gara finita mi ha detto: ma tu quanto tifo hai….
Un paio di cose solo hanno guastato la festa, perché effettivamente una festa è stata fino alla fine:
un paio di “personaggi”, parlando a ruota libera al ristoro senza prestare molta attenzione al fatto che accanto ci fossero altre persone, presenti alla Urcis solo per il fatto che avevano annullato la “grandiosa e bellissima 24h di Milano” si sentivano un po’ spaesati essendo in mezzo a “tutti stì paesanotti”…. Allora ragazzi la prossima volta statevene a casa a gironzolare sul monte Stella anziché venir qua nel Parco dell’Oglio perché magari l’ossigeno delle nostre piante vi fa male abituati come siete a respirare gas di scarico e smog.
Non conosco la 24h di Milano vista la sua breve storia ma non mi permetterai mai di denigrare un organizzazione, di paese o metropoli che sia; se non ti piace l’ambiente fai a meno di venirci, lo sapevi anche prima di essere in campagna ma visto che tra i presenti vi erano ragazzi di Roma e perfino due dalla Sicilia e si sono divertiti da matti mi sa che loro hanno capito lo spirito della giornata, voi No.
Punto.
La seconda cosa è il fenomeno di turno.
Che poi la classifica parli per lui visto che è molto più giù della meta allora mi chiedo cosa diavolo pensa quando vuol superare a tutti i costi nel tratto dove non supera nessuno perché non si può????
Ne ho fatti passare decine, anche sul sentiero nel bosco, mi chiedevano strada e mi sono sempre spostata dove era possibile farlo ma se non si passa non si passa, non vado di certo in mezzo alle piante ad abbracciare qualche tronco per far felice te che guadagni due secondi!
Manco fossi ai mondiali.
Hai sbattuto la ragazza con le trecce su di una pianta pur di passare, un'altra quasi la fai capottare per passare a tutti i costi un mezzo a due bici dove a malapena passavano quelle due e quasi mandi me a gambe all’aria sui ghiaione…ma la testa te la porti dietro quando pedali o la stacchi e la metti nel baule ad aspettare il tuo ritorno?
Guarda che i campioni, quelli veri, manco li senti passare accanto quando ti superano e tu, di quella stoffa, non ne hai neppure un po’.
Punto.
Dalla birra alla spina all’arrivo è stata una passeggiata turistica con Eugenio, Reboldi ed io in trio a passare il traguardo; le mie compagne felici come mai per aver vinto la loro categoria, Michele contento di aver partecipato, io felice per la mia 11esima posizione e va benissimo cosi.
Doccia calda, spiedo party in compagnia di Michele Gianotti che, per solidarietà al gruppo, si è pedalato due giri con noi, le risate, il tifo da stadio quando Luisa, Miriam e Giusy sono salite sul podio per la p loro premiazione e Luisa che regala i fiori a me perché le ho convinte a venire a correre….. ancora adesso a pensarci sorrido e penso che le emozioni che provo ogni volta, quelle emozioni che magari agli occhi di tanti sono ridicole, mi appagano e mi rasserenano.
Ed anche mentre guidavo verso casa, con il cielo già scuro e le prime stelle a farmi luce in questo strano autunno, penso che si, sarò ancora qua l’anno prossimo, qua a guardare il fiume scorrere accanto al percorso e magari a tuffarmi dentro un'altra volta; oppure fare di nuovo quell’urlo ad Ivan passando nella zona partenza dicendogli che il percorso era uno spettacolo ed accettare l’abbraccio da orso di Charlye davanti agli occhi di sua moglie che ormai sa che sono più fuori di suo marito ma che devono tenerci cosi come siamo, unici perché gli stampi li hanno buttati anni fa.
Grazie ragazzi della Croce Verde e del Pedale Orceano perché mi fanno sentire a casa e grazie perché da voi mi sento una bambina di 50 anni a Gardaland.

Fantastico.

Nessun commento: