La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 5 febbraio 2012

1° Xc Parco dello Strone

Valchiria sei grande!!
E si, quando ci vuole ci vuole.
La stò trascurando in questo periodo, era sporca da domenica scorsa e da prima ancora, credo dal Raid d’Inverno di Crema l’11 dicembre, abbandonata in un angolo della taverna…..
Eppure lei stamattina, nella neve di Pontevico, ha risposto alla mia chiamata, io pedalavo e lei stava in equilibrio sulla neve, solo una derapata in una curva a destra ma per il resto perfetta la mia cavallina da corsa.
L’ho letteralmente buttata in macchina ieri sera tornata dalla ciaspolata di Vezza d’Oglio, sveglia alle sei e via per arrivare in questo paese che ho individuato sulla cartina, entrata in autostrada a Rovato, destinazione Brescia per lo svincolo con la Cremona.
Trovo neve che cade piano ma la strada è pulita, gli spazzaneve ed i spargi sale stanno lavorando da stanotte ma, raggiunto lo svincolo per Cremona appunto, tutto cambia.
La ne e c’è eccome sul manto stradale, si scivola parecchio per cui avanti a 50 all’ora… in autostrada.
Bah!!!
Uscita Pontevico, seguo le indicazioni per il paese ma ad un certo punto devo fermarmi a chiedere informazioni per raggiungere questa frazione, Bottegno.
Parcheggio nell’aia di una cascina di fronte alle stalle strapiene di vitellini come indicatomi da un addetto al percorso e due passi fino al bar che fa da ritrovo e punto iscrizione.
Il numero l’ho già, devo solo fare la verifica e sfoggio la mia tessera bianca modello 2012 nuova di zecca, ritirata ieri mattina da Gabriele.
Un caffè con le ragazze, due chiacchiere con Cecco ed Ezio, la lunga coda per il bagno e sono le nove meno un quarto, ora di preparare la mia bike e me stessa per questa galoppata nella neve.
Nevica tantissimo, fa molto freddo ed è un attimo avere le mani ed il viso congelati; coperta bene, due maglie termiche, due paia di calze, doppi guanti pesanti ma il freddo punge ugualmente come a ribadire che l’inverno è inverno e sta nevicando per cui silenzio e pedala.

Ed è quello che faccio infatti.
Monto la ruota a Valchiria, le do un po’ di olio, due pedalate qua e la ed è ora di partire per questa nuova avventura in sella, gara nuova di zecca ma che in parte ricalca una vecchia cross country che facevamo anni fa a Verolanuova nel Parco dello Strone.
Pronti via.
Lunghe strade bianche completamente innevate ed il cercare di capire dove mettere le ruote per non scivolare fa andare tutti al rallentatore per i primi chilometri; sentieri larghi che danno la possibilità di superare senza intralciare, single track nel bosco che danno comunque modo di non dar fastidio agli altri…
Mi piace.
Il ponte da passare dove una volta si faceva il guado nel fiume ( e meno male che non lo si fa con questo freddo), il sentiero poco dopo e l’argine da superare che faccio a piedi risalendo in sella una volta in cima, l’ultimo chilometro del primo giro nel campo arato che con la neve è fattibilissimo e meno faticoso di quando la coltre bianca non c’è.
Se fossi superstiziosa mi sarei ritirata alla fine del primo giro visto che sul ponte un gatto mi ha tagliato la strada ed era nerissimo… ma i gatti sono i famigli delle streghe per cui amici miei no???
Eh si, Valchiria è la mia scopa….. a detta di qualcuno!
Allora occhio malocchio prezzemolo e finocchio non statemi in mezzo alle scatole altrimenti… heheheh.
Passo il traguardo felice come mai perché il mio obbiettivo era non farmi doppiare prima della fine del primo giro di 10 chilometri e ci sono riuscita per cui obbiettivo number one ok!
Via per il secondo giro conoscendo la traiettoria da tenere, seguendo le scie lasciate dagli altri nel manto bianco, fare una curva a manetta e riuscire a stare in sella riprendendo la giusta direzione dopo una serie di zig zag ma non mollando mai.
E di nuovo la neve che schizza, il ponte da passare, le strade innevate che attutiscono i rumori , le foglie mescolate alla neve stessa che per assurdo creano un cuscinetto e rendono i passaggi più veloci e scorrevoli ed io ho voglia di canticchiare perché stò andando bene e mi piace la sensazione che sento nelle gambe e nei polmoni e, nonostante stia gareggiando, trovo il tempo di guardarmi attorno, di vedere i fossi ed i canali gelati, le piante cariche di neve che abbassano i rami e rasentano i nostri caschi, sorridere a quanti corrono a piedi nel parco facendo spazio quando passiamo noi….
E gli ultimi due chilometri farli il più velocemente possibile, passare il traguardo con un sorriso sul viso con il giudice che mi urla “ Kate sei fantastica”,,,, facendomi emozionare.
Il the bollente per scaldare la gola e le mani gelate e la corsa alla machina per togliere le scarpette e cercare di scaldare i piedi congelati con tanto di alluce blu che ancora ora fa male ma sentirmi bene, tanto bene, nonostante il freddo ed i chilometri di corsa di ieri notte nelle gambe e nella schiena che pensavo avrebbero reso la mia gara odierna un supplizio.
Mi cambio all’addiaccio come tutti del resto, il ristoro oggi è stranamente a pagamento ma poco importa, due euro non mi cambiano la vita, le chiacchiere con Sonia, Elena e Roberta, le risate per rubarci le sedie accanto alla stufa e la premiazione a cui chiamano anche me, 4°.
Certo sono stanca, la strada verso casa sembra più lunga di stamattina ma con la musica che mi fa compagnia arrivo, tolgo Valchiria dal baule e la metto in taverna, al caldo.
Ha un po di fango addosso come il trucco sbiadito di una signora alla fine di una lunga giornata fuori casa ma è bellissima, la curva elegante del telaio in titanio argento e la serigrafia nera che la distingue da tante altre bike, la sella che ha decisamente bisogno di una pulita e le ruote artigliate che amo cosi tanto, questa cavallina di razza che mi segue ed asseconda come poche altre hanno saputo fare… grazie Valchiria.
Tu non tradisci mai, non giudichi ma dai tutta te stessa per accontentare me in questo bellissimo gioco che si chiama mtb.
So che te ne starài li, al buoi fino a domenica prossima quando, alle sei del mattino, verrò a prenderti e ti porterò in un qualche altro campo infangato e pieno di neve, per correre, per giocare ancora un po’.
Sei grande Valchiria.

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