La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 14 febbraio 2012

Con le ciaspole tra Val Trompia e Val Palot


4° ciaspolata al Prato Nuovo, comune di Pezzaze……so che è per la strada che sale a Collio ma di preciso mi perdo nella cartina, comunque il volantino dice ciaspolata sotto le stelle, Barbara e Francesco ci stanno e alle 15.30 si parte.
Ormai siamo il trio delle ciaspole, sempre a girar per valli alla ricerca di percorsi più o meno conosciuti che poi ricorderemo la prossima primavera per rifarli in mtb.
Risaliamo la strada che porta a Polaveno, si scende verso la Val Trompia ed alla deviazione per Pezzaze si inizia a salire.
La strada sale lungo il versante della montagna, grassi fiocchi di neve cadono lentamente dal cielo e son belli a vedersi, ma meno male che la macchina di Francesco ha 4 ruote motrici ed i copertoni da neve.
Dal centro del paese seguiamo le indicazioni scritte su grossi cartelli gialli, la strada si stringe e la neve diventa sempre più spessa ed iniziamo ad incontrare parecchie macchine che scendono come se avessero rinunciato ad arrivare in cima.
Sono ben sette i chilometri da fare fino al punto di ritrovo dove si effettuano le iscrizioni, parcheggiare è un problema sia per il fatto che il fondo stradale è ricoperto da una spessissima colte nevosa sia per il fatto che la strada è effettivamente molto stretta. E poi ci sono i rintronati che, nonostante sia evidente il fatto che non si possa parcheggiare, si piazzano in mezzo e seraficamente se ne vanno a bar a ritirare le ciaspole senza prestare affatto attenzione al traffico ed alla difficoltà altrui di passare oltre.
Ad un certo punto scende anche un camioncino carico di sale e sabbia e si incastra tra massicciata da un lato ed una Panda dall’altra!
Nel contempo saliva anche una macchina dei carabinieri che frena e si ritrova di traverso…
Non ho parole.
Gli addetti alla logistica sembrano un po’ persi, credo che non si aspettassero cosi tanta gente ed una nevicata cosi massiccia, ci danno indicazioni un po’ contorte tantè che decidiamo di proseguire e salire più in alto possibile con la macchina.
Ed è a questo punto che tutti pensiamo: ma dall’altra parte non c’è Val Palot????
Finalmente arriviamo nella località Prato Nuovo, vediamo la cascina illuminata dai falò e tanta gente che ha deciso di lasciare le macchine giù e risalire a piedi, facendo in pratica un percorso più lungo della ciapolata stessa!!!
Parcheggio tattico a lato strada tra cumuli di neve, ci si cambia al volo e si sale lungo la strada che porta ala partenza.
Probabilmente la nevicata non era attesa ed ha fatto si che moltissime persone fossero in ritardo pertanto si partirà con mezz’ora di ritardo… ma dentro si sta abbastanza bene, il caldo è “sparato” da un enorme ventola che cerca di scacciare il gelo che non è da poco visto che il termometro segna -12!!!
Si congela se si sta fermi.
E via che si parte!
Due percorsi, un corto ed un lungo; ci si accorda di andare ognuno col proprio passo e ci si ritrova qua alla cascina al ristoro finale.
Subito la salita mi fa venire il fiatone, lascio passare quanto sono più veloci di me, cerco di trovare la giusta velocità senza strafare e via cosi, su fino al primo ristoro.
I ragazzi sono sicuramente molto piu avanti di me ma poco importa, mi stò godendo questa bella sensazione tra i boschi qua attorno.
Primo ristoro, the caldo a volontà e pezzetti di cioccolata; parecchia gente ferma a chiacchierare e tra di essi due carabinieri giovani che fanno da “scorta diciamo.
Li accanto vi è anche la deviazione tra “corto” e “lungo”, si vedono le fiaccole che illuminano il lungo sentiero in salita, molta salita per la verità… e meno ale che lo danno come percorso per bambini… ed è un urlo da bambino quello che si sente, con relativo grido di aiuto da parte di una mamma.
Il sentiero è veramente ripido e con le ciaspole si fatica a salire tant’è che un piccolo scivola verso valle e la madre, nel tentativo di raggiungerlo, cade e rotola lungo il declivio.
I due carabinieri salgono al volo per aiutare e chiedono al alcuni presenti di dare una mano… ed io col cuore di mamma sempre acceso vado a cercare di prendere il piccolino che se ne sta appeso ai rami di un cespuglio.
Il bello è che non riuscivo a salire con le racchette ai piedi e cercando di toglierle manca poco che volo pure io.
Recuperato il piccoletto che ride come un matto forse inconsapevole del pericolo, si continua per il corto con gli altri al seguito e sinceramente ho fatto una fatica bestiale.
In alcuni punti si sprofondava nella neve fino a metà polpaccio e la traccia del sentiero era troppo stretta per usare le ciaspole e talmente inclinato da rendere tutto molto complicato. Mi dispiace ma quello non è un sentiero per bambini ma per stambecchi, lo hanno detto in parecchi all’arrivo.
Comunque ci è voluta un ora per fare un chilometro e mezzo e visto che sono anni che marcio nella neve questo significa che era veramente tosto per percorso.
Gli altri hanno continuato fino alla cima, sul Medelet, e se non ho capito male l’altimetria dava 1720 metri lassù.
All’arrivo mi sono cacciata al ristoro cercando un po’ di calore, il sudore mi si era gelato addosso e mi sono ritrovata a togliere la berretta ed avere i capelli congelati in spirali ricciolute.
Ma lo sguardo sul ben di Dio preparato dalle signore del ristoro ha fatto passare a tutti sia il freddo che la fatica. Decine di torte fatte in casa, panini con salame e lardo, the bollente e vin Brulè hanno scaldato l’atmosfera.
I ragazzi sono arrivati poco dopo, stanche ed affamati come tutti e tra una chiacchiera a voce ed una chiacchiera mangiata il tempo è volato via.
Ora si scende a prendere la macchina e decidiamo di non rifare la stessa strada ma di continuare dritti ed arrivare in Val Palot e da li scendere lungo il lago ed a casa.
Detto fatto!
In pochi minuti siamo arrivati in vista delle piste da sci della piccola valle sopra il Sebino, desolatamente vuote seppur illuminate per dare la possibilità di sciare in notturna.
All’andata un ora e 40 minuti, il ritorno in poco meno di un ora….. a saperlo si faceva la salita da questa parte anche per arrivare fin lassù… ma sarà per la prossima volta, intanto però sto pensando che , nella prossima estate potremmo fare lo stesso giro in bike, salendo dai pollai della Gimondi, scendere in Val Trompia, risalire la montagna fino alla località Prato Nuovo e da li scendere sul lago tornando a casa facendo il giro della sponda bergamasca.
Lunga la storia ma in una bella giornata, per un giro in giro in compagnia si potrebbe benissimo fare… vedremo dai.

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