La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 15 febbraio 2009

Sull’ottovolante nel Parco dell’Oglio


Tutti noi siamo stati in un parco giochi almeno una volta e, per ognuno, il gioco preferito era diverso ma per me, su tutti in assoluto, il migliore era l’ottovolante o qualunque altro gioco o mezzo che lo ricordasse anche solo da lontano.
E, complice una stupenda e gelida giornata di sole di febbraio, oggi mi sono divertita come una matta scatenata.
Alle 7.30, dopo il caffè di rito nella mia cucina, via alla volta di Orzinuovi per il Gran Premio Mtb Parco dell’Oglio, 4° Trofeo Piemonti Costruzioni, valico come 5° ed ultima prova del campionato Provinciale invernale Mtb C.S.I.
Le vie traverse prese da Dado ci fanno arrivare velocemente ed allora abbiamo il tempo per un caffè nella piazza centrale del paese per poi proseguire verso la frazione di Barco da dove partiremo per questa cross country… e dire che non mi piacciono molto, sono solitamente troppo veloci per me e mi doppiano sempre e mi piacerebbe tanto per una volta finire la gara senza essere doppiata dal primo!!!
Ci sono un sacco di ragazzi già in giro a scaldare le gambe e ci prepariamo come sempre, bardati e freddolosi in questa gelida mattina; tutti i campi attorno sono ricoperti di brina gelata, il terreno è durissimo e, sinceramente m spero rimanga tale… non il fango di domenica scorsa per favore, non reggerei ad un'altra domenica cosi eppoi qua non ci sono le docce, sarebbe un disastro.
Provo il fettucciato nel campo gelato, se il terreno tiene e non si scalda troppo, non sarà poi cosi pesante farlo; il sole rende tutto piu piacevole e si sopporta anche il freddo con meno fastidio.
Ci sono anche un sacco di ragazzi del Mtb Racing oggi, riconosco il colore delle loro tute bianche e verdi e poi i soliti volti noti, i saluti gridati passando in bike sulla strada prima di immettersi nei campi ed è un piacere il sorriso di Natale, classe 1941, che viaggia sulla mtb come un razzo e che oggi “conquisterà” la maglia di campione provinciale 2009 di categoria.
Quasi ora di partire, in griglia e via per il giro di lancio; ho freddo ed il non essermi scaldata a dovere lo pago quasi subito sentendo le gambe dure e non riuscendo a star dietro agli altri ma mi adatto e faccio la mia gara come sempre, senza troppe pretese ma senza rinunciare a combattere per arrivare in fondo.
Il terreno gelato resta tale e via che si viaggia e come sempre, i miei pensieri vagano con me, tra i sentieri che percorro e quello che vedo mi piace: campi, bosco, sentieri e strade bianche, le fettucce bianche e rosse che delimitano il percorso stesso e le persone che ti segnalano dove passare.. qualche passaggio stretto, occhio ai canali e poi via…. Via in uno stupendo sentiero nel bosco, un continuo saliscendi e cambio di ritmo, destra… sinistra, su e poi giu per qualche metro e sempre con l’occhio a registrare il fiume poco lontano, la sponda sabbiosa cosi vicina e le ruote della mia Valchiria su questo stretto passaggio tra rami e tronchi, via veloce e sentire il cuore che pompa e le gambe che finalmente girano e mi sembra di essere tornata ragazzina sull’ottovolante al mare dove mi portava papà.
Quanto mi sono divertita!!
E mi sembra passato un attimo e vedo da lontano il paesino e so che l’arrivo è vicino e mi rendo conto che non mi hanno ancora doppiato e cerco di pedalare piu velocemente per evitare che accada.
Incontro Lazzari Senior in bici contromano che sicuramente va incontro a Stefano per fargli delle foto, e mi grida Daiiiiiiiii Kathy….. e ci sono quasi….
Sento la moto da lontano e mi faccio da parte, arrivano i primi ed è giusto lasciarli passare ma non mi fermo e spingo e via che arrivo vicino al traguardo e sento un braccio agganciarmi ed il sorriso di Charlie della squadra organizzatrice, i Sachesghinghem…arrivo in parata con tanto di bacio “in corsa” sotto l’arco ed il sorriso del giudice che urla il mio numero e la foto fatta al volo dalla Grazia, sarà un bel ricordo.

Quando arrivo al traguardo di una gara è come se la molla del carillon si fosse scaricata tutta di un botto e l’adrenalina che fino ad un attimo prima mi spingeva, piano piano scema e mi prende una strana tranquillità, una serenità che da pace.
Un the caldo per placare freddo e sete, un pezzetto di dolce e due chiacchiere con altri sporchi di fango come me, il chiedere come è andata o il raccontare la propria esperienza è il rito dopo la bagarre; adesso devo pensare a lavare la mia cavallina ed a mettermi qualche cosa di asciutto e caldo,il furgone è poco distante e Dado arriverà solo tra una ventina di minuti.
Al lavaggio bici ci sono Cecco e Sandro e mi chiedono :Kate sei caduta?
Macchè caduta, perché dovrei esserlo? Vado piano ma non cado… o almeno è parecchio tempo che non mi succede.
Carico la bike sul furgone, mi cambio e vado a guardare le premiazioni e la piacevole sorpresa è che sono quarta e che premiano anche me, credevo che spettasse solo alle prime tre…
Foto, applausi, saluti…. Il tempo passa velocemente ed è ora di tornare a casa ma già stò pensando alla prossima volta.
E’ una strana malattia quella dei bikers, non si riesce a fare a meno del fango, del sudore e della fatica, una droga che non fa male, anzi!!!
Quando poi riesci a divertirti cosi come ho fatto io oggi, beh… non ha importanza se sei sporco di fango, stai bene con te stesso e con gli altri attorno perché, in fondo, sono come te.
E la prossima volta il mio obbiettivo sarà non farmi doppiare.
Kathy Pitton

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