La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 5 luglio 2009

9 ore di Bondo


Ho fatto endurance da 24 ore, da 12 e da 6, la 9 ore mancava all’appello nel mio elenco di gare fatte.
Già o scorso anno mi aveva incuriosito il nome, non sapendo che era una località trentina poco lontana dal lago d’Idro ma la concomitanza con altre cose da fare aveva fatto si che la perdessi ma quest’anno ero ben decisa a non lasciarmi scappare l’occasione di vedere com’era questa gara endurance dalla durata “anomala” per cosi dire.
Non ci ho pensato proprio su un attimo, ho spedito il fax per l’iscrizione ed ho cercato di fare qualche ora in piu in bike per essere allenata… più o meno!!
Alle cinque del mattino ho caricato tutto in macchina, tenda, sedie, tavolino, viveri vari, Valchiria e le tute da ciclista e via alla volta del lago d’Idro e Tiano.
Il tempo in macchina scorre abbastanza veloce anche in solitaria, musica che accompagna i pensieri mentre costeggio la parte del lago che non conosco, una leggera nebbia si alza tra le piante come un velo a nascondere le sponde; nomi di paesi noti e mi accorgo che dalla memoria appaiono immagini di tanti anni fa, da ragazza, quando andavo a sciare al Gaver e da qua passavo…. Quanto tempo eppure sembra ieri che passavo le mie giornate sugli sci da fondo tra i boschi di queste montagne.
Ormai sono vicina, vedo altre macchine con la bici sul tetto e poco dopo infatti, il cartello Bondo appare accanto alla strada e seguendo le frecce, vado al parcheggio per le tende: uno spettacolo! Tutto lo spazio diviso a rettangoli con le fettucce, ogni squadra ha diritto ad uno spazio delimitato, ci sta sia la macchina che la tenda e pensare che credevo di dover arrivare prestissimo per avere un posto accanto al percorso.
Tenda montata in poco tempo ( miracoli della tecnologia pop up), numero e pacco gara e già so che di quello speck ne vedrò ben poco con la mia belvetta a casa che lo adora, una bella cornice in legno dove metterò la foto ricordo ed è ora di bersi un caffè per una sferzata di energia.
Al bar molta gente e tra di loro vedo Claudia Paolazzi, conosciuta due anni fa alla 6 ore Morenica di Torino; due parole e scopro che è agguerrita nonostante sia la sua prima 9 ore anche se ammette di essere un poco preoccupata per il suo mal di schiena……ma dai campionessa!! Allora io che dovrei dire? Qualche volta non vado neanche a spinta eppure non ho proprio voglia di restare a casa e di attaccare la bike al chiodo.
Ci si da appuntamento in griglia e tornando verso il campo base mi accorgo che sono accanto al cimitero! Ridendo tra me e me penso che in fondo in ogni endurance che ho fatto avevo il campo base accanto al cimitero e non è mai andata tanto male, speriamo sia cosi anche stavolta.
Accanto a me ora te tende sono molte etra loro rivedo con piacere il viso di Oliviero con i suoi compagni di squadra, eravamo vicini anche ad Idro; di fronte ho The Doctor, un biker che conosco di vista ma a cui non riesco a dare un nome e, nonostante si scambi qualche parola, non gli chiederò il nome, resterà The Doctor per tutta la gara.
Prova percorso? No grazie! Scaramanzia forse o semplicemente la paura di vedere le difficoltà prima di doverle affrontare, avrò nove ore di tempo per affinare la “guida” lungo i sentieri e le strade di terra battuta.
Le 10 arrivano in un attimo, sento l’adrenalina amica che pompa nelle vene la voglia di pedalare, la voglia di tendere i muscoli e di sentirne la reazione, la voglia di andare e di faticare e mi metto in coda al gruppo come sempre, gli altri corrono, io assaporo il viaggio.
Ogni gara è un viaggio verso l’ignoto, verso il nuovo, una forma d’avventura che cattura pensieri ed anima, lasciandomi segni profondi ed indelebili di scoperta, lo scoprire luoghi e posti che altrimenti non potrei scoprire o vedere e che restano miei per sempre.
Lentamente finisco il primo giro, sentieri e strade nel bosco, qualche salita, alcuni tratti tecnici dove devi saper guidare la bike, ma essenzialmente un piacevole scorrere tra scorci bellissimi e sotto i rami di boschi antichi ed è qua che la mia mente torna indietro di quasi 40 anni, tra i boschi di un altro paese, una lingua diversa da quella che parlo ora ed il viso di una bambina dalle lunghe trecce bionde che corre sotto i rami di un'altra foresta con accanto due cani enormi che la accompagnano e lo sguardo vigile di un uomo che sorrideva nascondendo il sorriso un una fitta barba bianca che dopo poco la chiama per mostrarle alcuni scoiattoli…in flash back quasi doloroso; i ricordi sono belli perché nessuno te li può rubare e restano tuoi per sempre, qualunque cosa accada.
Torno in me e mi accorgo che il giro l’ho finito, che salgo per la salita posta poco prima del traguardo e dai tappeti che rilevano il tempo e via per il secondo giro con quelle salette poste sulla piazza che faccio sempre con la paura di cadere e quel ponte di legno su cui passo sempre a piedi tra gli sguardi divertiti degli spettatori.
Un falso piano su erba, una discesa a razzo e via per un altro campo fino ad un sentierino, saranno 10 metri ma micidiali!!
Il ristoro poco dopo dove il pit stop è obbligatorio e le signore delle case accanto col tavolino fuori dal cancello che ti offrono i biscotti fatti in casa ed un bicchiere di vino.
Ad un certo punto, in salita, mi si affianca Margherita Beltramolli che mi urla “ Kathy ci beviamo una birra”?
Eh si campionessa se bevo una birra adesso non arrivo più neppure a spinta!! All’arrivo dai, magari una coca cola….
Passa il tempo, accumulo km nelle gambe e la stanchezza inizia a farsi sentire; invidio Lorenza Menapace e Claudia Paolazzi che stanno correndo in una sfida sportiva al limite tra loro, una gara di durata tirata da matti che alla fine le porterà ad accumulare un numero di chilometri impressionante, prima e seconda in una sfida incredibile.
Pausa pasta, cambio maglia e via, si torna in pista e si alza in vento; da una giornata caldissima ed assolata tutto si trasforma in un tipico temporale di montagna con la pioggia che inizia a cadere dopo 5 ore e mezza di gara, rinfrescando noi ciclisti e l’atmosfera ma rendendo il terreno scivoloso e la velocità di gara per molti, me compresa, rallenta di molto.
Alcuni si fermano, altri non mollano e continuano a girare ed io pedalo pian piano senza fretta; in un sentiero una ragazza cerca di sorpassarmi ma scivola rovinosamente e con la sua ruota anteriore compisce la mia posteriore ma resto in sella non sapendo che quel colpo ha compromesso il copertone, me ne accorgerò non molto tempo dopo, in salita poco prima dell’arrivo: purtroppo non riesco a rimediare al guaio e la mia 9 ore si trasforma in una 7 ore mio malgrado.
Pazienza, il mio piazzamento non ne risente di certo, ho tempo per fare la doccia con calma prima che ci sia coda, mangio qualche cosa con calma ed inizio a riporre la bike e l’attrezzatura da campeggio sfidando i miei vicini che, ridendo, vogliono vedere come faccio a piegare la tenda in tre minuti come dicono le istruzioni… ce ne metto 7 considerando che sta piovendo a dirotto e vinco la scommessa!!
Ritiro le mie foto, un caffè per scaldarmi ed attendo l’arrivo dei primi allo scoccare delle nove ore di gara; una foto a Margherita dopo la nostra birra come promesso su quella salita, una alla mitica Lorenza ed a Claudia arrivata stremata ma sorridente, uno sguardo al mio mondo colorato su ruote grasse, il saluto agli amici e conoscenti ed un arrivederci alla prossima, non so ancora dove ma di sicuro un nome che mi piace lo trovo sul calendario nazionale mtb.
L’organizzatore, togliendomi il chip piombato da solitario ha chiesto se la gara mi era piaciuta… piaciuta? La considero bellissima.
Un giusto mix di tecnica, salita, discesa e piacere di pedalare in un contesto affascinante quale è il Trentino e di sicuro ci tornerò, magari con qualche compagno di squadra.
Quando arrivo a casa è notte fonda e la pioggia non ha ancora dato tregua, il vento squassa i rami e fa volare foglie; mentre scarico tutto dalla macchina la stanchezza si fa sentire ma stò pensando di far aggiustare la ruota posteriore velocemente perché so che tra non molti giorni c’è una gara sulla montagna poco lontano da casa mia…..
Mi piacerebbe esserci.
Kathy Pitton

Nessun commento: