La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


sabato 25 luglio 2009

Rampinight…..a volte ritornano!!


Il nome racconta la sua storia da solo e cosa vuoi che sia se non un arrampicata di notte su ruote grasse.
Ritorno al crossodromo del Galaello di Preseglie dopo due anni ben sapendo che non è facile, che le salite sono toste e che le discese ti invogliano a lasciar correre le ruote della mtb ma il chiaro scuro dato dalla notte imminente invita alla prudenza, ma la voglia di riprovarci è grande e visto che i compagni di squadra mi assecondano, alle sei e mezza di sera siamo ad arrampicarci nei tornanti che dalla Val Trompia passano alla Val Sabbia.
Verifica tessere, numero 231 su Valchiria e mi siedo ad aspettare, non scaldo le gambe, so già che non servirebbe, sarei in panne senza fiato ancor prima di iniziare.
Dado mi riempie di urlacci dopo aver visto la salita alla partenza e, sinceramente, strabuzzo gli occhi anche io… non era cosi nel 2007!
Accidenti, sembra la rampa di lancio di Stargate, altro che partenza in salita.
Arriva anche Zambo con la tribu al seguito, scambio di battute più per tirar su il morale che altro e via in griglia modello motocross, tutti schierati a fianco l’uno dell’altro ad attendere il via dei giudici: otto in punto via che si parte!
Cento metri e piedi a terra, alcuni salgono di traverso su quel muro di terra rossa, altri cadono, moltissimi come me a spinta fino in cima poi giu a capofitto fino alla strada e di nuovo a salire per strade sterrate, un susseguirsi di saliscendi nel bosco.
Il caldo torrido di questi giorni non aiuta di certo ed anche quel poco d’aria sembra arroventata o forse sono solo i miei kg da tirar su in salita che si fanno sentire ma non mi fermo ed anche se sono già in fondo al gruppone, prendo il mio passo e dove non arrivo in sella vado a spinta.
Qualche battuta dalle persona accanto al percorso, le ascolto e sorrido perche’ loro vedono una old lady che fa fatica ma non vanno al di là delle apparenze, dietro alla fatica c’è il piacere di fare ciò che mi piace e niente altro.
Inizia finalmente la discesa e lascio correre le ruote e mi guardo attorno, ascolto la musica che arriva dalle cuffie del mio ipod e vado avanti, tra strappetti da togliere il fiato e discese tecniche poco dopo.
Vedo un biker in difficoltà e mi dispiace scoprire che è Giorgio Pasotti, un grosso problema con la rotula gli impedisce di terminare la sua gara e torna al traguardo a piedi; gli chiedo se serve aiuto, se vuole assistenza ma mi spinge avanti con un “cuidado querida” , stai attenta….. e’ la nostra regola non scritta, parlarci in spagnolo.
Lo vedo tranquillo anche se dolorante per cui riparto e vedo verso il traguardo.
Man mano che mi superano i ragazzi cerco di non stare in mezzo al sentiero, loro lottano per le posizioni di testa ed è giusto sia cosi per cui mi fermo alcune volte in punti del percorso particolarmente stretti pur di non intralciare e ecco che pof mi cade qualche cosa davanti al viso e mi rendo conto che è una lente degli occhiali! Accidenti, già sono una talpa di mio,se poi non ho le lenti sono praticamente al buio.
Proseguo ed in alcuni casi vado proprio a memoria, seguo gli altri finche riesco poi piano piano scendo fino alla strada asfaltata ed è piu facile vedere ora fuori dal bosco… meno male, iniziavo ad essere veramente preoccupata.
Lampi all’orizzonte sembrano promettere un po di pioggia e frescura in questa torrida e strana estate, qualche tuono brontola in lontananza ed eccolo il motodromo e l’arrivo e la fine della mia fatica.
Dado ad aspettarmi, tante altre persone da salutare, la moglie di Zambo che mi rincorre e dice “Brava”!!!!! insomma…… mica tanto brava, ho fatto un giro su due, doppiata per cui, come da regolamento, fermata alla fine del giro ma in fondo lo sapevo fin dalla partenza che più di cosi non avrei fatto, tanto per me l’importante è arrivare in fondo, è stato un piccolo viaggio stavolta ma piacevole come sempre.
Un cambio veloce, riconsegnare i numeri e ritirare il pacco gara, un litro d’acqua per calmare l’arsura ed il meritato panino con salamela come cena in attesa delle classifiche che per me saranno una sorpresa: sette donne amatori iscritte ma solo tre all’arrivo e quando Mauro i dice che sono prima MW2 gli dico di non prendermi in giro!!!
Invece è vero e sinceramente ancora adesso non ci credo.
Dado ed io ci scateniamo nel Karaoke con una canzone di Battisti: 10 ragazze per meeeeeeeee posson bastare, 10 ragazze per me, voglio dimenticare ……..e lui balla pure il twist.
Una coppia di matti insomma, ma matti allegri bene però!
Guardo le altre premiazioni, batto le mani e poi chiamano anche me e ricevo il mio premio con tanto di foto ricordo assieme al Dottor Formenti, una foto che finirà dritta nel mio album dei ricordi speciali.
Iniziano le prime gocce di pioggia, giusto il tempo di salire sul furgone e si scatena un diluvio con vento fortissimo, bufera che ci accompagnerà fin quasi a casa.
Sulla strada per Polaveno sembra di stare nel film di Dracula, una nebbia fitta si leva dall’asfalto arroventato dalle giornate di sole a picco ed ora bagnate dalla pioggia ed è un peccato vedere tutte le ghirlande di fiori di carta delle varie contrade per il Palio delle Oche, pendere mestamente dalle piante e dai balconi, come se si fossero sciolte con il diluvio.
Ed ecco la splendida vista notturna sul lago, il nostro lago, mille luci che si specchiano nell’acqua e che sono come il richiamo della foresta per me: casa.
Ma prima una sosta da Sandro per l’ultimo caffe e per due chiacchiere sulla nostra avventura su ruote, la solita presa in giro del “ ma dove andate voi due….. mica ora di smettere….”
Per stare a casa a fare cosa? Le parole incrociate del Corriere?
Avrò tempo per farle…..
A casa metto i fiori in un vaso, il premio sul tavolo della cucina, Valchiria nel suo angolo in taverna e mi siedo un attimo a pensare: anche se non mi avessero premiata, è stato bello ritornate a fare la Rampinight.
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

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