domenica 12 luglio 2009
Cross country in Maddalena
E’ qua dietro l’angolo, a mezz’ora di strada e come faccio a non andare?
Eppoi di sabato fatico meno a prendere mezza giornata di ferie, coinvolgo mezzo gruppo e ci si iscrive alla prima edizione Xc Maddalena organizzata dai ragazzi delle giubbe rosse dell MBO, i bikers piu eleganti del bresciano.
Zamboni l’ha provata alcuni giorni fa e , tranquillo mi dice: “ no dai, facile, qualche strappetto…”
Se lo prendo lo faccio fuori a morsi, quasi mi viene un colpo quando ho visto i sentieri da fare in salita e discesa ma ormai siamo in ballo e quando inizio qualche cosa la voglio finire e via che si parte alle tre verso la città e poi su per il Colle della Maddalena.
Parcheggiare già non è facile nonostante sia presto, un sacco di gente ha deciso di passare un pomeriggio su questa montagna cittadina, ci sono gli stand gastronomici, le bancarelle dei dolci, un po di musica, un’aria di festa che rende il pomeriggio allegro e rilassante.
Ritiro del numero, un saluto agli amici, un bacio a Raffaella e ci si prepara per scaldare un poco le gambe; arriva anche Zambo e si parte cercando di capire da dove passa la gara, di certo si sale e sale e sale…..
Non ero mai salita quassù e mi attira una strana costruzione in legno protesa verso la valle: la rampa di lancio per parapendio e deltaplani… bello ripensare ai miei voli dal monte sopra Sale Marasino verso il lago, nessuna rampa per lanciarti ma solo i dirupi della montagna che sovrasta il Sebino e che voglia di tornare a volare sopra il mio lago senza l’ausilio di un motore.
Quanta nostalgia di quel tempo ma ho riposto le vele ormai da anni e le due ruote mi regalano comunque emozioni, forse meno forti, ma altrettanto gratificanti.
Tanti bikers in allenamento e tra loro Carlo Manfredi Zaglio che, passandomi accanto, si ferma e mi saluta ridendo per la menzione nell’articolo della Vignalonga…articolo……dai, non sono un giornalista, scrivo solo racconti e dentro ad essi trovi quello che sento pedalando tra i boschi, guardandomi attorno ed ascoltando, non parole ma sensazioni e trovando in esse piacere e consapevolezza.
Mi fa piacere comunque, moltissimo, sapere che alcune persone leggono quanto scrivo e sorrido anche quando, non conoscendomi, si trovano di fronte questa old lady che tutto pare meno che una ciclista e mi chiedono: Ma sei tu Kathy?
Si sono io Kathy, quella che si mette in fondo al gruppo in partenza per non intralciare i ragazzi che viaggiano alla grande, che ride per farsi coraggio nel vedere la salita in partenza e che arriva alla fine del giro di lancio pensando di fermarsi ma che poi non lo fa e va avanti lo stesso anche se, in quel sentiero nel bosco in discesa, decide di scendere e farla a piedi perché il “pelo” l’ha lasciato a casa ed ha un po’ di strizza ed urla al compagno Dado di aspettarla in fondo.
Noi siamo quelli che si fermano se qualcuno ha bucato e gli diamo il fast e le bombolette e diamo una mano se qualcuno cade, la posizione in classifica poco conta in fondo, basta finirla.
Quando poi il fondo non è piu scivoloso e risalgo in sella, arrivano i primi e come si fa ad intralciare ed allora ti metti da parte e cerchi di farti piccola e non rompere le scatole e lasciarli passare, loro lottano per le prime posizioni, io mi guardo attorno.
Alcuni pezzi nel bosco sono veramente divertenti, sembra un ottovolante ed è proprio bello lasciare scivolare la bike verso i dossi posti poco dopo, lo slalom tra le piante fino alle salite che faccio rigorosamente a spinta.
Alcuni mi passano accanto e salutano e non sempre riconosco la maglia e mi dispiace non poter dare loro un nome oltre ad un volto ma loro mi chiamano per nome e quel “dai non mollare” mi accarezza le orecchie e penso che si che arrivo e non mollo, devo arrivare in fondo, il resto poco importa!
Qualcuno magari pensa “ma perché lo fa?”
Non esiste un perché, è solo il mio essere me stessa, in fondo non chiedo nulla se non il lasciarmi fare ciò che mi piace, il coltivare la mia passione.
So anche che ad ogni gara, quando la chiudo nelle retrovie, devo ringraziare quei ragazzi in moto che mi seguono con pazienza o quei ciclisti che fanno il fine corsa e che terminano la gara con me, ed è un grazie sincero e grandissimo davvero.
Fine dei sentieri e su per la strada asfaltata, ultimi metri di ciotoli ed ecco il traguardo, il viso dei miei compagni di squadra ad aspettarmi, le fette di anguria, la bike gettata sull erba e le chiacchiere tutti assieme.
Una doccia molto rustica utilizzando una tanica d’acqua sul furgone con Dado che fa la doccia praticamente accanto all’ambulanza e poi di corsa al party… salamine alla brace e coca cola, seduti sulla scalinata di cemento assieme a tanti altri ciclisti ad attendere le premiazioni e qua si ride perché mi premiano come quinta arrivata della categoria femminile, nonostante abbia fatto solo un giro di lancio ed un giro completo: un pacco regalo fornitissimo ed una stupenda rosa.
Ma quello che mi ha lasciato senza parole è stata la presentazione di Alfio, lo speaker ufficiale della gara che mi ha definita “la musa ispiratrice, con i suoi racconti, di tanti bikers…”
Non ho mai neppure lontanamente pensato di poter ispirare alcun che, so solo che è stato bello sentirsi dire da alcune persone che hanno iniziato ad andare in mountain bike dopo aver letto alcuni miei racconti perché questa è una vittoria ma non mia, ma dello sport, quello vero, quello praticato per passione e con amore.
Qualche volta lo sport può aiutarti ad uscire da un tunnel lungo e scuro e ridarti voglia di vivere e sorridere, può salvarti la vita nel vero senso del termine.
Per cui ragazzi rassegnatevi ad avere attorno, nelle gare in mtb, questa old lady che vi lascerà strada ogni qual volta dobbiate passare, basta dirlo….
Alla prossima ragazzi
Kathy Pitton
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1 commento:
"Musa ispiratrice", "Poetessa delle emozioni"... la giusta definizione non esiste... perchè una sola NON BASTA!
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