
Avrò visto il cartello “Remedello” almeno dieci volte ultimamente mentre passavo sulla tangenziale di Montichiari per andare a correre da qualche parte; l’unica altra volta che ho sentito questo nome è stato quando Gabriele mi ha raccontato di esserci stato in collegio ai tempi della scuola superiore fatto stà che mi ci ritrovo una domenica mattina prestissimo per una delle prove dell’Oglio Chiese Challenge.
Alle sette e mezza sono già qua, verifica tessere ed un caffè al bar dell’oratorio assieme a pochi altri avventori, aria frizzantina tanto che sto bene in machina mentre aspetto che si animi un po’ questo paesino della bassa.
Poco ala volta arrivano macchine e camper, alcuni provano già il percorso, altri si siedono a chiacchierare, c’è un aria rilassata di vacanza, saranno le vacanze imminenti di molti a rendere tutto più soft senza quell’elettricità nell’aria tipica dei parterre di gara.
Preparo la bike, casco e scarpette e sono pronta; la borraccia c’è e saltiamo in sella a pedalare un poco.
Non si parte dal centro del paese ma lungo una stradina bianca appena dopo il cimitero, senza le mie montagne all’orizzonte mi sembra sia tutto più grande e ci sia un sacco di spazio ma so che è solo una sensazione data dalla prospettiva diversa e dalla possibilità dello sguardo di spaziare senza confini visibili sulla linea dell’orizzonte stesso.
Visi conosciuti da salutare, altri volti nuovi che comunque fanno un cenno col capo, un riconoscersi parte dello stesso branco, la sensazione di appartenenza ad una “tribu” che è una specie di biglietto da visita e non è piu importante il nome che porti ma la maglia che indossi, ciò che rappresenti.
Elena del Team Novagli, gentilissima, mi fa avere il pacco premio di domenica scorsa, non avevo potuto fermarmi per una questione di orari e lo ha ritirato per me.
Dai che si parte, scaglionati per categorie come sempre a due minuti un gruppo dall’altro e via lungo le strade bianche fino a quel campo dove è stata tagliata una striscia di erba giusto giusto per far passare noi biker, uno zig zag tra l’erba e quei canalini per l’acqua che tagliano il terreno….. il primo o salto, il secondo anche , il terzo……..mi ci pianto dentro con la ruota davanti e faccio una specie di capriola atterrando sul morbido…il mio morbido però!!! Che botta.
Salto in piedi tipo molla con una serie di @%&//(=?^ che è meglio non ripetere, controllino che sia tutto a posto e via che si riparte fino all’argine dove c’è un muro da salire….cioè loro lo salgono io non ci provo neppure!!!
Scalato il muro si pedala sull’argine in cemento e pietra fino ad un campo, sentierino stretto ed altre strade bianche fino ad un guado dove mi impantano ben benino le scarpe e poi via…
Un pezzo di asfalto ed ecco il traguardo giusto in tempo per ripartire: secondo giro e secondo regalo.
Stavolta il canaletto nel campo so dov’è per cui attenzione Kathy, il morbido fa ancora male da prima; mi superano i primi e da doppiata mi guardo in giro e vedo delle gran belle cascine, dei vecchi casolari tenuti benissimo, vecchi carri bestiame trasformati in giganteschi vasi fioriti da cui cadono gerani colorati, un bel vedere insomma.
Certo che la giornata è proprio l’ideale per pedalare, i temporali delle scorse notti hanno rinfrescato l’aria e questo vento, a parte sollevare un poco di polvere, non da per niente fastidio, anzi è piacevole.
Traguardo, battute scambiate come sempre, un via veloce alla macchina per cambiarmi e riporre Valchiria ed il ristoro è un miraggio gradevolissimo con le sue fette di anguria e le focacce.
Avevo deciso di regalare una copia del mio libro a Matteo dell’Emporio Team, e questo ragazzone che fa?
Vuole la dedica e l’autografo e quando gli racconto del perché l’ho pubblicato, mi mette in mano 20 euro e mi dice:” mettili in cassa Kathy”… ma allora non ti ho regalato il libro, l’hai comprato e non hai voluto neppure il resto!!!!
Anche Fabio Pasquali mi chiede a cosa servono i proventi e gli racconto della nostra nuova avventura come G.C.Iseo, del corso di avviamento alla mtb per piccoli e della straordinaria partecipazione di 37 ragazzi che sono fantastici!!!
Quanto vorrei davvero che il corso diventasse permanente, che i più piccoli imparassero in tutta sicurezza che la mountain bike è bellissima, che il casco in testa è da tosti e non da sfigati come qualcuno erroneamente crede, che la libertà che ti regala la mtb è impagabile…..
Quanto mi piacerebbe davvero avere un posto aperto tutto l’anno dove farli correre e se penso che quattro settimane fa alcuni di loro avevano appena tolto le rotelle e che ora fanno la bascula, saltano il gradino, fanno lo slalom tra i paletti ed i birilli, sanno prendere una borraccia in corsa con una mano sola beh…un pochino di orgoglio lo sento ma non perché io insegno loro( non sono in grado di insegnare proprio niente a nessuno), ma perché Gabriele in prima persona, Mauro, Carlo, Marco, Antonio, Giusy, Luisa, Coffetti ed io abbiamo deciso di regalare loro del tempo nostro ed il vederli sorridere e ridere a crepapelle è la cosa più bella del mondo.
Me ne torno a casa con un altro pacco premio, settima donna e sette donne premiate, un cambio veloce e da ciclista per passione mi trasformo in marinaio per dovere e via al lavoro fino a sera.
Ma la testa è già da un'altra parte, su di un altro percorso ma non so ancora dove.
Kathy Pitton
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