La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 6 maggio 2011

Un lungo giorno con lo zaino in spalla




Partita alle 10.45 del mattino e tornata alle 19 dopo 137 km, da Iseo lungo la sponda bergamasca del lago fino a Lovere, ciclabile fino a Darfo Boario terme, mucche al pascolo lungo l'Oglio che campane al collo mi accompagnano con il loro dilong dililong e poi su, fino a Breno, passando per il parco del Barberino e la zona archeologica di Cividate e la lunga galleria gelida dei camuni, scavata nella roccia viva.
La salita durissima su roccia e la cementata fino al Tempio di Minerva in Spinera e l'ultimo tratto lungo il fiume fino alla casa di Roger, un caro amico che mi aspettava con the caldo e biscotti.
Il ritorno per la stessa via con qualche piccola variante, con un vento contrario da paura, sosta gelato a Costa Volpino ed arrivo in serata, cotta come un pollastrino ai ferri, a casa.
Che tirata ragazzi.
Ma che bello però.

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