domenica 29 maggio 2011
Parco delle colline da spettatrice….
Ho deciso che non mi piace, non mi piace e basta.
Non ci vado più a vedere le gare dove non posso correre per questo o quel motivo.
Lo so che dovrò mollare davvero una volta o l’altra ma l’essere stata li stamattina, tra decine di amici che guardavano il manubrio della mia Valchiria e mi chiedevano se avevo dimenticato a casa il numero mi ha fatto venire il magone.
Mi sono alzata presto, ho fatto la colazione che faccio sempre prima di una gara, preparato la borraccia con i Sali giusti, mi sono messa la divisa della squadra ed ho preso lo zaino che metto di solito nelle lunghe escursioni…e già quello mi sembrava stonato, non andavo a fare un giro lungo il lago o una delle valli qua attorno.
La lunga pedalata nel fresco della mattina attraverso la Riserva delle Torbiere incontrando decine di ciclisti, i chilometri che separano Iseo da Rodengo Saiano che scappavano da sotto le ruote, incrociare a Monticelli quanti facevano riscaldamento e mescolarmi con loro, come una di loro, come in fondo mi sono sempre sentita.
Ma oggi non gareggio, sarò al lavoro alle 13 e ieri sera ho finito alle 22 e comunque avevo deciso di togliermi dal circuito delle gran fondo belle ma dure, si deve capire quando non si può andare oltre e quali sono le effettive capacità.
I miei limiti li conosco, va bene cosi.
Ma il cuore la pensa diversamente.
Ho salutato Zambo e Marcello, un nuovo iscritto al gruppo, ho scattato qualche foto, ho girato qua e la salutando una marea di gente che, al dire “non la faccio” mi guardava stranita, ho augurato un bocca al lupo a tutti e mi sono avviata lungo la strada per vederli passare.
Ho appoggiato la bike lungo una siepe ed assieme alle tante mogli e compagne dei corridori ho aspettato che arrivasse l’ora della partenza per vederli sfilare e fotografare…ma non credevo di stare cosi male.
Ognuno di loro, ed erano 850, passandomi accanto sulla strada, si portava via un pezzetto di me!
Solo Natale, il nostro nonno volante, ha capito come effettivamente stavo, gli è bastato uno sguardo per capire che avrei voluto essere sui pedali, con loro, con la moto scopa dietro a sbuffare come sempre, con la paura di non arrivare in tempo… ma essere nel gruppo.
Si tende a nascondere i propri sentimenti per non sembrare deboli ma è una cosa che non mi è mai riuscita; ho pianto per tante cose nella mia vita, per un amore perduto, per uno sgarbo ricevuto, per un dolore fortissimo o la perdita di una persona cara ma mai avrei pensato di piangere per la mtb.
Ma non mi sono sentita debole, per niente.
Mi sono resa conto che ho bisogno di quelle sensazioni, di quella scossa lungo la schiena che ti fa stare bene con te stessa e con il mondo, di quelle paure lungo una discesa ripida che ti porta a frenare per rallentare o la voglia irrefrenabile di ululare come un lupo mentre corro tra le “braccia” di un bosco; emozioni e sensazioni che scuotono la parte tranquilla di me facendomi sentire viva.
E’ come un amore unico, indissolubile e rarissimo, nulla può farlo cambiare perché il legame è cosi forte che non esiste alcunché che possa spezzarlo.
Natale mi ha fatto strada in silenzio come per farmi da scorta fino ad Ome, dove lui ha proseguito per arrivare non so dove lungo il percorso e fare un filmato da postare su Facebook, io ho girato verso Iseo ma mi sono ritrovata alla chiesa di Monticelli, per intercettare il percorso ancora una volta….una droga.
Poi piano piano mi sono diretta ad Iseo, una sosta obbligatoria da Gabriele dove ho incontrato altri del gruppo in giro, due foto a loro e via verso casa.
Sotto la doccia le ultime lacrime sono scivolate nello scarico assieme allo shampoo, mi sono messa la divisa e sono andata al lavoro ma ci ho pensato tutto il pomeriggio: no, non posso lasciare la mia Valchiria, mai.
Venerdi sera andrò a Verona, c’è la prima delle Night on Bike, io ci sarò.
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1 commento:
La passione ha molti volti... molti tu li conosci a fondo, grande Kathy, grande come il tuo cuore!
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