La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 8 maggio 2017

Qualche giorno a Monzambano

Non ricordo il tempo di concedermi una vacanza rilassante.
Ne ho un disperato bisogno, tra lavoro stressante, fiere in giro per il mondo, casa, famiglia, gatto etc.
Approfitto del ponte lungo del 25 aprile e me ne vado a Monzambano, paesino della mantovana lungo le rive del Mincio e della lunghissima ciclabile che porta a Mantova ed al Po.
Il camper sembra conoscere la strada a memoria ormai, ci vado appena posso ogni anno ed è il posto più incantevole e rilassante che io conosca.
Le colline moreniche abbracciano lo sguardo e son gia in vacanza guardando fuori dal finestrino.
Arrivo, registrazione e scendo nell'oasi camper, la preferisco al grande parcheggio alto, è più rilassante e la vicinanza del laghetto e degli animali mi fa sentire in pace con me stessa e con la natura circostante.
La mia bici nel gavone del camper a farmi compagnia, due libri e tanta voglia di stare sdraiata al sole, in solitudine, a rimuginare sui pensieri, sui tanti problemi, sul lavoro e sulla stanchezza infinita che mi sfibra il corpo e l'anima.
Il cielo azzurro si nasconde tra i rami degli alberi altissimi di questo angolo di paradiso ed il vento soffia leggero, accarezzandomi la pelle e scompigliandomi i capelli.
Gia dopo due ore sono in pace col mondo intero, il libro aperto sulle ginocchia ma lo sguardo non accarezza le parole sulle pagine ma vaga seguendo le oche e le papere di vario genere che popolano questo angolo di mondo, nuotando nel laghetto al bordo del quale sono parcheggiata in quella che definisco l'area sosta camper più bella che conosca.
 Due passi in paese, tanto piccolo che in 15 minuti son già di ritorno con un sacchetto di pane e due o tre cose comprate al negozietto della piazza.
La sera arriva piano piano, saluto i vicini belgi di campeggio e mi rintano all'interno della mia casetta su ruote, sono stanca e rilassata e l'oscurità mi culla nella prima notte in cui dormo come un sasso da tanto tempo.

 Il mattino arriva con il quac quac delle oche fuori dalla porta alla ricerca di qualche briciola di pane.
Il caffè a bordo lago, seduta arrotolata in una coperta è il risveglio più bello che c'è!

 Con calma preparo la bici e decido di andare verso il lago di Garda, non seguendo la ciclabile del Mincio ma seguendo la ciclo-via che sale e scende dalle colline moreniche, aggirando castelli e vecchie costruzioni militari di cui non conoscevo neppure l'esistenza.



E' proprio vero che la bicicletta ti da la possibilità di passare in luoghi che di solito in macchina ti sono precluse. Le lunghe strade bianche tra i filari di vite che fiancheggiano le cascine sono di una bellezza unica; qualche anziano contadino che falcia l'erba che mi saluta passandogli accanto, uno con cui scambio due parole chiedendo informazioni sul forte posizionato sulla collina.
La calma con cui posso pedalare mi regala tutta la serenità di cui ho bisogno e che mi rilassa tantissimo.......
 Dopo chilometri  tra le colline ecco il fiume e mi avvicino alla città di Peschiera del Garda.
Il passaggio sotto il ponte dell'autostrada, il sentiero sotto il bastione del castello e la discesa verso il ponte che entra in centro storico.
C e una gondola che dondola sull'acqua, con tanto di gondoliere fermo ad aspettare i turisti che desiderano fare un giretto romantico.
E pieno di turisti stranieri ed anche quando mi fermo al bar sotto le mura del vecchio carcere militare della cittadella, la lingua parlata è il tedesco... anche da parte del cameriere che mi chiede cosa voglio bere! un sorriso mi scappa e, sebbene il tedesco mi appartenga come madrelingua, preferisco chiedere una spremuta in italiano.
  Mi fermo un attimo anche a guardare le rovine romane degli scavi li accanto; infatti la piazza è tutta uno scavo, vuoi per rimetterla a posto, vuoi per trovare resti di vestigia antiche.
Una straniera in uno stentato inglese mi chiede se so dove si trova la ciclabile, dall'accento capisco che è tedesca e le indico la strada, la stessa che riprenderò di li a poco per tornare verso "casa".
Ripongo la mia bici nel gavone, saluti i vicini di camper che girovagano anche loro in bici, elettrica però..... e decido che stasera si va a cena al Caminetto dove sono già stata lo scorso anno e dove fanno fantastici piatti di cucina mantovana.
I capunsei!!!!!!
Madonna che buoni.


 Il trittico di primi è da sballo.
Segue un "Bocconcino", praticamente un pezzetto di brasato su di un letto di polenta, il dolce non piò mancare e mi portano una panna cotta su di un letto di  caramello e fragole. Me ne torno al camper sazia e con un sorriso sulle labbra che, forse, non mi si vedeva da tempo.
A volte bisogna coccolarsi, e come per magia, tutto appare più chiaro, semplice, facile... anche s e magari non lo è.
Un altra notte passa con un riposo che mi lascia rinfrancata e rilassata; un altra mattinata all'insegna del dolce far nulla in riva al laghetto, circondata da oche giganti, papere cinesi, germani reali e tutta una serie di pennuti starnazzanti che qua svernano e fanno nidi.


 Oggi che faccio?
Salto in sella nel primo pomeriggio e mi dirigo verso Mantova seguendo il fiume stavolta.
Resto sulla parte destra, non asfaltata, un lungo sentiero sterrato tra gli alberi, molto poco frequentato dai turisti che, a cavallo delle E-bike , preferiscono la parte sinistra del fiume in quanto asfaltata.
Solo dopo chilometri  devo attraversare un ponte ed immettermi sulla parte sinistra con tutti gli altri ciclisti.
E sono tanti.
Ma ognuno pedala con i suoi pensieri e poco alla volta, mi avvicino alla splendila Borghetto sul Mincio, vista tante volte ma affascinante come sempre.
Un giorno festivo, per cui centinaia di persone si sono riversate in questo pittoresco paesino caratterizzato dallo scorrere dell'acqua, dai mulini a pale di legno e ferro che girano e rigirano su se stesse spinte dalla forza dello scorrere dell'acqua.....
Bello come sempre.
Decido di continuare ed arrivo a Volta Mantovana.
Lungo la strada si affacciano ponti, scorrono torrenti, sbucano castelli tra le piante sulle colline..... la natura regala tanto se lo sai apprezzare.

Una sosta per un caffè, un poco di riposo e poi, piano piano, me ne torno indietro, dopo aver macinato ore sui pedali ed aver fatto tanti chilometri.
Una calda  giornata si trasforma in una tiepida serata che passo seduta fuori, chiacchierando con i vicini e giocando con il loro bellissimo Toby, un cagnolino riccioluto simil barboncino, anziano e sordo ma di una dolcezza infinita.
Le stelle presto rischiarano la notte e quando rinfresca, entro in camper e passo la serata a leggere con il sottofondo dello stormire delle foglie mosse dal vento e del televisore acceso, che mi fa compagnia ma che non guardo se non sporadicamente.
La notte scorre ma mi sveglia uno scroscio d'acqua verso le 4 del mattino.
Mi sa che  l'ultimo giorno non lo passero sui pedali; volevo arrivare a Castellaro Lagusello, poco distante, dove, oggi 25 aprile, c e una festa dei fiori che volevo visitare e fotografare.
Ma la pioggia non mi invoglia ad andarci e me ne sto al caldo a leggere.

 Alle due inizio a radunare le varie cose ed a preparare il camper per tornare verso casa.
alle tre squilla il cellulare: Ornella, un amica di Montichiari, chiede se sono al lavoro...
Alla mia risposta negativa chiede dove sono e quando le dico che sono  a Monzambano, Basita mi dice: ma io ero a Castellaro stamane!!!!!!
cioè praticamente eravamo a cinque chilometri l'una dall'altra, avremmo potuto quasi chiamarci a voce.
Mi chiede di passare da casa sua al ritorno e verso le 5 sono a Montichiari, fetta di colomba pasquale e caffè....
Chiacchierando il tempo passa e ben presto me ne riparto alla volta di casa.
Sembra che sia passata solo un piccolo lasso di tempo dalla mia partenza venerdi mattina ed invece siamo gia a martedi.
Domani si torna in ufficio, al lavoro ed alla vita di tutti i giorni.
Già un velo di nostalgia mi passa sugli occhi ma la vita è cosi, un poco di tempo per te e tanto tempo per gli altri.
Ora pensiamo agli altri viaggi, quelli per lavoro, che quest'anno sono davvero tanti.
alla prossima volta ragazzi.



















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