La conoscevo gia, fatta lo scorso anno, dopo c e festa e panino.
Parto a razzo, il lavorare a Lovere non aiuta se poi la sera presto devo andare verso la città, il traffico è micidiale e basta un camion davanti per metterci 45 minuti per arrivare a casa, mi cambio al volo e parto verso la città e la tangenziale.Il cielo in lontananza è scuro ma spero se ne stia buono, già il temporale di ieri è stato veramente forte.
La tangenziale è intasata come sempre all'ora di punta dell'uscita dal lavoro, ci metto quasi 45 minuti per arrivare a Mazzano; nel frattempo chiamo Ornella, amica di Montichiari, chiedendole se mi raggiunge ma non può per cui, in solitaria come al solito, arrivo e parcheggio nel campo adibito in tal senso.
Cavolo ho dimenticato l'anti zanzare!!!!
Mi mangiano letteralmente, mi punge qualunque cosa, moschini compresi... cavolo che nervi.
I 10 minuti che passo in fila all'iscrizione, lenta lenta, sento le gambe pizzicare per i morsi di sto maledette creaturine che se l'evoluzione non faceva riprodurre era decisamente meglio!
Numero appiccicato alla maglia non d'ordinanza stasera (sob era a lavare), vedo altri orange all'iscrizione mentre mi avvicino alla macchina. Mi lego il braccialetto al polso ( un pezzo di fettuccia che indica che avrò diritto a pane salamina e bibita a fine gara), e mi avvio...
Si mi avvio, 10 minuti prima dello start ufficiale... perché?
perché il cielo è talmente nero che tra un po vien giù un mezzo uragano.
Il vento aumenta portandosi via i moschini e le zanzare (evvivaaaa), diventa sempre più buio...
Quando passa il ciclista che indica l'avanguardia dei partecipanti mi metto in parte, vedo passare anche Omar e Barbara ( il Pres e la first lady), altri dell'Atletica Franciacorta e mi accodo cercando di camminare il piu velocemente possibile pur zoppicando un po. Spero che sto maledetto tendine d'Achille si metta a posto, sinceramente non ho voglia di finire nuovamente sul tavolo operatorio.
E passo dopo passo arrivo, percorso corto, mi presento a prendere il mio panino, credo di essere una delle prime a ritirarlo, mi siedo e ceno.
Arrivano i primi ed io mi avvio alla macchina, con un vento tanto forte da far volare i rami delle piante li attorno. E sulla tangenziale, tra folate che spostano le macchine e gocce di pioggia che cadono come macigni, me ne torno a casa.
Una doccia lava via sudore e lenisce i morsi degli insetti, due coccole al mio bellissimo pelosone che miagola felice e me ne vado a dormire.
Come sempre, anche se a modo mio e lentamente, molto lentamente ultimamente, arrivo al traguardo e sto bene. Quello sta bene dentro che mi fa essere serena per giorni dopo, al lavoro ed a casa...
Ma gia penso a domani sera, vicino a casa stavolta..... un giro tra i vigneti della mia bellissima Franciacorta. Ma quella è un altra storia.
CENA SOCIALE 28/10/2016
8 anni fa
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