Certo che una la penso e un’altra la invento….
Chissa come mai, raggiunta una certa età, si torna indietro e ci si comporta come dei ragazzini, divertendosi come dei matti.
Mai e poi mai avrei pensato, anni fa, di iniziare a far gare in mtb; certo, in bici ci sono sempre andata ma gare….mi sembrava una cosa da ragazzi, da gente con tanto di manico e coraggio da buttare, non certo per signore quarantenni in tacchi alti e rossetto, men che meno di buttarmi nell’endurance.
Ma quando, nel 2007, feci la mia prima 24h ad Idro, sotto un diluvio universale accompagnata dalla mia ragazzina che faceva il tifo, mi ha preso un virus brutale che non mi molla più e che mi tengo ben stretta addosso!!!!
Mi è entrata nel sangue quella sensazione di festa unica nel suo genere, una specie di Woodstock della mtb, dove i bikers si mescolano ai bambini sui loro tricicli, dove belle ragazze si stendono al sole per abbronzarsi e signore più soft stanno sedute all’ombra a leggere un libro, il tutto accompagnato da musica a palla di giorno e le parole dello speaker che dal palco parla ed incita chi passa dal traguardo senza fermarsi o chi parte per un altro giro.
Ed il tutto condito dal profumo delle grigliate, dalle lattine di birra divise con i vicini e dalle risate che si spargono sopra questo accampamento colorato con tende bellissime, altre rappezzate alla bene e meglio ed altre ancora che della tenda hanno ben poco ma è un unico mondo: gli endurancers.
E stamattina, quando sono partita alle 8 per andare ad Idro, avevo la macchina piena di picchetti in legno preparati da Zambo ( anche lui si è imbarcato in quest’avventura), martello e chiodi, nastro colorato ed i cartelli che ci identificheranno nel bel mezzo dell’accampamento, scelti in base ad una specie di legge non scritta che ti fa seguire l’istinto ed ecco che saremo El Zambo Solitario e Tartaruga Zoppa alla riscossa!!!!
La location del nostro accampamento: accanto al cimitero!!! E si perché se devo aver paura di qualcuno sono di certo i vivi, non i morti; anzi, magari tra gli spiriti locali trovo quello che mi proteggerà in questa bella follia: 24 ore in sella a cercar di fare più km possibile, pedalare nel calore del sole cercando di vincere la sete ed il caldo non pensando, pedalare nel buio della notte cercando di vincere quei fantasmi dentro che affiorano proprio quando la stanchezza si fa sentire e ti morde la gola, aspettando quel chiarore nel cielo che indica l’alba ed il giorno che segnerà la fine della tua sfida al mondo.
E per quanto folle possa sembrare agli occhi dei più, ci si sente dei conquistatori, dei guerrieri, ed anche se l’unica cosa che porteremo a casa sarà una foto ricordo, avremo la consapevolezza di avercela fatta.
Kathy Pitton
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento