La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 28 febbraio 2010

Aironbike 2010…..la devo rifare!




Purtroppo per riavvolgere la giornata non trovo il bottone… e devo tenerla cosi ma tant’è che la mia Aironbike l’ho fatta anche quest’anno.
Prima prova dei River Marathon Cup, secondo anno che porta questo nome ma l’avevo conosciuta prima, quando ancora era il Trittico del Po, tre gare di seguito sulle sponde e rive dei fiumi della bassa pianura Padana.
E’ diventata una piacevole consuetudine perché oltre alla gara è una visita in casa di amici, i ragazzi del Team Sculazzo Italia con cui ho un bellissimo rapporto di amicizia che spero di consolidare nel tempo, magari con qualche iniziativa in comune con la mia di squadra, il G.C.Iseo.
Comunque sia, sabato pomeriggio si parte, in solitaria stavolta visto che Dado per problemi fisici ha dato forfait; colonna sonora del viaggio i Dire Straits a manetta lungo tutta la strada.
Arrivo al Lido Po di Guastalla alle sei di sera ma la frenesia si sente nell’aria, è tutto un andare e venire di macchine con transenne e cartelli e striscioni, i ragazzi del team a correre di qua e di la per finire prima di notte.
Ne saluto alcuni e mi fermo per due parole ma capisco anche che devono finire il lavoro e mi ritiro presto e mi preparo per la serata con un piatto di riso ed un libro a farmi compagnia.
Altri camper sono vicini a me, siamo una specie di tribu itinerante tra un campo di gara ed un altro, ci si riconosce ed un cenno di saluto è sufficiente per risaldare un legame invisibile, fatto solo di quella passione che ci rende uguali ed unici allo stesso tempo.
Qualcuno mi chiede “ ma sei sola? Non hai paura? “ e di cosa dico io…….
La solitudine non mi ha mai spaventata, anzi ho sempre pensato che potesse rafforzare il carattere di una persona eppoi non sono sola, ho tanti di quei pensieri che girano per la testa che fanno un rumore del diavolo!!!
Un poco di musica, qualche capitolo di un nuovo libro e quando spengo la luce e guardo dalla finestrella mi accorgo che l’accampamento si è ulteriormente arricchito e che gli arrivi si susseguono nonostante l’ora tarda.
La notte passa in un lampo ed il mattino mi accoglie con i rumori di ogni gara di Mtb, le transenne tirate lungo la strada e che stridono, gli uomini che finiscono di tracciare e segnare il percorso e si chiamano man mano, i primi bikers che corrono a prendere il numero ed il pacco gara per evitare la coda del’arrivo in massa verso le nove; un caffè caldo e due fette della torta di mele che mi sono portata da casa ( e se non è bilanciato pazienza..però è buona) ed eccomi pronta a ritirare il mio numero, 118, come per chiamare l’ambulanza.
Profetico.
Mi vesto con calma e preparo Valchiria, tutto è pronto e mi sento bene, ho voglia di pedalare anche nel fango; incontro Paola e facciamo un pezzo di strada assieme per scaldarci e mi porta fino sull’argine dove c’è un assembramento di ragazzi in bike….a guardare una discesa!
Alla faccia!
Resto basita….per me è un muro verticale insormontabile e dalle espressioni del viso di molti mi accorgo che siamo in tantissimi a pensare la stessa cosa: come diavolo si scende da li???
A piedi di sicuro per quel che riguarda me, non mi salta neppure in mente di provare, no no, lasciam perdere và che è meglio.
Paola ride ma poi mi confessa che qualche problema l’ha anche lei…meno male, mi sentivo un po’ complessata.
Incontro Natale Naty nonno volante e porto la anche lui…. Stessa espressione del viso!
Ma lui è leggerissimo ed ha molti meno problemi della sottoscritta di sicuro; comunque ad ognuno la sua gara, io lascio volare gli altri e vado piano.
Poco prima della partenza incontro anche Vania dei Kinomana al rientro in bike dopo mesi di stop forzato ed un attimo solo ci penso quando mi chiede di fare la gara con lei: certo che la faccio con te, volentieri.
Facciamo fatica ad entrare in griglia, alcuni ragazzi sono dentro da mezz’ora e gli spazi sono quel che sono ma riusciamo ad infilarci in un varco ….ed eccola la voce della mtb, Alfio Biker Montagnoli che, a gran voce al microfono chiede: ma che fine ha fatto Kathy Pitton??
Ussignur…….e tutti li col dito ad indicare me: è qui è qui!
Voleva che dicessi due parole, come ad ogni gara quando c’è lui, per il mio modo alternativo di fare mtb…. Ma stavolta non riesco proprio Alfio, quando arriverò al traguardo dai!
Pronti via lungo la strada per il primo giro e segui Vania che però non riesce a tenere il ritmo degli altri e presto, andrà pianissimo, con tanto di fiatone e tossendo spesso.
Mi sa che come prima gara al rientro dopo mesi di stop non ha scelto la migliore per ricominciare.
Le faccio compagnia per tutto il primo giro e per parte del secondo poi mi dice di andare; mi è dispiaciuto lasciarla sola ma credo abbia capito la mia voglia di correre; non ho mai nessuna velleità di conquista ne di posizione ma voglio solo arrivare al traguardo e sentivo le gambe girare bene e le sensazioni erano belle per cui via al galoppo in sella a Valchiria.
Sento la moto in lontananza, ho perso un po di tempo nel primo giro ma sono quasi alla fine del secondo e tutto è ok; lascio sfilare accanto a me i grandi della velocità e mi avvicino a quel muro da scendere con un timore reverenziale… ed infatti lo farò a piedi, tutta di traverso, facendoci pure una risata.
Mauro dell’Emporio Team mi passa accanto e mi urla un saluto, sarà lui ad ospitarci ad Asola la prossima settimana per la X Bionic e, poco dopo, Roby, il mio istruttore di spinning che mi fa pure una carezza sulla schiena…. L’incontrare gli amici è la parte piu bella della mia mountain bike, quelle sensazioni positive che mi porto dietro fino alla gara successiva, quello star bene che è impagabile ma poi, in un attimo, cambia tutto e resta l’amarezza ed anche un po’ di rabbia.
Un biker dalla maglia arancione e nera, per superarmi e guadagnare forse tre secondi ed arrivare esimo comunque mi ha letteralmente sbattuta a terra a 200 metri dall’arrivo, neppure si è preoccupato di vedere se stavo bene anzi, mi ha mandato pure un “ va a ciapàl…”.
Mi sono lussata la spalla sinistra, faccio una fatica dell’accidente ad usare la mano ed ho delle fitte tremende al fianco grazie a questo galantuomo.
E qui apro la parentesi del Ci sono “signori” e Signori.
I Signori sono i campioni che ti passano accanto, come Fabio Pasquali o Fappani o il Dottor Zappa, loro combattono per il podio assoluto ma ti passano vicino e neppure ti accorgi di loro perché la loro è una bravura da Campioni veri e da Uomini.
Poi ci sono i “signori”, dei pinco pallini chiunque che credono di essere dei bravissimi personaggi sportivi solo perché, mettendo da parte ogni morale o etica sportiva che dir si voglia, arrivano prima di altri fregandosene altamente se per fare questo passano letteralmente sopra ad altri mandandoli pure a quel paese.
Ed a questo gentiluomo in particolare voglio dire una cosa:
io sono un NESSUNO qualunque ma ti garantisco che nessuno è come ME e sai per quale motivo?
Rispetto per gli altri oltre che per me stessa!
Tu sei solo un povero palla, anzi, visto che hai usato il dialetto lombardo per mandarmi a quel paese ti rispondo a tono: va a ciapàl te, gnorant!!!
Quello che più mi è spiaciuto è il non aver potuto finire la mia Aironbike, il dovermi fermare con ancora un giro da fare e non essere neppure in classifica, il dolore alla spalla passa in secondo piano dal mio punto di vista, pazienza, sarà per la prossima edizione.
Pasta party anzi no, tortellino party, torta e Lambrusco, un caffè e due chiacchiere con Gianluca/Gianlupo Bellezza e Paola Parmeggiani ( bravissima oggi, seconda assoluta femminile oltre che campionessa Italiana mtb Uisp) e lentamente me ne torno verso il camper.
Gli abiti sporchi di fango nel sacco, le scarpe pure, Valchiria nel garage interno ed è ora di ritornare verso casa.
Un saluto ai ragazzi del team e via verso l’autostrada ed il mio lago; avrò una settimana di tempo per guarire le “ferite di guerra”, solo quelle visibili però, le altre, quelle dentro, restano per più tempo ed è solo il tempo stesso che le fa passare.
Domenica prossima sarà un'altra griglia, un'altra gara ed un altro percorso e stavolta non provateci a non farmi finire la X Bionic perché vi azzanno al collo e vi farò molto ma molto male.
Kathy Pitton

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grane Katy,
anche se quest'anno rimango alla finestra, motivi familiari, ti sono sempre vicino e ricordati che sei e sarai sempre la migliore di tutti....

Il tuo angelo Riccardo