La sveglia ha suonato all'alba ma la aspettavo da ore, dalla sera prima; neppure un attimo le ferite dell'anima ti danno pace e passi la notte ad affrontare i tuoi fantasmi, le tante paure e le poche certezze.
Mi sono trovata davanti allo schermo del pc in ufficio senza sapere neppure come ci ero arrivata, e già dopo poco tempo una rabbia sorda mi ha preso lo stomaco e me ne sono andata, senza spiegazioni e senza domande, via da li, da quei quattro muri che mi rubano l'aria.
Tre ore a casa sul divano, arrotolata in una vecchia coperta a pensare e riflettere su tante cose, sugli errori che credo di non aver fatto, sulle delusioni e su questo sentir dolore dentro, in gola, che non spiego ma che non va via.
Ed un attimo dopo un raggio di sole va a colpire la cornice di una foto oscurandone solo una parte e lasciando in chiaro l'immagine di Valchiria.
Ho sempre creduto solo nelle solide e concrete realtà, il destino è una cosa che ci costriuamo da soli, passo dopo passo; nella mia vita ho costriuto forse poco ma ho sfruttato ogni singola occasione, ho vissuto ogni singolo momento come se fosse l'ultimo ed ho preso dalla vita stessa tutto quello che ho potuto.
Valchiria è una parte di essa, un "oggetto" divenuto parte di me, della mia esistenza, un essere inanimato che prende vita come per magia in un attimo con me, con la mia presenza.
Pochi istanti dopo avevo abbandonato la calda e confortevole sensazione di calore per scendere giu e strappare gli abiti da ciclista dagli appendini, spogliarmi e vestirmi allo stesso tempo, lasciando tutto a casa e scappare sulla sella della mia libertà.
Sono due le salite in Franciacorta che mi hanno sempre lasciato col fiato spezzato e mai le ho finite in sella, non ce la faccio di solito, ma ho ascoltato Lei, la mia controparte su ruote e mi sono ritrovata ricoperta di fango all'inizio della salita del Monte Alto dal quale scende un ruscelletto d'acqua, residuo delle copiose piogge dei giorni scorsi e sono salita, su e su e su senza fermarmi mai, fino a quando non ho visto la sponda bergamasca del lago, Sarnico adagiato ai miei piedi...e mi sono seduta a ricordare per un momento, guardando giù, fin quando il freddo si è fatto sentire nonostante il sole debole ma caldo di oggi.
Mi sono buttata a capofitto dalla discesa, la stessa che , spesso, alla Vignalonga ho fatto a piedi per paura di cadere, sentendo le ruote slittare e sbandare ma in quel momento non contava niente, solo il sentirmi ferita si, ma viva.
Nella mia vita ho avuto molto ed ho perso altrettanto ma credo di poter dire che non ho nessun rimpianto, ne ne avrò mai... fose qualche rimorso, quello si ma rimpianti no.
Ho vissuto ogni singolo momento come la cosa più importante del mondo e ringrazio Madre Terra di avermi dato la forza che ho dentro, perchè sono forte e saprò esserlo ogni giorno di più, cavalcando la mia compagna di vita fino a quando non potrò dire: IronKate e tornata.
E saprò aspettare, sempre.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Sii forte .
..questa è la Hold lady che vogliamo, cosi ti voglio musa ispiratrice di tanti bikers...ci vediamo a Guastalla....besitos...
Posta un commento