La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


sabato 13 febbraio 2010

Un colpo di Cannon…….dale e Bingo!!!!!!!!

Era li, sola soletta in un angolo del garage da due anni, poi le ho cambiato posto e l’ho appesa ad un gancio a ruote in giu’…. Devo dire che mi sentivo un po’ in colpa; come si fa a comprare una bici da corsa e non farla correre? E per di più una Cannondale in carbonio rossa e gialla a strisce tipo zebra e che si chiama Merlino!
Lo so che dovrei usarla un poco più spesso e che il “fondo” anche per la mtb andrebbe fatto con la bike da strada ma non è semplice, è un concetto totalmente differente e poi i voli che faccio ogni volta… perché mi dimentico che ho le ruotine e penso ad altro e mi ritrovo a svoltare per sentieri ed il resto immaginatelo da soli!
Però stavolta faccio sul serio!
Vorrei riuscire a fare almeno 1000 km su strada entro fine stagione che sommati a quelli in preventivo sulla mia mtb fanno una bella cifretta.. per me quanto meno, per i draghi su ruote probabilmente sono bazzecole ma devo fare i conti con l’orario di lavoro strano, la casa, la spesa, mia figlia, una serie infinita di impegni tra varie associazioni ed organizzazioni… mi ci vorrebbero giornate da 36 ore e mezza e forse, ma solo forse, avrei più tempo per allenarmi.
Comunque, tornando all’inizio della storia Merlino è li che mi guarda tutto impolverato e detto fatto, mi metto all’opera, lo spolvero e lo porto da fattore Ciclo per una revisione completa, gomme, freni e tutto l’ambaradan ed eccolo pronto a partire tutto lustro.
La prima uscita è un mezzo disastro, la posizione in sella è totalmente diversa dalla mia mtb, mi sento fuori posto e scomoda e provo tutte le varianti possibili (che non sono poi cosi tante), ma torno a casa con un mal di schiena che la metà basta; e non è solo la schiena a far male ma anche i gomiti e quelli proprio non capisco perché!
Forse perché la bici è rigida, non come la bike che è ammortizzata, ogni piccola buca è un sobbalzo; un'altra cosa che mi lascia un po’ perplessa è il traffico, cioè le macchine ad un pelo e mezzo dal manubrio.
Sulla strada non puoi perdere l’attenzione e la concentrazione, il traffico è li, presente e costante e non puoi ignorarlo; qua non posso staccare la spina come quando sono per sentieri o all’interno di un bosco in solitudine e quel silenzio che tanto amo non esiste sulle strade ma, nonostante tutto, ha un suo fascino… la velocità.
Come ogni biker sono abituata a continui cambi di ritmo, salite e discese ripide, pedalate fuori sella per contrastare la pendenza o per rendere più efficace la pedalata e scalare questa o quella asperità, su strada mi sembra di fare meno fatica e la velocità che raggiungo difficilmente la eguaglio in mtb.
E la decisione è dietro l’angolo: faccio una gara su strada!
Siamo a febbraio, troverò ben un qualche garetta mica tanto lunga da qualche parte e, sul web, ti scovo il Memorial Menegatti, 12 o 13 prove su strada, quasi sempre in circuito, organizzate dalla Uisp ma aperte a tutti i membri della consulta e credo di essere della consulta anche io come Fci e se non lo sono mi iscrivo lo stesso poi vediamo.
Devo dire che tra il dire ed il fare ci metto parecchio tempo a decidere, ho un po’ di strizza…. E se cado? E se partono tutti come dei missili e resto li come un oca in bici?
L’unica cosa che mi consola è che sono prove a circuito, male che vada mi fermo dopo qualche passaggio sulla linea di partenza.
Fatto stà che stamattina alle otto e mezza ho caricato tutto in macchina e pronti via alla volta del Veneto; viaggio tranquillo in autostrada fino a Verona e poi sulla transpolesana che praticamente non ho visto da tanta nebbia che c’era!
Quando intravedo uno spiraglio tra tutta quella “gheba” vedo il cartello stradale che indica l’uscita di Ca degli Obbi…..che poco dopo diventa Ca delgi Obbi… Giuro!!! E scritto bello grande su di un cartello della Transpolesana. Hanno sbagliato a scriverlo ed hanno invertito la l al posto della g.
Bello!
Va bene cosi,ed arrivo ad Occhiobello, trovo il posto dove ci si iscrive e, visto che devo aspettare un ora circa, decido per un the caldo.
Ci fosse un bar gestito da italiano però… tutti cinesi!
Non ho mica niente contro l’impero d’oriente ma se almeno parlassero italiano visto che gestiscono bar e paninoteche in Italia…..mi è toccato far vedere la teiera con le mani e mimare il the… ussignur mi sentivo a Paperissima.
E per il toast lasciamo perdere che è meglio.
Un signore anziano seduto li mi ha sorriso e detto in dialetto veneto: “mi domando un ombra de vin ma no me dan sempre la stesa cosa…..”
È ora di partire e mi sento come se dovessi affrontare un mostro; chissà perché, in fondo è solo una bici con le ruote sottili!
Mi metto sulla linea di partenza, ci chiamano per nome e numero ed un attimo dopo siamo sul percorso di gara, lanciati ad una velocità folle quelli davanti, io ed altri sette o otto un po’ più lenti dietro; dai Kathy pedala.
E pedalo si visto che la mia media è (per me almeno) alta, non li faccio spesso i 35 all ‘ora in mtb!
I giri si susseguono ed imparo a seguire un certo criterio ed evitare le parti di asfalto piu rovinato dalla pioggia e giro su giro accumulo km nelle gambe ed una piccolissima parte di esperienza.
Alla fine, dopo 50 km, non mi sembra più cosi difficile gestire le mie due ruote sottili e, anche se non è Valchiria, trovo la stessa soddisfazione di quando esco con lei.
Mentre mi cambio e ripongo la bici in macchina sono si stanca, ma soddisfatta allo stesso tempo.
Ho fatto un buon tempo e mi porto a casa il premio per la prima donna….una fornitura di bagnoschiuma per un esercito! Sarà contenta Elsa.
Il sole cala in una rossa palla all’orizzonte mentre torno verso casa e la musica mi fa compagnia lungo la strada.
Tirando le somme devo dire che come prima esperienza su strada non è stata male, anzi!
No lascerò mai la mia mtb per correre su asfalto ma nel mio calendario agonistico qualche gara su strada troverà certamente posto, qualche cosa di tranquillo naturalmente, non credo che sarò mai in grado di affrontare una 9 Colli oppure una Dolomiti; è comunque uno sbocco nuovo, una nuova sfida da affrontare a viso aperto e senza timore.
Basta crederci.
Alla prossima ragazzi
Kathy Pitton

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