La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


giovedì 30 giugno 2011

3° Staffetta del Po

Eccola li la locandina della staffetta dei ragazzi dello Sculazzo, fatta la prima con Marina, replica lo scorso anno, non posso di certo mancare stavolta.
Tiziano gentilissimo mi manda il modulo di iscrizione via fax visto che il mio pc da i numeri…sarà il caldo…..messaggio a Marina e siamo già iscritte d’ufficio!
Alle quattro di questo afosissimo martedì 28 giugno si parte per Gualtieri e l’Emilia Romagna, autostrada e chiacchiere.
La solita uscita dalle parti di Guastalla, i pochi chilometri fino a questo paesino che saprà sorprendermi ed eccolo la in fondo l’arco rosso della partenza e quello blu dell’arrivo pochi metri dopo, in una piazza spettacolare dove svetta la torre dell’orologio.
Scopro cosi che è il paese di Ligabue, il pittore non il Liga nazionale rockettaro, e la piazza è un quadrato perfetto di palazzi uno più bello dell’altro da cui passi per i portici o per arcate che by-passano da parte a parte, sotto le quali trovi scalinate antiche, affreschi e dipinti.

Che bello!
Parcheggiamo nella piazzetta appena dopo, vicino alle docce messe a disposizione per noi dall’amministrazione comunale, il calorosissimo benvenuto dalle “donne” del team che si occupano del reparto iscrizioni e segreteria, ritiriamo il nostro numero, 181 come lo scorso anno, e ci sediamo per un caffè ed un attimo di riposo prima della gara.
Al bar trovo Paola che, con ancora il polso dolorante dopo la caduta e relativa frattura, ha deciso di fare la podista oggi anziché pedalare vista l’impossibilità momentanea.
Con due chiacchiere e di fronte ad un caffè il tempo sembra correre via ed è ora di trasformarci in atlete più o meno serie.
Fa un caldo micidiale, sembra di respirare acqua tanto è alto il tasso di umidità; la bike è pronta, io anche, Marina è gasata come mai, ci siamo spruzzate una bottiglietta a testa di Autan per fregare gli elicotteri a forma di zanzara che girano qua attorno ed oggi vedremo di correre a perdifiato ed arrivare col sorriso stampato sul volto.
Una bella sorpresa ci viene svelata da Tiziano poco dopo: non avevo guardato bene la locandina della gara sulla quale siamo immortalate all’arrivo dello scorso anno…una copia per ciascuna, per i posteri naturalmente!
Quando sarò una vecchia nonna potrò raccontare ai miei nipotini delle pedalate fatte sugli argini del Po con un sacco di amici e le foto, i numeri gara e le locandine saranno il ricordo più bello, da mostrare a loro ma, principalmente, per me, per ricordare quelle sensazioni che ho provato, le emozioni che ora vivo e che allora ricorderò con piacere.

Dai ragazzi è ora di partire.
Prima frazione di podismo, 2 km per Marina che li farà lentamente, da brava maratoneta ed al suo giungere in piazza, la mia partenza a razzo dopo la chiamata del mio numero di pettorale.
Una strada stretta, curva a sinistra a gomito e su per uno strettissimo sentiero lungo l’argine, non vedevo neppure dove mettevo le ruote dal fogliame delle canne a lato dello stesso.
Arrivata sull’argine via lungo uno sterrato, giu sulla ciclabile e via per campi… per poco.

Mi avevano detto della sabbia ma non pensavo cosi però… ti pianti dentro e non ti muovi più!
E come mi fermavo mi assalivano nugoli di zanzare affamate che non mi pungevano le gambe o le braccia ma la faccia,il collo ed il fondo schiena attraverso la stoffa dei pantaloncini ste stronzissime bestiole ronzanti!
Certo, dalle altre parti avevo messo l’anti zanzare…
E poi mi sentivo pungere l’orecchio destro, solo il destro….sul sinistro ho un percing, sta a vedere che era quello che le faceva scappare, se cosi fosse me ne sparo in giro sette o otto cosi evito di impiastrarmi di essenze ed oli vari cercando di evitare di essere perennemente ricoperta di ponfi che danno un prurito fastidiosissimo
Comunque sia ho cercato di fare il possibile per correre a perdifiato, pedalare per la verità e dopo 21 minuti sono arrivata al traguardo dando il via libera alla partenza della terza frazione, quella di corsa per Marina.
Avevo il cardio che faceva bip bip bip… decisamente senza fiato!
E mi è parso proprio un attimo e Marina era già al traguardo, non ero riuscita neppure ad abbassare i battiti sotto soglia che mi sono rifondata sotto l’arco rosso, su per l’argine e via per le stradine del percorso di 11 chilometri.
Solo quando sono arrivata agli ultimi due chilometri, quelli che passavano sul sentiero nel bosco da fare tipo ottovolante a testa bassa mi sono rilassata un attimo, sapevo che poco dopo sarebbe finita.
Ho sceso l’argine a piedi, paura di cadere, e sono entrata in piazza dando il via all’ultima frazione, ho atteso qualche minuto e mi sono avvicinata alla torre dell’orologio per aspettare la mia compagna di viaggio, l’ho accompagnata al traguardo io in sella e lei di corsa mano nella mano in segno di vittoria e, felici come mai, ci siamo abbracciate poco dopo sotto uno scroscio di applausi da parte della gente e degli altri ragazzi.
Sapevamo di aver fatto un buon tempo ma quello che conta di più e che, per un altro anno, abbiamo condiviso fatica, sudore e passione, rinsaldando un rapporto di amicizia che ci lega da anni ed anche se non ci vediamo spesso sappiamo che basta che una chiami e l’altra arriva, senza troppe domande…solo il “dove si corre?”
Una doccia dopo aver riposto bike e scarpette da corsa in macchina, il pacco gara da ritirare e ci mettiamo in fila per la cena ma iniziano le premiazioni e siamo orgogliosamente terze.
Certo il premio è un salame, il Lambrusco che accompagnerà una cena tra amici, i biscotti da sgranocchiare davanti al televisore ed una maglia tecnica da mettere in un'altra gara, oltre al formaggio ed altre cose ma per noi è un premio che vale tanto anzi tantissimo.
Si cena in compagnia, si chiacchiera e si parla di gare fatte o da fare, di questo o quel posto, di sogni e desideri ma è ora di andare, si torna a casa.
Lo speaker, sapendo la nostra provenienza lombarda ci aveva chiesto se saremmo state a casa al mattino dopo…profeta in patria credo…mi sono ritrovata ad entrare in autostrada ed uscirne poco dopo, obbligata, per chiusura della stessa per lavori.
Ho gironzolato a vuoto per un bel po prima di trovare un cartello che mi ricordasse più o meno dove fossi, direzione Mantova, seguire quella strada e giungere a casa verso l’una di notte, decisamente stanca di guidare.
Marina mi ha tenuta sveglia con le chiacchiere e meno male, altrimenti mi sarei fermata da qualche parte a dormire.
Ora, mentre scrivo, penso già al fatto che c’è un altro duathlon dalle parti di Orzinuovi, devo informarmi sulla data, vedere se sono libera dal lavoro, avvisare Marina e ripartire per una altra corsa contro il tempo, contro le zanzare che hanno trasformato il mio orecchio destro in un orecchio stile Dumbo e duellare contro le vespe che sembrano adorare la cicciotta di questa signora pedalante.
Con le ali ai piedi, sempre e comunque perché ci sono un sacco di posti da scoprire e che voglio conoscere.

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