La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 26 giugno 2011

Medieval Race

16.30, venerdì pomeriggio e scappo letteralmente dal lavoro, corsa a casa, cambio tattico da una divisa all’altra, bike in macchina e via verso la tangenziale, navigatore impostato su San Giovanni in Croce e si va in provincia di Cremona.
Lo scorso anno i era piaciuta questa corsa nel parco della villa della Dama con l’ermellino di Leonardo, su e giu tra piante e casette sparse in questo parco immenso e scuro, sembrava di essere in una foresta tropicale, il laghetto costeggiato più volte e le insidiose salitele da tre metri create ad arte per spezzare la schiena di vecchie signore pedalanti inseguite da un nugolo di zanzare feroci che vista la ciccia esposta, han deciso di banchettare…ma stavolta le frego hehehe, la prima cosa che ho messo nello zaino è stato l’Autan!
Mi ci vuole quasi un ora e mezza ad arrivare fin laggiù, canticchio sulle note di un vecchio cd dei Nomadi ed il tempo passa piano piano; chissà se anche qua ha piovuto forte come da noi nel pomeriggio di giovedì…
Arrivo, parcheggio nella piazza principale, cerco la verifica tessere ma non la trovo! Hanno spostato la logistica al campo sportivo e ci metto un bel pezzetto a piedi ad arrivare fin laggiù.
Sonia cerca lo stesso posto cosi come gli altri ciclisti qua attorno, ci si rimpallano le informazioni, dopo il passaggio a livello laggiù a destra, si arriva al banco della Tagracer e ritiro il mio numero, il 902, che mi sta accompagnando dall’inizio di questo circuito.

Bike pronta, io anche, due chiacchiere con Angela ed il gentilissimo Diego a cui chiedo in prestito l’olio per la catena e sono pronta a pedalare, più o meno insomma.
Le face conosciute sono tante come sempre, ci si scambia un saluto ed a volte basta un mezzo sorriso senza tante parole in mezzo e ci si capisce al volo, parti della stessa tribu che trovano il loro posto nel colorato carrozzone delle gare su ruote grasse.
Stavolta non si entra nel parco dal cancello principale, la casa della Dama con l’ermellino è ingabbiata nelle impalcature dell’impresa che sta lavorando al restauro per cui si entrerà dalla porta di servizio diciamo, un ingresso laterale che immette direttamente all’interno del parco passando prima su di un pezzo della ciclabile.

Partenza per categorie come al solito, non siamo in tantissimi ma la stagione è ricchissima di gare e ci sono i mondiali a Montebelluna a cui molti non vogliono mancare seppur con poche o nessuna possibilità di classifica.
Quest’anno hanno aggiunto un giro di lancio in un campo di mais appena tagliato, ecco si proprio quello con le canne tagliate che sotto le ruote fanno un casino micidiale e sembra sempre che vogliano bucarti copertoni e scarpe se appoggi i piedi a terra; comunque, stongioni o no si parte e si gira attorno al campo, un allungo velocissimo e sono subito dietro a tutti.
Ma le old Lady vanno piano, non si fermano e prima o dopo arrivano! Eh si.
Perchè se lo scorso anno ci avevo messo 1h e 20 a fare i miei tre giri …il quarto non ci penso neanche morta a provare a farlo….quest’anno, con un giro di lancio in più, sono arrivata al traguardo in 1h 00 minuti e 27 secondi il che equivale, per le mie scarse capacità di velocità, un record personale e se qualcuno ride lo morsico tutto!
Considerando anche che sono un anno più vecchia….va benissimo cosi.
E che cavolo…chi ha fretta passi pure avanti, a me piace anche guardarmi attorno, fare due chiacchiere con gli addetti al percorso, quelli dell’ambulanza, special modo quel baffone alto e moro, sono simpaticissimi per cui…..
Traguardo con sorriso, via alle macchine altrimenti le zanzare ci assalgono come i Vietcong infilandosi anche sotto i pantaloncini da ciclista, una doccia sommaria con due bottiglie di acqua minerale, mezzo litro di anti-zanzare spry e via al ristoro a mangiar fette di anguria, pesche e qualche pezzetto di crostata.
Alfio mi sequestra facendomi raccontare la Black Forest Ultra Marathon, passano i minuti ed ecco la premiazione…ho fatto bene ad ascoltare le ragazze, Sonia, Angela e Barbara ( che mi vogliono presentare non ricordo chi, bell’uomo ciclista 53enne..vedremo) e fermarmi perché a premio ci sono anche io.

Torno verso la macchina e nella piazza ora animata di gente gira una colorata giostra con i cavalli, mi piacerebbe farci un giro ma credo che la gente riderebbe di me…immagino già le loro facce, io una signora su di un cavallo che gira sulla giostra, un gioco riservato ai bambini…
Eppure sto a guardarli un po’ e la voglia di salire per un giro è fortissima ma meglio saltare in macchina, la strada è lunga fino a casa.
Ancora oggi dopo tre anni di navigatore non sono riuscita a capire perché al ritorno mi calcola sempre un percorso diverso dall’andata…e per di più più corto di quasi 20 km, misteri della tecnologia, la stessa tecnologia che si è mangiata 415 numeri di telefono della mia rubrica su di un cellulare ultra moderno che fa anche massaggi e pastasciutta al ragu!
Ad un cero punto della strada un faro illumina la notte.. e se non son svelta a frenare tiro sotto un carabiniere che con una torcia in mezzo alla carreggiata voleva indicarmi di fermare la macchina ed accostare…ussignur!
Mi guardano un pò storto!

Va beh non sono in abito da sera, ho due o tre baffi di fango sul viso, sono in pantaloncini da ciclista e canottiera e con la bike buttata sul sedile dietro della Mercedes..ma la macchina è mia mica rubata!
Che ci fa vestita da ciclista signora???
Ma secondo voi una vestita cosi che ha anche la bici in macchina dove è stata? Ad un Rave party?
Visto che brontolo sempre ma che fondamentalmente sono una brava ragazza mi mollano dicendo vada piano..lason perder scèc!
Arrivo a casa a mezzanotte, sono stanca ma per la guida più che per la gara, la doccia lava via polvere e decisamente concilia il sonno, il letto è un miraggio dove mi rintano e chiudo gli occhi sulla giornata appena trascorsa.
Buonanotte mondo di ciclisti che pedalano nelle calde sere d’estate, buonanotte viaggiatori con le ali ai piedi.
Buonanotte amici miei.

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