La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 28 giugno 2011

Franciacorta Bike senza chip!

Ne conosco il percorso a memoria, potrei farlo ad occhi chiusi fino in cima al Monte Alto, la discesa no, troppo tecnica meglio guardare bene dove si mettono le ruote.
Ma….
E si ci sono i ma, i se ed anche i forse.
Ma se lavori dalle 13 in poi e se arrivi troppo tardi al lavoro forse potresti avere dei problemi e, con i tempi che corrono, meglio tenerselo il lavoro va che è meglio.
Per cui opto per fare la Franciacorta Bike in versione fotografo, partenza alle sette del mattino da casa con Dado (si il mio amico Dado, ricomparso dopo quasi due anni di stop agonistico), Alberto al seguito e via per campi fino alla partenza della gara ad Erbusco.
Gironzoliamo per il parterre, salutiamo qua e la, a chi chiede dove abbiamo il numero diciamo che lo abbiamo lasciato a casa, abbraccio Simona con immenso piacere e ci concediamo un caffé in un bar del centro.
Ritorniamo alla partenza e comincio a rincorrere Cristian, Michele, la Giusy e compagnia bella per le foto da mettere sul blog della squadra.
Non vedo arrivare Zambo e lo chiamo al cellulare…stà tornando verso casa, ha dimenticato le borracce! Beata gioventù che se ne va!
Alle 9 via verso il Monte Alto per essere all’inizio della cementata prima dell’arrivo del gruppo di testa e faremo una bella sudata, fa un caldo micidiale ed il sole picchia di brutto, sarà dura per i ragazzi in gara oggi.
All’inizio della stradina che porta agli alpini una macchina ci suona ed ecco Giorgio il Messicano che, in macchina, cerca di raggiungere una postazione per far foto…anche lui!

Ma siamo tutti fotografi oggi?
E chi pedala?
Guardo l’orologio e sono le 9.45, non mancherà ancora molto all’arrivo dei primi ragazzi scatenati come furie ed ecco che si sentono le moto in lontananza, gli apripista che indicano l’arrivo imminente dello squadrone.
E li vedi da lontano, sembrano non avere neppure sentore del fatto che sono in salita, la stessa salita che a me, Dado ed Alberto ha tolto il fiato, loro no, sembrano in sella ad una moto.
Che forti che sono.
Ora aspetto l’arrivo delle mie maglie, i miei compagni di squadra.
Il primo a passare sarà Thony Viola, Carlo poco dopo, poi Massimo, Michele, Cristian ed ecco spuntare Zambo che , nel vederci, alza le braccia e ci urla “ e la ola”????
Accanto a lui la mia amica Simona, scatenata sui pedali e Giusy poco dopo che mi dice di aver visto parecchi cadere; è l’incubo di ogni gara, veder cadere gente, sentire le sirene dell’ambulanza sapendo che significano guai grossi.
Lasciamo passare tutti e torniamo giu verso l’arrivo mentre Alberto si avvia verso Iseo.
Ridendo e scherzando stiamo macinando un sacco di chilometri, quasi quasi ne facevo meno a fare la gara; comunque rieccoci alla partenza/arrivo, ci si confonde con i ciclisti presenti e ci abbuffiamo di frutta al ristoro degli atleti ed ecco la conferma: tre feriti gravi per una caduta in gruppo pochi chilometri dopo la partenza, molti contusi che so sono arrangiati a tornare con le proprie gambe.
Sembra che la colpa sia da imputare ad un dosso appena dopo una curva, il sole in faccia ha fatto si che non lo vedessero e, cadendo uno, gli altri siano finiti uno sopra l’altro.
Vedo uno dei ragazzi della MBo tutto graffiato sulle gambe e mi conferma il suo ritiro, è sempre un dispiacere ma l’importante è poterlo raccontare in piedi sulle proprie gambe, non in un lettino d’ospedale.
Ne vedo un altro, tutto fasciato e nonostante questo sanguinante, spingere le bike con una mano e zoppicando avviarsi al parcheggio. L’ho rincorso, gli ho preso la bici e l’ho portato al parcheggio, l’ho aiutato a metterla in macchina ed a sistemare le sacche.
Aveva spalla e gomito fasciati, una bruttissima abrasione sulla schiena che sanguinava copiosamente ma sembrava non voler mollare la bicicletta e la maglia della squadra sebbene praticamente distrutta.
Gli ci vorrà un po’ per rimettersi in sesto ma mi auguro di rivederlo presto in gara e ci siamo dati un appuntamento alla prossima, come si fa di solito tra biker e devo dire che ci ho pensato tutto il giorno, chissà che fatica ad arrivare a casa e guidare in quelle condizioni ma un aiuto non lo ha voluto, risoluto e coraggioso.
Sicuramente starà già meglio e sarà in garage a preparare la sua bike per la prossima corsa.
La compagnia è bella, avrei voluto aspettare l’arrivo dei ragazzi ma devo tornare ad Iseo, preparami e cambiare divisa, da ciclista a marinaio, e via al lavoro.
Torniamo via strade secondarie e come pensavo, abbiamo fatto piu di 50 km avanti ed indietro a seguire la gara dai vari punti di osservazione, se avessimo fatto il percorso ne avremmo fatti di meno ma oggi è andata cosi, qualche volta senza chip a rilevare il tempo, tanto tra qualche giorno corro di nuovo con Marina, la nostra staffetta annuale con i ragazzi dello Sculazzo!

E poi la Franciacorta Bike la posso fare quando voglio, basta uscire dal garage, prendere il primo sentiero li vicino a casa e seguirlo, il Monte Alto non è tanto lontano da casa mia.
Sempre con le ali ai piedi, buone pedalate a tutti.

Nessun commento: