La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


sabato 4 giugno 2011

Night on bike is back!



Eh si, quando ci vuole ci vuole.
Mi ero divertita tantissimo la scorsa stagione in quelle quattro sere d’estate in sella a Valchiria, 4 cross country cittadine divertenti e velocissime, gente che, seduta ai tavolini del bar per l’aperitivo o un caffè, ti applaudiva quando passavi.
E non ho voluto mancare neppure stavolta; iscrizione spedita giorni fa, bike pronta, io un po’ meno dopo una parziale riflessione sul agonismo e la decisione, più o meno coerente, di riprovarci ancora, di rimettermi in gioco, di attaccare il numero alla bici e mettermi in griglia e quel che viene viene, senza troppi patemi per il risultato o il tempo.
Sono di venerdì sera cosi non devo chiedere permessi al lavoro, l’unica cosa è che la prima prova è a San Giorgio in Salice, in Veneto, e devo correre per arrivare ad un orario decente…
Se poi ci metto anche l’aver impostato sul navigatore un santo diverso ah partiam proprio bene.
Invece di San Giorgio senza drago ci ho scritto San Giovanni…. E non lo trovava, mi mandava in Umbria!
Scoperto l’arcano dopo aver controllato il nome esatto del paese sulle scartoffie dell’iscrizione, eccomi a buttare sacca e bike in macchina e partire alla volta di Peschiera del Garda; il traffico è meno di quanto pensassi, il tempo non è un granché e le nuvole scure all’orizzonte non promettono nulla di buono ma sperare che non piova è normale e canticchio lungo la strada.
Il come ho fatto a pensare di restare lontana da sto mondo non lo so, mi sembrava di aver perso la tramontana a non poter attaccare un numero alla bike e partire, fare a meno di quelle emozioni che mi ha regalato questo sport..l’ho pensato, l’ ho fatto per qualche settimana con l’unico risultato di sprofondare in una depressione decisamente sgradita.
Ok, lascerò fare le gare complicate o troppo dure agli altri, farò gare più alla mia portata ma non voglio smettere, non ancora almeno.
Esco dall’autostrada e mi immetto sulla statale, gironzolo a vuoto e poco dopo mi ritrovo al centro di questo paesino tra le colline venete, la patria del Lugana.
Un attimo per trovare il parcheggio, il numero da ritirare e la bike da preparare, un caffè e mi metto a girare qua attorno, due chiacchiere con Angela, Sonia, Laura… le ragazze che spesso incontro sui campi di gara.
Chi l’’ha provata la definisce veloce ma insidiosa, qualche strappetto spacca gambe e qualche pozzanghera… altri dicono “facile”… ma non la provo, avrò tempo per farlo in gara.
Incontro Alfio Montagnoli che farà la sua parte da speaker durante l’evento, ma il mio sguardo continua a sollevarsi verso l’alto, quelle nuvole non promettono nulla di buono e sinceramente spero tanto non piova!
Siamo in tantissimi pur essendo una gara serale e ieri c’e stata la Lessinia qua in Veneto mentre da noi la Brescia Cup aveva la sua Madonna Pellegrina a Berzo Inferiore, per cui una buona parte di atleti ha nelle gambe la gara di ieri ma i biker, si sa, sono mezzi matti e per la loro passione lasciano tutto e tutti e pedalano…
Finalmente espongono gi orari di partenza ed essendo una cronometro si parte a distanza di venti secondi uno dall’altro; cavolo sono alle 20.20, ho quasi un ora da aspettare!
Passo il tempo gironzolando in bike, chiacchierando con altri ragazzi e con le ragazze, Laura in particolare, reduce dal terzo posto nella Lessinia di ieri e stasera qua per conquistare un altro premio facendo scarico.
Che tosta che è!
Ci sono due ospiti d’onore: Mirko Celestino e Paola Pezzo.
Il primo parteciperà alla gara mentre la nostra olimpica farà la mamma con i suoi due piccolini al seguito; si perché lei è una biker, una donna, una mamma ed una moglie, ai miei occhi una grande.
Chiamano i numeri in griglia e poco alla volta si avvicinano al mio; mi immetto nell’imbuto di partenza e faccio un respiro all’inizio dei venti secondi scanditi alla partenza…via!
10 km da fare a tutta, in apnea per quanto possibile, 10 km dove devi sparare tutto ciò che hai con il cuore ed il fisico al limite e se sei una old lady 50 enne diventa tutto più complicato.
Ma ho dato quello che avevo, tutto, a testa bassa, con la gola secca ed il cuore a mille e l’unica rampa che non sono riuscita a fare in sella l’ho fatta spingendo la bike di corsa…mai mollare, mai!
Mi hanno superata in tanti partiti dopo di me e tra questi un sorpasso a filo di Fabio Pasquali che, al traguardo, mi ha chiesto se per caso mi avesse ostacolato… ma Fabio sono io che ostacolo te non tu me! Sono io quella che va piano e cerca di stare in parte non tu che vai come una moto da cross!!
Quel ragazzo lo adoro; è un Signore con la esse maiuscola, sempre, corretto fino al midollo e con quella faccia da bravo ragazzo che non puoi non guardare.
Pensavo di fare la gara in 40/42 minuti, l’ho terminata in 32, un tempo enorme se paragonato agli altri ma ero contenta, tanto.
Tanto perché ho accettato di arrivare tra gli ultimi pur di rimettermi in griglia, di respirare quell’aria densa di sensazioni che sento in ogni gara e che, da spettatrice, non riesco a sentire.
Mi sono mangiata pesche ed albicocche al ristoro, ho diviso le ciliegie con Sonia ed ho addentato un panino in compagnia di Matteo e le ragazze della Novagli, ho aspettato le premiazioni per applaudire i premiati per poi ripartire verso casa sotto una pioggerellina fastidiosa ed insistente.
Mentre tornavo verso casa ho cercato di capire perché tre ragazzi, arrivati in trenino uno dopo l’altro al traguardo, con un tempo di quasi due minuti inferiore a quello del campione del mondo potessero pensare di farla franca prima di decidersi ad ammettere di aver tagliato il percorso.
Ho ripensato anche al saluto di Maurillio, uno degli organizzatori che, vistami in attesa di partire è venuto di persona a stringermi la mano…il perché non lo so ma mi ha fatto piacere.
Ho capito che non me ne frega un accidenti se arrivo ultima, io qua ci sto ancora un bel po’ a dispetto di quanti pensano che non combino un accidente e vado piano ma io ci sono e ci sarò ancora.
Old Lady Kate non molla.
Alla prossima ragazzi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao leggo sempre il tuo blog,ti trovo molto simpatica l'unica cosa che non riesco a capire è l'ostinazione per l'agonismo,non è disdicevole fare i tuoi giri macinando km senza fretta e guardandoti intorno è sempre comunque una cosa da ammirare non riescono a farlo tutti.Comunque continua a scrivere io ti leggo molto volentieri Federica