La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 18 luglio 2011

Piane di Bossico

E’ qua dietro l’angolo praticamente, 40 minuti di macchina ma siccome come sempre andiamo in giro per il mondo e non sappiamo cosa abbiamo dentro casa, non ci ero mai stata.
Avevo sentito alla radio, in non ricordo quale programma, una pubblicità sui sentieri di Bossico e siccome sono curiosa come una gatta ed ho un collega che abita li, mi sono fatta procurare delle cartine dei sentieri, ho coinvolto Dado nel progetto di una giornata lassa gironzolare in mtb ed ecco che è martedì e si parte alle 9 del mattino.
40 minuti di strada fino a Lovere, si sale per Clusone ed eccola li la deviazione per Bossico, una lunga serie di tornanti che sembrano salire e salire verso il cielo e poco dopo eccoci parcheggiati vicino al campo di calcio.
Due passi fino alla piazza per capire da che parte girare, un caffé al bar per svegliarci invia definitiva e due panini al supermercato li accanto per non morire di fame e siamo pronti…
Si torna al furgone, ci si infila le scarpette ai piedi, si inforcano le bike dopo aver sistemato lo zaino in spalla e via che si parte con la cartina a portata di mano.
Decidiamo di seguire le indicazioni per le Tre Mantelle salendo lungo una difficile salita che porta a mezzacosta sopra il paese e che,poco dopo, diventa una bella sterrata da pedalare in tutta tranquillità.
La vista è spettacolare da quassù, si vede tutta la valle sottostante, credo sia la val Borlezza.
Arriviamo alle tre Santelline, costruite attorno al 1900, raffigurazioni sacre che indicavano la via ai viandanti; decidiamo di seguire il sentiero a sinistra, in discesa, e si scende veloci nel bosco fino ad una sbarra che ci impedisce di continuare, c’è una riserva, non so se di caccia o cosa sta di fatto che non possiamo continuare oltre.
Seguendo il sentiero ci accorgiamo che diventa sempre piu tecnico e finiamo nel letto di quello che è, presumibilmente,il letto di un ruscello.
Si torna indietro.
Dalla santellina in poi, il sentiero sale a destra e decidiamo di arrivare alla chiesetta dei caduti.
La strada si snoda nel bosco, tutta pedalabile, ed è veramente bella cosi all’ombra.
Abbiamo lasciato l’afa sul lago oggi e sebbene il caldo si faccia sentire, il vento e l’ombra delle piante ci protegge ed in alcuni tratti ho quasi freddo.
Arriviamo alla chiesa dei caduti dopo quasi un ora in sella e ci troviamo u piccolo laghetto circondato da un prato in leggero dislivello, parecchi tavoli in legno con le panche per un pic nic e tanta gente a prendere il sole, bambini che giocano e cani che abbaiano qua e la seguendo i bimbi.
Come è tranquillo qua.
Decidiamo di consumare il nostro pranzo quassù.
La fontana di acqua li accanto ci riempirà le borracce più di una volta ed il tempo scorre veloce, si stà bene e le chiacchiere ci fanno compagnia.
Vediamo partire un gruppo di motociclisti tedeschi verso un sentiero che non avevo notato e, guardando la cartina, capiamo che va verso il colle di San Fermo a 1250 metri di altezza… ci guardiamo e via che si parte, deciso ad occhi chiusi, si va fin lassù.
La salita è durissima in alcuni tratti ed io farò parecchia strada a piedi con Valchiria a spinta ma mi consola vedere che alcuni motociclisti fanno una fatica dell’accidente a salire, non sono solo io ad avere problemi allora!
Dado mi precede di un bel pezzo e ad un certo punto lo sento chiamare: Kathyyyyyyyyyyyyyy ne vale la penaaaaaaaaaa!!!
Capirò quando arriverò in cima il perché di quell’urlo lassù.
Che spettacolo!
Arrivo in cima e mi si apre un mondo meraviglioso: il Monte Colombina domina una piana verde con al centro un laghetto circondato da fiori, un prato vastissimo puntellato qua e la da piccole cascine ristrutturate con i gerani alle finestre ed al centro di tutto ciò una chiesetta del 1902, ristrutturata dagli alpini negli anni 80, in pietra e legno con un piccolo portico davanti all’ingresso.
La chiesetta è chiusa ma si può guardare all’interno dalle finestrelle ai lati del portale d’ingresso, chiuse solo dalle grate di ferro battuto che riproducono fiori e foglie.
Stupenda.
Ci sediamo all’ombra accanto ad un ragazzone del posto, tatuato dalla testa ai piedi, con cui scambiamo due chiacchiere.
Quassù non hanno l’acqua ci racconta ed è l’unica cosa che manca, per il resto la pace, il silenzio, il sole ed il cielo a portata di mano sono una ricchezza inesauribile.
Parliamo del più e del meno, sarà gentilissimo a riempirci le borracce ed a darci informazioni per la discesa a valle.
Seguiremo il sentiero che porta alla località Forcellino seguendo una vecchia mulattiera e, sulla culma del monte, staremo a guardare a valle.
Da un lato la Val Borghezza, dall’altro il lago d’Iseo dall’alto ed a nord la Valle Camonica.
Che spettacolo!
Ma la parte più bella è il vedere tre coppie di falchi che volteggiano a caccia in un lento girare sopra le nostre teste, sono cosi rari ma quassù, nel silenzio assoluto, trovano il loro habitat naturale.
Iniziamo a scendere lungo il sentiero ma è duro e difficile, una frana ha mangiato il sentiero e si deve scendere nel bosco, praticamente con la bike a spalla ed aggrappandosi alle piante per non scivolare a valle lungo la scarpata.
Sarà lunga arrivare fino al ciglio di frana ed iniziare a scendere normalmente.

Vediamo una casetta ristrutturata dopo quasi un ora di discesa e se c’è una casa ci sarà una strada pensiamo… e cosi infatti!
Poco dopo ecco uno slargo nel bosco e l’inizio di un largo sentiero battuto che porta a valle…sembra il canalone della Gimondi, divertente da scendere in bike anche s piuttosto tecnico ma poco alla volta e con molta attenzione si arriva in fondo senza danni o quasi, quei graffi qua e la che son solo medaglie.
Arriviamo in località Monte di Lovere, seguiamo per la località Prati di Sta e dopo una lunghissima discesa che pareva non finire mai su di una strada di pietra battuta siamo alla fontanella della Località Pila; da li alla Piazzetta di Bossico sono solo pochi minuti.
Arrivati in piazza prendo il cellulare e chiamo betta, una carissima amica che qua risiede e lavora, seguo le sue indicazioni ed arriviamo all’ambulatorio dentistico dove svolge la sua attività, ci offre un paio di bottiglie d’acqua, scambiamo due chiacchiere e la promessa di rivederci per una cena senza biciclette naturalmente!
Un saluto e si scende nuovamente ma…ma siamo morti di fame!

Al bar della piazza di fronte alla chiesa ci fermiamo ed ordiniamo due piadine, coca cola e caffè.
Ora, seduti al fresco della piazzetta, ci accorgiamo di essere stanchi; ci sono 35 gradi ma il vento ti fa percepire una temperatura inferiore, ho le braccia ed il viso arrossati dal sole e stasera sarà meglio mettere della crema per evitare di trovarmi col naso spelato.
Dopo aver pranzato/merendato visto l’orario, ci avviciniamo al furgone ma prima una puntatiti al negozio di alimentari dove stamane ho comprato i panini, mi interessa quel formaggio di malga piccante vorrei portarne a casa un pezzetto.
Le bike a bordo, le scarpe ed il casco nella sacca e via che si parte verso casa.
Arriveremo verso le sette di sera, stanchi morti ma veramente contenti, valeva la pena arrivare fin lassù; hoscoperto dei posti stupendi poco lontani da casa dove la pace e la tranquillità fanno da cornice a dei paesaggi incredibili.
A volte si cerca lontano da casa quello che hai dietro l’angolo senza neppure saperlo….ma ora lo so!
Le piane di Bossico sono veramente belle e ci sono decine e decine di sentieri da battere con le ruote di Valchiria e ci tornerò lassu magari seguendo il sentiero fino al Rifugio Magnolini a 1680 metri di altezza.
So che da li posso passare alla Val di Scalve ed alla distesa infinita dei suoi boschi dove di solito vado a far sci di fondo durante l’inverno, sarebbe bello fare gli stessi sentieri pedalando.
 Prima o poi ci andrò.

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