La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


sabato 30 luglio 2011

7° Rampinight

Giovedì a pranzo con mia figlia a Monteisola, pesciolino abbondante e polenta… un cibo da atleti da apura…. E allora ci vado o no?
E ci ho pensato durante tutto il pranzo mentre i chiacchiericcio di Elsa e degli altri commensali sembrava il brusio del vento tra le foglie di alcune piante.
Iscritta col fattore K da Gabriele tempo fa, non ho ancora ben capito cosa sia sto K qua e perché l’abbiano chiamato cosi e non che ne so, X factor, Y list o che altro, posso decidere all’ultimo minuto di partire o meno.
Al lavoro fino alle cinque con uno sguardo al cielo che praticamente alle 16 puntuale, come un cucù svizzero, si annuvola e manda lampi e tuoni come se lo pagassero, decido di tornare in Valle Sabbia anche quest’anno.
Tanto i ragazzi della Odolese e gli organizzatori della Rampinight mi conoscono, sono il solito impiastro da un giro più panino e bon, cosi corsa a casa, tolgo la divisa, butto la bike in macchina e via che si parte con mia figlia che dal divano mi guarda da sotto in su menando la testa di qua e di la come per dire: ma te quando è che ti metti a posto?
Un ora scorre via guidando ed ascoltando i Nickelback, giù dai tornanti delle coste ed ecco che il cartello del Motodromo svetta lungo la strada.
E dire che la prima volta, anni fa, non sapevo neppure che esistesse sto posto e non sapevo di certo che ci avrei passato ogni anno una sera in sella alla mia bike.
Movimento attorno, le facce di sempre a salutare, i camper parcheggiati sono più del solito ma scopro che domani o domenica ci sarà un qualche gara in moto di rilievo ed alcuni partecipanti sono già qua per saggiare il terreno.
L’elenco degli iscritti riporta un sacco di nomi importanti e mi sento solo un granello di sabbia in mezzo a loro: Lorenza Menapace, Alverà, Pasquali, Claudia Paolazzi, Viviani…..nomi legati alle prime posizioni di classifica, tante maglie tricolori che sfileranno sotto i rami dei boschi qua attorno questa sera.
Ogni volta penso al cosa ci faccio io qua in mezzo e mi scappa da ridere ma poi dico a me stessa che importa, ci provo, vedo di finirla ed il resto conta ben poco.
Alberto Gli soni e Grazia in veste di fotografi ( ma mi aspetto di rivedere Alberto in sella prima o poi), Giorgio e Silvia con cui scambiare due chiacchiere mentre ci si prepara e mi becco anche una lavata di testa per il fatto che Valchiria è sporca… hai ragione Giorgio, la stò maltrattando ma lei mi accetta per quel che sono e sa che se non l’ho lavata e lustrata stavolta è perché sono un po’ presa dal lavoro, dai mille impegni e da una testa matta che, in questo periodo, ha pensieri strani e che spesso vaga per un mondo tutto suo.Prometto, domani la lavo, ingrasso la catena e la coccolo un po’!
108 il numero, solito chip strano da attaccare al casco ma basta che funzioni e va bene cosi e via a fare un po’ di riscaldamento e ben presto mi schiero in griglia, quella lunga serie di barriere gialle da dove scattano le moto in corsa e dove noi biker appoggiamo le ruote delle mtb in attesa che i giudici diano il via.
Una sola rampa di lancio verso l’alto stavolta, rampa stile Stargate che sembra finire direttamente tra le nuvole.. meno male che è una sola, lo scorso anno erano due!
Via che si parte o meglio loro partono, io pedalo, arrivo all’inizio della rampa, scendo e spingo fino i cima, vedo come è la salita e decido di scendere a piedi….. praticamente quando mi immetto sul percorso credo che gli altri siano quasi a meta strada.
Comunque pedalo, un accordo di sguardi alla moto scopa che capisce al volo il mio motto chi va piano arriva sempre e mi lascia pedalare in pace.
Salgo su per quella strada sterrata, arrivo in cima ed inizio la lunga salita su asfalto che di solito facevo a piedi mentre stavolta la pedalo tutta, arrivo alla deviazione ed inizio a scendere, passo tra la gente che non capisce come mai sono cosi indietro ma io vado avanti e quelli che mi conoscono e sono sul percorso mi dicono: e vai Kathy!
Perchè io arrivo, più dopo che prima ma arrivo.
Inizia la lunga discesa che alla Conca d’Oro si fa alla rovescia e mi fa penare tutte le volte, seguo il sentiero e passo il punto in cui, gli altri anni, di solito mi doppiavano ma stavolta no!
La mia non è una gara contro gli altri ma solo con me stessa, il guadagnare 10 minuti piuttosto che 8 fa si che io vinca, solo me stessa d’accordo ma è un migliorare quello fatto e chi se ne importa se gli altri fanno due giri mentre io ne faccio uno solo.
Sono qua perché i piace mica perché devo timbrare il cartellino!
Incontro Enrico Andrini in panne con la sua bike e mi dispiace vederlo ritirare ma capita e si deve accettare il rischio di rompere la catena o forare e non riuscire ad aggiustare la bici fa parte del gioco anche se ti lascia l’amaro in bocca, special modo per i ragazzi come lui che di solito volano e vincono.
Continuo lungo il sentiero e sento arrivare le moto e Pelizzari seguito poco dopo da Fabio Pasquali, volano sulle ruote come sempre.
Fabio, da cavaliere come sempre, mi dice di stare attenta con l’oscurità nel bosco, si vede male….grazie Fabio lo so, conosco questo percorso bene ormai ma mi fa piacere il fatto che tu ti sia preoccupato per me.
Poco alla volta mi sfilano in tanti, a tratti spingo su altri pedalo, arrivo sulla strada asfaltata ed inizio a scendere verso il paese e la voce dello speaker che dice i nomi di quanti sfilano davanti a lui sul traguardo.
Sono scoppiata a ridere quando, passando sulla linea del traguardo mi ha fatto un ululato di incoraggiamento ed un applauso a scena aperta definendomi temeraria!
Temeraria… no solo un poco incosciente magari, decisamente tenace e testarda come un mulo quello si ma temeraria no… mi spaventano le discese e quel sentiero nel bosco con la scarpata accanto mi ha fatto accapponare la pelle da matti dalla paura ma io passo, evito di guardare giu a vado piano terrorizzata dal fatto di fare un tufo nel vuoto o nel torrente li sotto.
Come sempre sembro appena arrivata ed è ora di tornare a casa.
Fabio mi saluta e scopro che era terrorizzato di cadere lungo la discesa, deve partire per le vacanze.. …..conosco una ragazza che emetterebbe fulmini e saette dagli occhi se non potesse partire stasera.. vero Fabio??
Buone vacanze.
Un cambio veloce, un panino al ristoro ed è ora di partire, la classifica la guardo domani su internet, tanto lo so che devo guardare in fondo ma, come dice un amico biker, si deve avere del coraggio per attaccare il numero e mettersi in griglia, ci si mette in discussione accettando anche di essere maglia nera; ma quell’ultimo era comunque li, a faticare, magari più degli altri, per arrivare facendoci sopra una risata.
Mi dispiace solo che, come detto dal Gliso, con due squadre di ciclisti ad Iseo che praticano la mtb, ci fossi solamente io a rappresentarle.
Comunque è stato bello, anche in solitaria perché da sola, in questo ambiente, non mi sento mai.

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