La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 26 luglio 2011

Tignale mtb Night Race

Edizione uno e , come sempre mi lascio intruppare dalle novità.
Sono curiosa come una gatta e le domande che mi girano per la testa sono mille, come sarà, dove la fanno, sarà complicata, dura da matti che mi sbrindello tutta o arriverò al traguardo sana e salva…
Praticamente mentre leggo la notizia sono già iscritta, con l’incoscienza tipica che mi distingua come al solito.
I ragazzo dell’Odolese sanno come coinvolgere le old Ladies come me nelle loro avventure ed io mi lascio trascinare con uno spaghetto cotto.
Venerdì anomalo, ho chiesto un cambio turno ai colleghi e lavoro al mattino a Sulzano fino alle 14, una volata a casa, due giri del tavolo in compagnia di Elsa e sono pronta: la borraccia, le scarpe e la sacca sono in macchina, manca solamente la mia bicicletta e detto fatto sono per strada.
Lo so che è presto ma conosco la strada, e la gardesana di venerdì pomeriggio viene presa d’assalto dai turisti, preferisco partire presto ed arrivare prima, avrò tempo per un caffé ed una prova percorso.
Come detto ecco che da Salò in poi è una colonna unica e si procede a passo d’uomo ma la pazienza è dei forti dicono e la musica mi fa compagnia assieme a tanti pensieri, neppure mi accorgo che passa quasi un ora e mezza; sono nella zona delle gallerie di Toscolano, so che all’uscita di una di queste c’è la strada che sale verso Tignale.
Ed eccola e si inizia a salire.
Che spettacolo la vista da quassù.
Tornante dopo tornante mi arrampico sulla montagna ed il lago dall’alto sembra diventare sempre più piccolo e più blu; passo il paesino di Tignale e vado verso la frazione da cui partirà la gara questa sera alle 20.30.
Una piccola frazione dove le strade o salgono o scendono, qua il piano deve essere un concetto ben poco conosciuto; seguo le indicazioni delle frecce gialle e blu della gara e mi ritrovo alla piscina comunale, tante macchine parcheggiate ed gia un po’ di ciclisti in giro tra i quali Giorgio, Silvia, Jordy ed il Dottor Formenti più abbronzato che mai.
Verifica tessera, il chip da mettere sul casco incollato, un caffé i compagnia di Baldassarre e signora e decido di preparare la bici e di provare parte del percorso.
Azz………….
La prima parte bella, un po’ di ghiaia smossa lungo il sentiero in salita ma piano si sale, la cementata poco dopo ma breve, il passaggio sul bel sentiero nel bosco a lato della strada asfaltata e giù lungo i tornanti che ho fatto in salita….e poi curva secca a destra e…..
Sono stata li a guardarla un po’ e me ne sono tornata alla partenza da dove ero venuta.
Se avessi fatto quella salita in prova col cavolo che la facevo anche in gara, avrei esaurito tutte le energie da subito.
500 metri al 30%.
Un mezzo incubo, anzi no, un incubo intero.
Da ribaltamento in particolar modo per quelle come me che hanno il fondoschiena pesantoccio da tirar su a furia di pedalate!
Va beh ci penserò quando sarà il momento.
Ritorno alla partenza, gironzololo attorno,. aspetto che arrivino Antonio e Francesco per far squadra almeno un momento… è cosi bello quando non ci sono solamente io del G.C.Iseo.
Iniziano ad arrivare un sacco di persone, Luisella, Fabio Pasquali, Francesca, Simone che mi chiederà, scusandosi per questo, quanti ani ho perchè sua madre, che è li ad applaudirlo, lo vuole sapere… eh, 50 tondi ragazzo, non son pochi per mettersi in discussione in queste gare lo so ma mi piace troppo per smettere, magari l’anno prossimo, chissà….
Avvisano che la partenza sarà ritardata di 15 minuti per dar modo a tutti di arrivare in tempo, parecchia gente è rimasta imbottigliata nel traffico del venerdì sera sulla litoranea e tra di essi anche Lorenza Menapace, la mia campionessa amica preferita.
Cavolo ho dimenticato il fanale, senza nel bosco non si vede un accidenti ma ecco che Giorgio mi viene in aiuto prestandomene uno dei suoi.
È ora di partire, giro di lancio per sgranare il gruppo vista la presenza di personaggi illustri come Bettelli e Ragnoli e tanti nomi importanti nel panorama mtb italiano…che cosa ci faccio io qua non l’ho ancora capito, faccio numero d’accordo, per il resto….
Pronti via, lungo la strada fino in paese, due chilometri che a me sembrano 20 vista la velocità e la salita e la catena decide di scendere a metà!
Mi fermo in parte a sistemare ed un signore mi filma mentre, porconando in russo per non farmi capire, sistemo il danno e riparto mentre gli altri stanno già tornando e filano verso il traguardo e la partenza vera.
Va beh pazienza, faccio il giro dell’isolato da sola e passo dall’area partenza già in ritardo rispetto al gruppo… anzi no, c’è un'altra ragazza con me, poco più avanti.
Giù nel parco, seguo le frecce, salgo lungo la salita sterrata, faccio un pezzo a piedi dove non riesco a pedalare, Giorgio mi fa una foto e via verso la cementata.
A spinta fino in cima e giu in sella lungo il sentiero che fiancheggia la strada cercando di non rompere le scatole agli altri che hanno già fatto il giro! Sono solo un due ma cavolo se vanno, sembrano in moto, gli altri no, quelli “normali” come me vanno più piano.
Giù lungo la strada asfaltata e stavolta la salitona al 30% la devo fare, rampichino e su, dura da morire, col cuore che scoppia dal torace ma la gente ti applaude, non puoi mollare, non si molla e si va su tra gli applausi e gli incitamenti dei presenti… per un attimo ti senti un campione anche se tra gli ultimi.
In cima arrivo stravolta e la salita poco dopo nel sentiero tecnico diventa difficile più del dovuto anche perché non vedo bene ma poi sono in fondo sulla strada e via verso gli ultimi due km e l’arrivo.
Dovrei fare ancora un giro ma c’è la fettuccia tirata, stanno arrivando tutti e non si vede piu nulla all’interno del bosco.
Ripongo la bici, mi avvicino al ristoro ed ho una sete tremenda, le fette di melone fresche tolgono arsura e polvere dalla gola; poco dopo inizia il pasta party e mi siedo con Silvia e la loro compagnia.
Sembra passato un solo attimo dalla partenza da casa ed è già ora di ritornare, sono stanca e quello strano crac alla schiena che ho sentito in salita ora è diventato un dolore sordo e fastidioso e dovrò fermarmi più volte lungo la strada verso casa per il dolore.
Chissà cosa mi sono fatta stavolta.

Ma non è importante.

Prima di ripartire però ho guardato le premiazioni ed Antonio Inverardi è a premio, quinto di categoria, è belo vedere i miei colori premiati ed il sorriso di chi riceve il premio.
Scarico la macchina ed è giù l’una di notte, lavo via polvere e un po’ di fango dalle gambe con una lunga doccia bollente e cerco di rilassarmi non pensando al dolore alla schiena, passerà esattamente come è venuto, deve essere cosi.
Ora, col senno del poi, posso dire che la Tignale Night race è bellissima, merita la pena di arrivare fin lassù e la fatica di pedalare lungo quei sentieri, c’è della bella gente e mai avrei immaginato che un paesino di 1000 anime potesse avere 200.000 presenze di turisti all’anno… questo è quanto mi è stato riferito, ma guardando le immagini del lago, i parapendio ed i deltaplano che volteggiano lassù posso credere che sia un paradiso per chi ama il volo libero.
Forse ci tornerò, chissà.
Mai è una parola che non mi piace perché limita l’immaginazione, la parola forse da più speranze e possibilità.
Alla prossima.

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