La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


giovedì 15 settembre 2016

Alpe Pezzeda

Si decide all'ultimo minuto. Letto sul giornale che fanno la festa dell'alpe Pezzeda ed in quattro e quatr'otto sono per strada, dopo aver chiamato cugini e zii che vivono in Val Trompia.
Mi servono informazioni sul come salire fino al passo e cosi scopro che per il primo tratto funziona la seggiovia mentre per i restanti km bisogna camminare su sterrati e nei boschi per un ora circa.
Ok si va!

Parcheggio nel grossi spiazzo davanti alla caserma dei Carabinieri di Collio, l'acquisto dei biglietti al bar della seggiovia e via che si sale su questa vecchia struttura con seggiolini in metallo che dondolano non poco. Ci vuole una ventina di minuti per salire fino all'intermedio da dove, poi, si inizia a salire seguendo la strada sterrata tra i boschi. Erano anni che non salivo fin quassu e devo dire che ben presto il fiatone prende il sopravvento... cavolo se è ripida la strada. Qualcuno fa sentieri secondari ma non m i fido, non conosco i sentieri e le regole della montagna vanno rispettate, strada indicata e non uscire dal percorso.... poi ognuno farà quello che gli pare come al solito, io preferisco cosi.
 Su e su, col fiatone e con la sete che allevio con l'acqua che mi sono portata nello zaino. Si incontrano altre persone che , come me, hanno deciso di passare una giornata in montagna. Alcuni stanno gia scendendo, altri salgono pian piano; spesso si deve stare sul ciglio perché passano continuamente jeep e camioncini che portano su o giù le persone che non se la sentono di fare tutta la salita a piedi. Oppure sono anziani che sono stati lassù alla messa celebrativa e che ora scendono per l'ora di pranzo....
Ed ecco finalmente la piana da dove vedo il Rifugio Larice, di mia zia Lina e zio Ottavio Tonassi.
Tanta la gente li attorno, hanno assistito alla cerimonia ed alla messa, ed ora si fermano a pranzo.
Ci sono quelli che mia zia definisce "gli irriducibili dell'Alpe Pezzeda, quelli che, per anni, sono venuti fin quassu a sciare e che da quando gli impianti sono chiusi, tornano in quest'occasione.
 La sala ristorante è gremita ma Fausto, mio cugino, mi fa subito spazio ad una tavolata  porta le tagliatelle coi funghi e le penne con Bagoss, A seguire il famoso Padellino della zia, Una sorta di crema di formnaggio, salamella e uova che non so cosa abbia ma è una droga! Mamma quanto è buono.
 Arriva il caffè, si è calmato il lavoro e finalmente posso salutare tutti in modo decente. Si chiacchiera di tutto, di come va il lavoro, dei figli, del tempo e poco alla volta arriva l'ora di scendere a valle. L'ultima discesa della seggiovia è alle 17  per cui bisogna regolarsi bene ed arrivare per tempo.
I saluti con la promessa di rivedersi presto ed inizia la lunga discesa lungo la strada prima e lungo i prati fatti tante volte nel passato con gli sci.
Sinceramente arrivo alla seggiovia sconvolta dalla stanchezza!
I lampi in cielo mi spaventano non poco se penso alla lunga discesa appesa ad un filo d'acciaio seduta su di una seggiola di metallo..... meglio che non ci pensi!
e spero che la pioggia attenda ancora un poco prima di scendere copiosa, fa freddo, sono sudata fradicia e la felpa non tiene poi cosi caldo.
Iniziano le gocce ma sembra che il vento sposti le nubi verso nord ed il passo del Maniva.....
La discesa sembra piu lunga della salita, credo sia la stanchezza ed il freddo e quando vedo la fine  la in fondo, passando supra il ruscello, ne sono contenta. E nel metter piedi a terra inizia lo scroscio di pioggia gelata... fortuna, questa è fortuna... ma non posso non pensare ai ragazzi che ho visto salire pochi minuti fa, con la loro bici al seguito, che si lanceranno lungo la discesa del Bike park che sarà scivolosa più del solito con la pioggia! Un the bollente al bar e la corsa verso il parcheggio e la macchina dove accendo il riscaldamento per qualche minuto.
La strada in discesa lungo la stretta valle e si torna verso casa dopo una giornata davvero diversa dal solito..... Arrivare a casa e trovare poi il mio peloso che aspetta e che si struscia sulle gambe per darmi il benvenuto ripaga la fatica e la stanchezza.....
Alla prossima ragazzi!


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