Il volantino mi girava per casa da un po, non ero ancora convinta d'andarci per via del caldo africano di questi giorni.
Pio, venerdì scorso al Prealpino, Angela mi ha chiesto se volevo farla e mi sono iscritta già da allora.
Per cui gambe in spalla, finito il lavoro e sempre di corsa come al solito, alle sei e mezza sono per strada sperando di arrivare per tempo.
Il traffico è notevole a quest'ora e ci metto quasi 40 minuti per arrivare a Sant'Eufemia.
Vedo alcuni addetti al percorso a cui chiedo info per il parcheggio e mi spediscono a 300 metri dentro il cortile di un capannone. Siamo in tanti e seguo la scia di persone verso l'uscita della fabbrica adibita a parcheggio, si attraversa il provinciale intasato di traffico e si va al capannone vuoto che viene utilizzato come iscrizioni e zona ristoro.
Ornella, Pietro e Luca sono già arrivati e sono in fila per iscriversi mentre io devo solo ritirare il pacco gara, bellissimo. calze tecniche, un buffer, manicotti, una barretta proteica ed alcuni buoni sconto.
5 euro ben spesi.
E via che si parte; saremo ad occhio circa 1200 persone, una marea colorata che si dispiega sul cavalcavia della tangenziale, un tratto di percorso che non mi è piaciuto neppure un po, vuoi per il caldo davvero opprimente, vuoi per le macchine che, incuranti dei segnali lungo la strada, sfrecciano accanto ai corridori a velocità da autostrada.
Io decido di spostarmi al di la del guard rail e seguo un piccolo sentiero battuto tra sterpaglie varie ma vedo che anche Pietro ed Ornella mi seguono poco dopo.
Poi, alla fine della discesa, ci si immette in una stradina secondaria e da li il tutto è un poco più tranquillo, le macchine sfilano più lentamente e le piante fanno ombra.
Abbiamo anche il tempo di cogliere del prugnolo selvatico e mangiarlo ridendo.
Alla deviazione dei 5 giriamo sebbene secondo il mio Strava siamo già oltre quella distanza. Si passa davanti al Museo delle mille miglia e ci si addentra nel centro storico di questo quartiere di Brescia. Tante le case vuote con cartelli vendesi appesi alle porte. Come ogni periferia si sta svuotando lasciando dietro di se solo finestre dalle griglie chiuse e giardini incolti, una tristezza però... pochi anziani ancora residenti che ci guardano passare con un sorriso mesto e gli occhi velati da qualche cosa che sa di solitudine e amarezza. Forse sbaglio ma la sensazione è quella.
Bene, arrivano i primi della corsa vera, non le polente come me me con immenso piacere tra i primi del percorso corto vi è Luca che corre come un dannato, sarà primo al traguardo! Devo convincerlo ad iscriversi con noi Franciarunners, ne farebbe parte onorandone i colori di sicuro.
E l'arrivo eccolo la, sotto l'arco nero che svetta tra i capannoni.
Il ristoro dove due bottiglie d'acqua placano a malapena la sete, e si va ad ordinare il classico panino con la salamella ed una birretta che, con sto caldo, ci sta tutta.
Un saluto ai compagni di squadra, Simone, Andrea, Nicola etc. e poco dopo è ora di tornare a casa.
Un caldo tremendo che neppure la doccia lava via ma sono comunque contenta, come sempre, di non essere restata a casa sul divano.
Il resto va bene cosi.
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