La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


mercoledì 14 giugno 2017

Memorial Tiberio Lonati

Il volantino mi girava per casa da un po, non ero ancora convinta d'andarci per via del caldo africano di questi giorni.
Pio, venerdì scorso al Prealpino, Angela mi ha chiesto se volevo farla e mi sono iscritta già da allora.
Per cui gambe in spalla, finito il lavoro e sempre di corsa come al solito, alle sei e mezza sono per strada sperando di arrivare per tempo.
Il traffico è notevole a quest'ora e ci metto quasi 40 minuti per arrivare a Sant'Eufemia.
Vedo alcuni addetti al percorso a cui chiedo info per il parcheggio e mi spediscono a 300 metri dentro il cortile di un capannone. Siamo in tanti e seguo la scia di persone verso l'uscita della fabbrica adibita a parcheggio, si attraversa il provinciale intasato di traffico e si va al capannone vuoto che viene utilizzato come iscrizioni e zona ristoro.
Ornella, Pietro e Luca sono già arrivati e sono in fila per iscriversi mentre io devo solo ritirare il pacco gara, bellissimo. calze tecniche, un buffer, manicotti, una barretta proteica ed alcuni buoni sconto.
5 euro ben spesi.
E via che si parte; saremo ad occhio circa 1200 persone, una marea colorata che si dispiega sul cavalcavia della tangenziale, un tratto di percorso che non mi è piaciuto neppure un po, vuoi per il caldo davvero opprimente, vuoi per le macchine che, incuranti dei segnali lungo la strada, sfrecciano accanto ai corridori a velocità da autostrada.
Io decido di spostarmi al di la del guard rail e seguo un piccolo sentiero battuto tra sterpaglie varie ma vedo che anche Pietro ed Ornella mi seguono poco dopo.
Poi, alla fine della discesa, ci si immette in una stradina secondaria e da li il tutto è un poco più tranquillo, le macchine sfilano più lentamente e le piante fanno ombra.
Abbiamo anche il tempo di cogliere del prugnolo selvatico e mangiarlo ridendo.
Alla deviazione dei 5 giriamo sebbene secondo il mio Strava siamo già oltre quella distanza. Si passa davanti al Museo delle mille miglia e ci si addentra nel centro storico di questo quartiere di Brescia. Tante le case vuote con cartelli vendesi appesi alle porte. Come ogni periferia si sta svuotando lasciando dietro di se solo finestre dalle griglie chiuse e giardini incolti, una tristezza però... pochi anziani ancora residenti che ci guardano passare con un sorriso mesto e gli occhi velati da qualche cosa che sa di solitudine e amarezza. Forse sbaglio ma la sensazione è quella.
Bene, arrivano i primi della corsa vera, non le polente come me me con immenso piacere tra i primi del percorso corto vi è Luca che corre come un dannato, sarà primo al traguardo! Devo convincerlo ad iscriversi con noi Franciarunners, ne farebbe parte onorandone i colori di sicuro.
E l'arrivo eccolo la, sotto l'arco nero che svetta tra i capannoni.
Il ristoro dove due bottiglie d'acqua placano a malapena la sete, e si va ad ordinare il classico panino con la salamella ed una birretta che, con sto caldo, ci sta tutta.
Un saluto ai compagni di squadra, Simone, Andrea, Nicola etc. e poco dopo è ora di tornare a casa.
Un caldo tremendo che neppure la doccia lava via ma sono comunque contenta, come sempre, di non essere restata a casa sul divano.
Il resto va bene cosi.

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